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CANTONEIl Ticino turistico confrontato con la concorrenza globale

08.08.16 - 12:51
Pubblicato il Rapporto sui dati 2014 del tursismo in Ticino
Il Ticino turistico confrontato con la concorrenza globale
Pubblicato il Rapporto sui dati 2014 del tursismo in Ticino

BELLINZONA - In Ticino l'industria del turismo è molto importante a livello economico e sociale. L'arrivo di Alptransit è visto con grande speranza dagli addetti ai lavori per un settore che nel nostro Cantone vale il 10% di Pil. In questo contesto le autorità cantonali hanno profuso negli ultimi anni un impegno non indifferente per risollevare le sorti del settore, attraverso l'istituzione di un Osservatorio del Turismo facente parte della facoltà di Scienze economiche dell'Usi.

E proprio dall'Usi giunge oggi un comunicato stampa in cui si informa della pubblicazione del rapporto elaborato deall'Osservatorio del turismo dell'Usi, in cui si analizza la domanda quantitativa e qualitativa e l'offerta turistica attraverso il confronto con altre realtà concorrenti o più in generale paragonabili (Grigioni, Grigioni, Lucerna, Oberland bernese, Vallese in Svizzera; Belluno, Bolzano, Como, Lecco, Trento, Varese, Verbano-Cusio-Ossola in Italia; Salisburgo e Vorarlberg in Austria).

L’edizione 2016 del Rapporto – la quinta – è stata pubblicata oggi. L’analisi è basata sui dati 2014, i più aggiornati su cui sia possibile procedere a comparazioni.

Qui sotto l'estratto del Comunicato dell'USI

 

Il contesto di azione: la competitività del turismo svizzero

Nella speciale graduatoria elaborata dal World Economic Forum, la Svizzera risulta il sesto paese più competitivo al mondo nell’ambito del turismo: ottime infrastrutture e condizioni generali compensano infatti la posizione non di primissimo piano in termini di risorse naturali e culturali e – soprattutto – la scarsa concorrenzialità dei prezzi (che dal 2015 si è peraltro accentuata con la fine del cambio fisso franco-euro).

Complici proprio le tariffe elevate, tra 2000 e 2014 il turismo nel nostro paese è cresciuto meno rispetto ai paesi confinanti (Austria, Francia, Germania e Italia), +4,8% di pernottamenti in albergo contro +10%. Margini di miglioramento esistono nella capacità delle strutture ricettive (alberghi più grandi consentono economie di scala) e nella loro qualità (un maggior numero di alberghi a 4 o 5 stelle permette di attirare più clienti facoltosi, in grado di sostenere i prezzi svizzeri).

Quanto ai mercati di provenienza, le tendenze indicano un’importanza sempre maggiore del turismo domestico (+12% dal 2000) e dei mercati lontani, in particolare Cina (visitatori settuplicati), Paesi del Golfo (quadruplicati), Russia e India (triplicati); calano invece i turisti tedeschi (-6,1% dal 2000), che si rivolgono sempre più spesso verso altre mete più convenienti (Austria, Italia, Francia, Spagna, Europa dell’est e Turchia) e che, quanto alla Svizzera, si allontanano in particolare dalle destinazioni alpine, Ticino compreso.
Le prospettive indicano per il turismo svizzero una crescita dell’1,4% nel 2016. L’incremento dovrebbe coinvolgere anche le zone rurali, sebbene quest’ultime mostrino chiaramente una diminuzione dell’interesse negli ultimi anni.

 

La situazione in Ticino

Il Ticino ha chiuso il 2014 turistico con un calo dei pernottamenti alberghieri del 3,6% (84 mila pernottamenti in meno) rispetto al 2013, leggermente inferiore rispetto alla diminuzione del 4,5% sul medio periodo (confronto tra 2014 e media 2009-2013). Le località paragonabili hanno registrato nell'insieme una contrazione a un anno (-1,1%) e sul medio periodo (-0,5%), con alcune mete in controtendenza, soprattutto Lucerna e Varese, che si sono segnalate per particolare dinamismo (rispettivamente +9,6% e +14,5% sul medio periodo) e che si configurano dunque come esempi da cui è possibile trarre spunti di riflessione.

