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BODIO«Senza tutte queste ragazze chiudo il locale»

27.05.16 - 07:09
In Leventina la fine del cantiere Alptransit (che si inaugura mercoledì) ha creato un "vuoto" di clientela... e gli esercenti corrono ai ripari
«Senza tutte queste ragazze chiudo il locale»
In Leventina la fine del cantiere Alptransit (che si inaugura mercoledì) ha creato un "vuoto" di clientela... e gli esercenti corrono ai ripari

BODIO. «Non c'è più il cantiere Alptransit, non c'è più la Coop, a breve chiuderà la Posta e rischiamo di chiudere anche noi se non ci inventiamo qualcosa». Bodio si prepara alla festa per l'inaugurazione del tunnel, mercoledì: ma anche al dopo. «Ci aspettiamo che l'evento porti diversi visitatori, ci stiamo organizzando» spiegano dall'osteria “il Barone” in via Sassi Grossi.

«Clienti come gli altri» - Il ristorante è assurto agli onori delle cronache, nei giorni scorsi, per la presenza cospicua di ragazze ammiccanti tra i propri tavoli: «Clienti come gli altri» assicura il titolare. La sezione Teseu della Polizia cantonale però, specializzata in prostituzione, ha fatto una visita al locale a seguito dell'articolo di tio.ch/20minuti di lunedì. Un controllo da parte del Municipio è previsto per il 30 maggio.

Dopo Alptransit... - «Non abbiamo niente da nascondere» continua il titolare: «Non posso negare che in questa zona girano molte ragazze, ma non posso nemmeno affiggere un cartello “vietato alle prostitute”. Anzi: se consumano, e portano clienti, ben vengano. Con la chiusura del cantiere di Alptransit è venuto meno un indotto di clienti». Lo stesso vale per i locali vicini.

Il "Ticino" chiede i danni - «Gli operai del San Gottardo affittavano camere, consumavano: ora si è creato un vuoto che dobbiamo pur colmare» confermano dal bar-affittacamere Ticino, nella stessa via del "Barone". Anche qui la Teseu ha effettuato controlli di recente. Agli appartamenti dello stabile (e alla sauna inclusa) il Comune aveva apposto i sigilli per sei mesi, due anni fa, a seguito di due blitz anti-prostituzione. Una sentenza del Consiglio di Stato, però, ha stabilito che il provvedimento non era giustificato, in quanto «la presunta attività a luci rosse non è stata comprovata» spiegano i titolari.

«Pagheranno i contribuenti» - Risultato: gestore e proprietario hanno ora deciso di chiedere i danni per i mancati introiti. In totale, circa 60mila franchi. La richiesta verrà presentata oggi direttamente al Municipio. «Quello che ci dispiace è che a pagare saranno eventualmente i cittadini di Bodio, che non c'entrano nulla» concludono i titolari.

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COMMENTI
 

robyk 7 anni fa su tio
Le prostitute,il grande problema ticinese mentre il cantone và a farsi fottere per mille altri motivi !!

Meridiana 7 anni fa su tio
Ai venditori sfruttatori di vite umane sta bene.....

robyk 7 anni fa su tio
Risposta a Meridiana
Permettere a delle ragazze di guadagnare in un giorno quello che nel loro paese guadagnerebbero in un mese sarebbe sfruttamento ??

GI 7 anni fa su tio
Potrebbe essere "un atout" da giocare allorquando la tratta ferroviaria sarà "turistica" !

bobà 7 anni fa su tio
... Eisterá sempre! Se lo si reprime i punti di "vendita" si sparpaglieranno finemente nel territorio e li troveremo dietro la porta che sta sullo stesso pianerottolo della nostra porta. Se invece questo mestier ha dei punti di "vendita concentrati", il fenomeno può essere meglio controllato. Di conseguenza lo stato ne trarrebbe beneficio (imposte, ordine, lamentele) e la comunità pure. Qundi: bando ai puritanesimi e bigottismi e cerchiamo di fare buon viso a cattivo gioco!
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