La protesta dei clienti di un locale di Minusio, dopo una multa: «È una forma di accanimento». Dì la tua nel sondaggio
MINUSIO - Restare davanti al bar in attesa che un cliente esca, attendere che si metta in auto per poi fermarlo e fargli il test alcolico è prevenzione o persecuzione? A chiederselo sono i clienti del bar Centro di Minusio, che da mesi si sentono perseguitati dagli agenti della polizia comunale. Da quando, per la precisione, uno di loro è stato «seguito fino a casa da una pattuglia della Polizia comunale a luci spente», racconta. Era maggio. Nei giorni scorsi l'uomo, un 50enne della regione, ha ricevuto a casa la decisione dell'Ufficio della circolazione: patente sospesa per tre mesi, per superati limiti alcolici (0,83 per mille su 0,5). E la discussione si è riaccesa.
«Si è trattato di un appostamento vero e proprio» concordano i frequentatori del bar, presenti alla scena. «Stavamo bevendo sui tavolini all'esterno, quando abbiamo visto una pattuglia della Polizia passare una volta, poi un'altra. Ma mai avremmo pensato a una "trappola". Dopo un'ora circa ognuno è andato a casa, sono salito in scooter e dopo 500 metri circa ecco che la pattuglia mi ferma» ricostruisce il protagonista. Un testimone - che preferisce rimanere anonimo - racconta di aver visto l'auto della polizia uscire da dietro al bar a sirena spenta poco dopo la partenza dell'amico. «Quando ho visto che lo stavano seguendo, ho provato a chiamarlo sul natel ma quando ha risposto era già troppo tardi».
Il proprietario del bar conferma la dinamica. «Un vicino di casa il giorno dopo ci ha raccontato di aver visto l'auto della Polizia posteggiata in una strada discosta per oltre un'ora, dietro al bar, in attesa. Mi sembra un modo davvero particolare di fare "prevenzione". Ho dei clienti che bevono sui tavolini più arretrati per evitare di essere visti dalle pattuglie di passaggio. Si sa che ormai l'andazzo è questo».
Dalla Polizia comunale fanno sapere però che i pedinamenti «non rientrano nelle disposizioni date agli agenti». La pratica «è semmai quella di effettuare controlli alle vetture già su strada, qualora procedano in modo insicuro» spiega il comandante Yan Dalessi, che sottolinea come «in ogni caso il guidatore che infrange le regole sull'alcolemia deve assumersi le responsabilità del proprio comportamento pericoloso». Allo scooterista in questione, pedinamento o non pedinamento, si spera che la lezione serva per il futuro.