Tra gli elementi puntuali che sfavoriscono la nostra regione, si segnalano in particolare una capacità ricettiva degli alberghi inferiore alla media (44 posti letto medi per struttura contro 53), una minore percentuale di strutture di lusso (il 25% contro il 35%) e una stagionalità che continua a essere molto accentuata (il 72% dei pernottamenti annui è stato registrato nella stagione estiva, in confronto al 59% medio del campione di località considerate).

 

Svizzeri fedeli, ma attenzione a non adagiarsi

Per quanto concerne la provenienza dei turisti, il Ticino è tra le località più dipendenti dal turismo domestico: nel 2014 i visitatori interni hanno coperto il 60,4% dei pernottamenti in albergo, contro un valore medio del 37,2% nelle località paragonabili.
Se una diversificazione può sicuramente aiutare, il profilo noto delle preferenze dei visitatori elvetici (interesse per shopping, benessere e sport, attenzione alle infrastrutture, all’efficienza dei servizi e alla conoscenza delle lingue), la loro disponibilità economica e la loro fedeltà rappresentano anche un atout. Per la maggiore parte, i turisti svizzeri continuano infatti a restare fortemente legati alle mete nazionali.

Gli operatori ticinesi non possono tuttavia adagiarsi, anzi: “sorvegliando” con attenzione l’incremento di visitatori svizzeri che stanno registrando le destinazioni paragonabili (+2,5% sul medio periodo, contro il +1,3% del Ticino) e in particolare Varese, Trento e Verbano-Cusio-Ossola (rispettivamente +26,2%, +24,2% e +21,2% sul medio periodo), risulta di fondamentale importanza fidelizzare i clienti svizzeri con offerte vantaggiose e prodotti turistici di qualità che li allontanino dal considerare altre località dell’arco alpino più convenienti a livello di prezzo, specie dopo la fine del cambio fisso franco-euro.

Un esempio può venire dalla regione turistica Bellinzona e Alto Ticino, che – grazie anche all’attrattore rappresentato dai Castelli, patrimonio UNESCO – è riuscita negli ultimi anni a generare una riscoperta da parte dei visitatori svizzeri, i cui pernottamenti alberghieri nel 2014 sono stati superiori del 32% rispetto alla media del quinquennio precedente.
Strategia difensiva per contenere il calo dei visitatori tedeschi

I dati evidenziano ancora una volta la tendenza al calo dei turisti tedeschi. Tra 2013 e 2014 i pernottamenti alberghieri hanno fatto registrare il segno meno in tutte le località alpine svizzere e più in generale in quasi tutte le località prese in considerazione (con l’eccezione di Varese e Trento); sul medio periodo, invece, i pernottamenti sono diminuiti nelle mete elvetiche e cresciuti in buona parte di quelle estere, sulla spinta di un differenziale di prezzo sempre maggiore.

In questo contesto, il Ticino nel 2014 ha visto una diminuzione di 25 mila pernottamenti, pari al 9,2% in meno rispetto al 2013 e al 28% in meno rispetto al periodo 2009-2013, risultando la destinazione più in sofferenza sul medio periodo e confermando come alla nostra regione convenga ormai puntare su una strategia difensiva, attraverso la fidelizzazione di un “target” di clientela germanica con elevata disponibilità economica e di tempo (ad esempio quelli di fascia compresa tra i 50 e i 65 anni), cui offrire un servizio della massima qualità.
Rimane del potenziale sul mercato italiano

Per i visitatori italiani, altro mercato di riferimento per la piazza turistica ticinese, si conferma una difficoltà generalizzata della domanda di turismo all’estero, a causa della crisi economica. Tuttavia, il Ticino si è difeso: nel 2014 i pernottamenti sono sì risultati il 3,5% in meno rispetto al periodo 2009-2013, ma la diminuzione è stata meno marcata della media delle località considerate (-11%) e su base annua si è avuto un incremento (sono stati registrati 4 mila pernottamenti in più, pari al +2,5%, contro il -4,3% medio del campione analizzato).
I dati ribadiscono come la nostra regione abbia nella lingua e nella vicinanza un forte vantaggio competitivo rispetto alle altre destinazioni svizzere e a quelle austriache e come esista ancora del potenziale sul mercato italiano, purché si punti, con strategia difensiva, su una clientela con una disponibilità economica più elevata, offrendole prodotti enogastronomici ed esperienze legate alla natura.

