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CANTONE«Era un uomo di una tenerezza straordinaria»

20.07.16 - 11:36
Il regista Daniele Finzi Pasca ricorda così il clown ticinese Dimitri
Tipress
«Era un uomo di una tenerezza straordinaria»
Il regista Daniele Finzi Pasca ricorda così il clown ticinese Dimitri

LUGANO - «Sono molti gli aggettivi che si possono utilizzare per parlare di Dimitri, ma credo che per descrivere la sua persona bastino due termini meravigliosi come “bello” e “buono”». È con profondo affetto che l’attore e regista Daniele Finzi Pasca ricorda il clown e mimo ticinese che la scorsa notte si è spento all’età di ottant’anni. Una partenza che lascia un segno profondo nella scena artistica del nostro cantone.

Che ricordi ha di Dimitri?

«Molti molti ricordi. Sicuramente lo ricordo come un maestro, come un artista che ha marcato tante generazioni di gente di teatro nel nostro paese. Era un uomo di una tenerezza straordinaria, che della tenerezza ha fatto il suo modo di comunicare e trasmettere determinati valori: tenero il suo modo di stare sulla scena, il modo con cui si rapportava alla cultura e alla gente, delicato il modo con cui esprimeva dubbi sulla violenza e i drammi della vita».

C’è un momento particolare a cui ripensa?

«I messaggi che mi ha mandato due mesi fa, quando è morta Julie Hamelin (la moglie di Finzi Pasca, ndr): messaggi in cui c’erano tanta empatia e tanto affetto».

L’arte del clown è un’arte complessa. Cos’aveva di speciale Dimitri nel proporre questo tipo di espressione artistica?

«Ci sono artisti che riescono a essere se stessi e costruire qualcosa di meraviglioso partendo dalle loro intuizioni. Lui è riuscito a costruire questo linguaggio con uno stile personale».

Ma si dice che in Ticino Dimitri non era capito da tutti.

«Era amato da tantissimi, enormemente rispettato. Come tutte le persone intelligenti e che hanno le proprie idee, come tutti i poeti che abbiamo avuto occasione di conoscere, anche Dimitri aveva delle opinioni sulle quali non tutti erano d’accordo. Ma le portava con una tale gentilezza, che non era possibile non essere d’accordo senza volergli bene».

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