Tra il 4% e il 5% dei giovanissimi ne soffre. I bambini sovrappeso sono invece tra il 10% e il 15%. Abbiamo parlato di questa problematica con il pediatra Paolo Peduzzi fondatore del programma Pesovia
BELLINZONA - Nonostante gli appelli lanciati da medici e istituzioni riguardo ad uno stile di vita più sano, per quanto concerne alimentazione e movimento fisico, il fenomeno dell’obesità non accenna a diminuire ed è, anzi, in costante espansione, soprattutto tra i giovanissimi.
Per parlare della crescita del fenomeno, abbiamo sentito il pediatra Paolo Peduzzi, che oltre ad occuparsi della problematica da svariati anni, ha pure creato un programma multidisciplinare per combattere l’obesità che quest’anno ha tagliato il traguardo dei 10 anni: Pesovia. «Dai primi anni di attività a Bellinzona, ho potuto osservare come i nostri ragazzi soffrissero, in sempre maggior numero, di problemi legati al sovrappeso».
Ma quanto è vasto il problema dell’obesità infantile in Ticino? È ancora Peduzzi a scattare un’istantanea a tinte fosche del fenomeno. «Il nostro Cantone, per fortuna o purtroppo, non si distingue dalle altre regioni svizzere o dalle altre nazioni europee. L'obesità infantile raggiunge circa il 4-5% della popolazione, con piccolissime differenze tra i due sessi. Il sovrappeso varia invece tra il 10 e il 15%. Quello che impressiona è il notevole aumento annuo, regolare da decenni. Negli ultimi vent'anni non si è mai rilevato un ristagno o un calo ma sempre e solo un aumento delle percentuali».
Cosa può provocare questa problematica in termini medici?
«In termini medici sia il sovrappeso che l'obesità sono evidenti "fattori rischio" per molte malattie endocrinologiche (il diabete in prima fila), come pure cardiovascolari (infarti, ictus,...) o ortopediche. Un’aggravante è poi il fatto che l'incidenza dei fattori rischio aumenta con il tempo». Il significato? «Essere sovrappeso già in giovane età è molto più grave che diventarlo da adulto o addirittura da anziano».
E a livello psicologico?
«In termini psicologici le conseguenze sono evidenti a tutti: dalla battuta, allo scherno aperto e pubblico, alla totale derisione e alla marginalizzazione sociale fino al maltrattamento sotto forma di mobbing o di bullismo».
Quali sono le cause che provocano un problema di sovrappeso nei giovani?
«È la domanda che porgo sempre ai genitori. Molti relativizzano il fatto dicendo di esser stati anche loro "rotondetti" a quell'età e di essersi poi rimessi in forma in seguito. Il “perché” i loro figli prendano peso è la domanda più importante. E la risposta è altrettanto interessante, anche se difficile da capire per chi non è del ramo. Talvolta risulta addirittura impossibile da accettare per i genitori. Il bimbo cerca nel cibo qualcosa di cui ha bisogno. Qualcosa che non trova o non ha a sufficienza all’interno della famiglia».
Quali sono i rimedi?
«I rimedi vanno cercati dove si pensa risieda il problema. Se abbiamo, ad esempio, rilevato un problema nel nucleo famigliare legato a tensioni o ansie, il nostro obiettivo sarà lavorare su quelle. Per far questo necessitiamo di tempo, di un lungo momento di riflessione interna, interpersonale e a volte di gruppo (in famiglia)».
Dieci anni fa ha creato Pesovia, un progetto che cerca di combattere questo problema. Quali sono gli obiettivi? Come li mettete in pratica?
«Io e i miei collaboratori cerchiamo di affiancare il giovane e tutti i componenti della famiglia, trovando insieme una possibile causa e una soluzione al loro problema. In questi dieci anni abbiamo regolarmente e costantemente affinato le nostre tecniche. Siamo partiti da considerazioni pratiche e teoriche, cercando di organizzare un sostegno su vari livelli e da diversi punti di vista - come quello della dietista, della psicologa, dell'animazione di gruppo, sportiva e famigliare».
«Quest'anno, ad esempio, siamo riusciti a far collimare più gruppi famigliari creando una sorta di “effetto a valanga”. Qualsiasi piccola risorsa messa in atto - ad esempio un'uscita di due giorni a Bosco Gurin - è diventata a sua volta una motivazione, creando senso di appartenenza, responsabilizzazione e piacere nella condivisione e facendo moltiplicare a dismisura il risultato».
Com’è andato questo decimo anno?
«È stato un anno splendido. Abbiamo avuto la fortuna di trovare famiglie motivate e disponibili, sia a mettersi in discussione, sia a riorganizzare le loro abitudini. Si è creato un bel rapporto di gruppo. È stato tra i migliori anni di questo progetto. Di conseguenza siamo molto motivati sia a continuare, che a cercare nuove tecniche e nuovi metodi per migliorare».
Per chi fosse interessato a settembre partirà l’undicesimo anno consecutivo del progetto Pesovia. Che oltre al pediatra e fondatore Paolo Peduzzi, vedrà impegnati gli psicologi Fabio Ratti e Lucia Pancaldi, il responsabile di attività fisica adattata Thomas Ferrari, le dietiste Giada Ponti e Eva Manighetti, e il cuoco specializzato in dietetica Maurizio Masia.