 

Mercati lontani da sfruttare meglio

Quello dei turisti provenienti dai cosiddetti mercati lontani è un bacino che il Ticino sembra non aver ancora affrontato “di petto”. Sul medio periodo la tendenza è in crescita (nel 2014 i pernottamenti sono stati il 9,1% in meno rispetto al 2014, ma il 2,6% in più rispetto alla media 2009-2013, pari a 8 mila presenze in più rispetto alla media degli ultimi anni), tuttavia la progressione è meno marcata rispetto alla media delle mete dell’arco alpino (+14,1% nel 2014 rispetto al periodo 2009-2014) e il Ticino risulta una delle regioni con la minore incidenza percentuale di questi visitatori sul totale dei pernottamenti (13,7% nel 2014 contro una media del 21%). Esistono dunque margini di miglioramento, come mostrano destinazioni quali Varese, Oberland bernese e Lucerna, che stanno sfruttando meglio questi mercati in salute nell’arco alpino.

 

Uno sguardo alle singole regioni

Come già quello del 2015, il Rapporto destinazione 2016 propone anche uno sguardo di dettaglio sulle singole regioni turistiche ticinesi: Bellinzona e Alto Ticino, Mendrisiotto e Basso Ceresio, Lago Maggiore e Valli, Lago di Lugano.
Tra di esse, si è distinta per dinamismo Bellinzona e Alto Ticino, che nel 2014 ha registrato l’incremento maggiore di pernottamenti in albergo sia rispetto al 2013 (+3,9%, pari a 7 mila pernottamenti in più, il secondo dato migliore allargando il confronto non solo alle regioni ticinesi, ma anche a quelle svizzere ed estere comparabili) sia rispetto al periodo 2009-2013 (+7%, il quarto dato migliore nella comparazione allargata), grazie in particolare – come detto – alla riscoperta da parte dei turisti svizzeri (+10,3% su base annua, pari a 10 mila pernottamenti, e +32,2% sul medio periodo) sulla spinta, tra gli altri fattori, dei Castelli di Bellinzona.

La regione Lago di Lugano è rimasta sostanzialmente stabile (+0,1% di pernottamenti alberghieri su base annua e +0,6% sul medio periodo), tenendo bene sul mercato svizzero (+3,7% rispetto al 2013, pari a 16 mila pernottamenti in più, e +5% rispetto al periodo 2009-2013) e capitalizzando i mercati lontani sul medio periodo (+13,4%, con solo il Mendrisiotto che ha fatto meglio: +14,3%; dati corrispondenti a, rispettivamente, un aumento di 26 mila e 4 mila pernottamenti rispetto alla media degli ultimi anni).

Mendrisiotto e Lago Maggiore e Valli hanno invece conosciuto una decisa contrazione (rispettivamente -12,9% e -6,6% rispetto ai pernottamenti del 2013, pari a un calo di 18 mila e 74 mila pernottamenti; -18,3% e -8,5% rispetto al periodo 2009-2013), perdendo visitatori svizzeri (-17,1% per il Mendrisiotto e -5,1% per il Lago Maggiore su base annua, pari a 12 mila e 43 mila pernottamenti; -18,7% e -2% sul medio periodo) e pagando più delle altre regioni la flessione dei turisti germanici (-20,9% per il Mendrisiotto e -9,8% per il Lago Maggiore rispetto al 2013, pari a 2 mila e 16 mila pernottamenti in meno; -38,8% e -27,4% rispetto al periodo 2009-2013). Per quanto riguarda il Mendrisiotto, a fronte del calo dei pernottamenti si pone una presenza massiccia di ospiti di giornata e da shopping, che difficilmente generano pernottamenti, ma che hanno una spesa media giornaliera molto simile a quella dei turisti che pernottano in strutture da 0-2 stelle.
Un segnale positivo che arriva da tutte le regioni è una grande presenza di pernottamenti in seconde case, le quali ospitano turisti con un’alta probabilità di ritorno. I pernottamenti effettuati in seconde case hanno una grande importanza economica per il Cantone. Infatti, secondo i dati dello studio “L’impatto economico del turismo in Ticino”, la spesa media giornaliera effettuata da parte degli ospiti di seconde case è di circa 60 CHF (36 CHF a Bellinzona e Alto Ticino, 59 CHF a Lago Maggiore e Valli, 76 CHF nel Luganese e 34 CHF nel Mendrisiotto).

 

 

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