Una veterinaria difende la categoria dopo il caso del lupo cecoslovacco morto sul Cassarate: «Forse hanno trovato chi ha sottovalutato il caso, ma spesso le "urgenze" tali non sono»
LUGANO - Il grido di denuncia per il cane morto lungo il Cassarate non è passato inascoltato. A raccoglierlo è stata proprio una veterinaria, che ci tiene però a difendere la propria categoria. «Probabilmente hanno trovato il collega che ha preso sotto gamba la situazione, ma non tutti i veterinari rispondono allo stesso modo», spiega Giusi Bonifazi-Occhipinti, medico veterinario del Centro Orso Bruno a Davesco.
La difficoltà, spesso, è riconoscere la vera emergenza. Non tanto da parte del medico, quanto da parte del proprietario di animali. «Riceviamo continuamente telefonate che segnalano un'emergenza. Ma che tale non è. Ci chiamano di domenica per il cane con la zecca. La visita d'emergenza costa di più anche per quello. Non è giusto nei confronti dei veterinari questo comportamento. Anche noi abbiamo diritto alla nostra vita privata», spiega la dottoressa.
Per questo esiste un numero di picchetto. Che però, ammette la veterinaria, non sempre funziona come dovrebbe: «C'è il picchetto, ma effettivamente è un servizio che potrebbe funzionare meglio. Inoltre abbiamo appena scoperto che ci sono problemi con gli abbonati Sunrise che, per qualche motivo, non sono abilitati a comporre i numeri 0900».
In ogni caso la nostra interlocutrice spiega che, in quella circostanza, anche uno specialista sul posto avrebbe potuto poco. «L'unica cosa da fare era caricare il cane in auto e portarlo in clinica. Un veterinario che si sposta con la sua auto non ha gli strumenti adatti con sé per una radiografia, un esame del sangue, un intervento».
Un'ambulanza, ammette, sarebbe l'ideale. «Le ambulanze veterinarie sono una bella cosa, ma non c'è chi le paga. Ci vorrebbe una cassa malati per gli animali. Ma manca ancora la mentalità. È da poco che si è passati a considerare i nostri amici a quattro zampe come esseri viventi e non più come oggetti».