Muscoli d’acciaio e tanta temerarietà, la scelta di Erik Perrone, diciannovenne che abita in un camper immerso nella natura: «Non ho lasciato il liceo perché sono ignorante. Anzi…»
BELLINZONA - Abita nei boschi del Sempione, in Vallese, a quasi 2'000 metri, nel suo camper immerso nella foresta. Scelta decisamente particolare, quella di Erik Perrone, diciannovenne di Bellinzona. Apprendista selvicoltore, muscoli d’acciaio e tanta temerarietà, Erik ha lasciato la routine per immergersi nella natura. «Dopo tre anni di liceo non ce la facevo più. Io avevo bisogno di seguire il mio istinto. La scorsa estate mi sono trovato un posto da taglialegna. E ora vivo nei paraggi dell’azienda».
Fuori dal mondo - Non ha la televisione, non ha il computer. L’unico collegamento con il resto del mondo è il suo cellulare. «Lo uso per postare su YouTube e sui social network le foto e i video delle mie imprese. Mi sono prefissato una serie di obiettivi in ambito alpinistico ed esplorativo. Il mestiere di selvicoltore è uno dei pochi che mi consente di allenare costantemente il mio corpo. E poi riesco a farlo senza sentirmi vuoto al termine della giornata. Ecco, sì, prima avevo un’esistenza vuota».
A caccia di imprese - Erik dorme tutte le sere in un posto circondato da montagne. Buio pesto. «Io non ho paura della notte. E neanche delle bestie selvatiche. Alla sera, dopo il lavoro, mi metto una pila in testa e vado a correre. Ogni venerdì mi tocca andare a scuola a Interlaken, nel canton Berna. E quando i passi sono aperti e il clima è buono ci vado con la mia bicicletta da corsa. In totale sono 190 chilometri per quasi 6'000 metri di dislivello. Sono uno che ama l’avventura».
Sicurezza - Tanto che, come mostrano alcuni suoi video su YouTube, Erik a volte si reca in bicicletta fino in cima alle montagne per poi scendere con gli sci ai piedi. «Mi piace fare cose diverse, fuori dagli schemi. Naturalmente mi metto sempre in sicurezza. Io ci tengo alla mia vita. E non mi va di rischiare, dove c’è pericolo mi fermo».
Il grande traguardo - Erik ha un modo tutto suo di fare esplorazione e alpinismo. «In totale autonomia. Il mio progetto per il 2018 è quello di raggiungere il monte Elbrus in Georgia, attraversando il continente europeo per due volte. Sono alla ricerca di sponsor per questa avventura. Per me sarà la prima di una serie di imprese al limite dell’impossibile».
Filosofia - Ma c’è anche una questione filosofica alla base dello stile di vita di Erik. «Abitando in un bosco, posso avere la mente libera. Stare nella bellezza della natura mi dà pace e serenità. Volevo imparare a essere indipendente. Trovo che la gente sia troppo legata al benessere. Siamo schiavi di noi stessi. Imparare a vivere al freddo e con poche cose è un segno di grande libertà. Mi sento davvero libero di potermi muovere ovunque senza avere spese eccessive. Ecco perché riesco a vivere fuori casa con un semplice salario da apprendista».
Una vita a basso consumo - Il camper del giovane bellinzonese è un veicolo d'epoca furgonato. «Interamente rimontato da me. Ho due grosse batterie, un pannello solare da 100 watt e una stufa a gas. La doccia la faccio al massimo tre volte a settimana di fuori, e in estate mi lavo del fiume». Il camper di Erik sta quasi sempre fermo. «Perché consuma molto. Lo guido per andare in vacanza o per tornare in Ticino. Per il resto, uso i mezzi pubblici o la bici. I miei “bisogni” li faccio sempre fuori durante il giorno. Nel camper ho un WC chimico che svuoto nei gabinetti pubblici».
Amici e affetto - Nonostante la situazione di isolamento, Erik non si sente solo. Lo dice chiaramente. «Ho i miei amici in Ticino e ogni tanto torno a trovarli. Certo, mi manca una ragazza. Ma io ho fiducia. Penso che nel mondo esista una persona che possa amare i miei stessi valori. La natura, lo sport e il benessere fisico. Non ho fretta, nel mio camper c’è spazio anche per due».
Liceali svogliati - Erik torna, infine, sulla sua scelta di abbandonare il liceo. «Non ho deciso di fare il selvicoltore perché sono ignorante. Anzi. Questo è un mestiere che mi appassiona. E i miei progetti vanno ben oltre questa professione. I giovani che non sanno cosa fare e studiano senza motivo a spese dello Stato dovrebbero, invece, costruirsi una passione e nutrirla. Quando si decide liberamente cosa fare, la strada diventa più facile. All’inizio i miei genitori erano delusi dalle mie scelte. Adesso non più. Perché mi vedono finalmente felice. È questo che conta per un genitore».