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CADROIl mini-market è troppo caro? «Siamo pagati 3.50 franchi l'ora»

26.07.16 - 10:00
I detenuti si lamentano per i prezzi allo “Spaccio” della Stampa. Il direttore: presto pagamenti elettronici e un rendiconto.
fotolia
Il mini-market è troppo caro? «Siamo pagati 3.50 franchi l'ora»
I detenuti si lamentano per i prezzi allo “Spaccio” della Stampa. Il direttore: presto pagamenti elettronici e un rendiconto.

CADRO - Anche i detenuti fanno la spesa. E si lamentano dei prezzi. Ebbene sì: forse non tutti lo sanno, ma all'interno della Stampa esiste un mini-market (lo "Spaccio") in cui i carcerati possono rifornirsi di praticamente qualsiasi cosa, pagando di tasca propria. Qualcuno, però, si è accorto che tra i prezzi all'interno del carcere e all'esterno ci sono delle differenze. Con la collaborazione del detenuto Pierangelo Casarotti, che sconta una pena allo Stampino, tio.ch/20minuti ha messo insieme la tabella di confronto prezzi che trovate  in allegato. Le differenze balzano all'occhio. Sul suo blog personale, Giustizialismo.ch, Casarotti ha lanciato un appello alla Direzione delle strutture carcerarie affinché «ponga fine a una disparità su cui parecchi detenuti esprimono malumore. Faccio notare che, per i lavori svolti dai carcerati, la paga oraria è di 3.50 franchi». 

Il fondo sociale - «Siamo contenti di raccogliere le segnalazioni della popolazione carceraria» spiega il direttore delle carceri ticinesi Stefano Laffranchini, che ricorda però , in ogni caso, che «i proventi delle vendite del mini-market vengono interamente destinati al fondo sociale per i detenuti, e spesi quindi in loro favore, per esempio quale partecipazione ai costi di rimpatrio o per l’acquisto di abiti per chi è senza fondi. Per questo motivo, coerentemente con una direttiva in materia e per ottemperare al principio della "solidarietà", pratichiamo un prezzo di vendita superiore del 10% a quello d'acquisto».

«Faremo un rendiconto» - Per far meglio comprendere (e digerire) agli ospiti questo meccanismo, la Direzione ha dunque deciso di ricorrere a un rendiconto annuale. Un rapporto dettagliato, in cui i carcerati potranno leggere, ad esempio, che nel 2015 il 30 per cento dei proventi del mini-market sono stati utilizzati per l'acquisto di televisori e apparecchi elettronici nelle celle; il 20 per cento per cofinanziare le feste del penitenziario; il 10 per cento per corsi di formazione agli internati; il restante 40 per cento per aiuti ai detenuti in difficoltà economiche.

Tagli e pagamenti elettronici - La misura, spiega Laffranchini, fa parte di un pacchetto volto a «razionalizzare e ottimizzare» lo Spaccio: se da una parte «non è possibile selezionare le offerte più convenienti per ogni singolo prodotto, rivolgendoci a un unico fornitore che mediamente applica i prezzi più convenienti» l'assortimento verrà rivisto e ridotto «per evitare doppioni»; inoltre, conclude Laffranchini, «introdurremo un sistema di pagamento "alla cassa" attraverso carte elettroniche che verranno consegnate a ciascun detenuto, semplificando così le procedure di gestione». L'obiettivo: tagliare i costi per lo Stato, che a oggi spende oltre 300mila fr l'anno per il servizio. In tempi di austerity, i detenuti non sono i soli a voler risparmiare.  

 

 

 

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