L’Ave Maria indigesta a Sala Capriasca evidenzia come il problema sia sempre più sentito. E c’è pure chi ha trovato il modo per rendere i rintocchi più soft.
SALA CAPRIASCA - Campane moleste di nuovo sotto accusa. Stavolta accade a Sala Capriasca, dove una cittadina si è fatta portavoce del presunto malumore della popolazione, chiedendo l’intervento del Cantone. Dito puntato contro le melodie liturgiche del mattino, in particolare l’Ave Maria delle 6.30. «Effettivamente abbiamo ricevuto una lamentela da Sala Capriasca – conferma Roberto Tettamanti, collaboratore scientifico dell’Ufficio cantonale della prevenzione dei rumori –. Di solito ne registravamo un paio all’anno. Ultimamente constatiamo che l’intolleranza verso il tema sta crescendo».
Tolleranza ai limiti - E che la tolleranza sia ormai giunta ai limiti di guardia lo dimostra il caso di Sala Capriasca. «Durante la notte – dice la presidente del consiglio parrocchiale Elda Lepori – il nostro campanile tace. Alle 20 fa l’ultimo rintocco. Poi più nulla fino all’Ave Maria del mattino. Non capiamo davvero come mai si sollevino certe polemiche».
Direttive declinabili - La legge dice che le campane non usate a scopo liturgico non dovrebbero arrecare danno alla quiete pubblica tra le 21 e le 7. Una direttiva che viene declinata a discrezione delle autorità. In alcuni comuni, nonostante il battito delle ore secondo la legge non è definito molesto per la salute dell’uomo, le campane di notte non suonano più da tempo. È il caso, ad esempio, della Collegiata di Locarno, dove il campanile di notte chiude i battenti.
Scampanio molesto - «In passato – ricorda Tettamanti – ci sono stati problemi anche in comuni come Ligornetto, Intragna o Faido. Il Cantone funge da consulente. Le decisioni spettano ai singoli comuni in accordo con i consigli parrocchiali. Ad alcuni dà fastidio il semplice scampanio, tipico del giorno di festa. Oppure il suono dell’Ave Maria, al mattino».
Il dietrofront di Faido - Non sempre, però, la decisione di sopprimere le campane di notte risulta definitiva. A Faido, ad esempio, dopo un silenzio di un paio d’anni, è stata la stessa popolazione a chiedere il dietrofront alle autorità parrocchiali. «La gente – sottolinea il parroco fra Edy Rossi-Pedruzzi – ha raccolto centinaia di firme in favore delle campane. E infatti oggi suonano ancora di notte. C’è chi le vorrebbe annientare, ma evidentemente c’è anche chi è attaccato alla tradizione».
Suoni più dolci - La soppressione del suono delle campane durante alcune fasce orarie non rappresenta l’unica soluzione per risolvere il problema. Mathias Walter è un esperto di campane. E da qualche anno sta studiando la tematica. «Ho migliorato alcune tecniche per addolcirne il suono – ammette –. La prima affronta la questione da un punto di vista numerico, regola l’energia elettromagnetica, diminuendo l’intensità del suono della campana. La seconda invece agisce dal profilo meccanico. Si fa in modo che il martello picchi in maniera più lieve sulla campana».
Segno dei tempi - Walter finora ha sperimentato le sue scoperte in alcune chiese della Svizzera tedesca. Ottenendo ottimi riscontri. «In Ticino non sono ancora stato considerato. Ma è chiaro che se dovessi essere chiamato in causa, non mi tirerei indietro. Il campanile, pur essendo un nostro simbolo, oggi non ha più il ruolo che aveva in passato. Ridurne i rumori è una necessità dell’epoca moderna».