Secondo uno studio i prezzi sono cresciuti del 15% in 5 anni
COMO - Fare la spesa a Como costa ben un 15,6% in più rispetto a 5 anni fa. E non solo. L'impennata - secondo il Sole 24 ore - è la più alta d’Italia.
Uno studio effettuato dal quotidiano di economia e finanza, ha analizzato la spesa in 60 capoluoghi di provincia italiani, mettendo nel paniere i generi alimentari di prima necessità, quindi pasta e latte, ma anche burro, riso, carne bovina e prosciutto.
Nella classifica la città di confine occupa il 24esimo posto, entrando nella fascia dei territori costosi, occupata in prevalenza dal nord Italia. Se la media nazionale segna uno scontrino di 3.779 euro all’anno, in cima c’è Rimini, con 4.475 euro all’anno di spesa. Poi Ferrara e Ravenna, dietro Bolzano e Milano.
L’arrivo dei discount e delle catene a basso costo non sembrano aver inciso troppo sul contenimento della spesa. «Ma questa è perfino una buona notizia – spiega Giuseppe Porro, docente di economia politica dell’Insubria – perché la deflazione esiste quando la domanda d’acquisto è talmente debole che i prezzi non riescono più a salire. Dopo anni di crisi economica non dispiace rivedere un po’ di inflazione in qualche angolo di paese, significa che questi territori sono meno in sofferenza. Sono segnali di ripresa».
Il merito va alla vicinanza con la Svizzera e ai clienti ticinesi, con un potere d'acquisto maggiore, che usano varcare il confine per acquistare prodotti che in Ticino sono più cari (carne o frutta, solo per fare un esempio), oltre che ai turisti. E questo fa pensare anche ai primi segnali di ripresa di un'economia da tempo in difficoltà.