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MOGHEGNO«Ho scelto il “cibo da strada” per amore delle mie bimbe»

25.04.16 - 07:17
La favola di Trevor Appignani, chef ticinese con esperienze in ristoranti di alto livello. Oggi gira il Ticino con il suo furgoncino: «Così ho salvato la mia famiglia»
Foto tio.ch
«Ho scelto il “cibo da strada” per amore delle mie bimbe»
La favola di Trevor Appignani, chef ticinese con esperienze in ristoranti di alto livello. Oggi gira il Ticino con il suo furgoncino: «Così ho salvato la mia famiglia»

MOGHEGNO - «Se avessi continuato a fare quella vita, forse mi sarei giocato la famiglia. Megan e Mia, le mie due bambine, rappresentano tutto per me». Ha messo da parte la carriera, Trevor Appignani, chef ticinese con esperienze in ristoranti europei di ottimo livello. Dai fornelli del Geranium di Copenhagen al bancone di un furgoncino che gira per il Sopraceneri, il passo può essere breve se ci sono in ballo i sentimenti. Il 32enne di Moghegno, in Vallemaggia, adesso l’alta cucina la propone per strada. «Il mio - ammette - è uno “street food” particolare. Quello che prima preparavo nelle grandi cucine, ora lo faccio nei villaggi ticinesi».

Il volo - Nato e cresciuto a Locarno, Trevor si è formato come cuoco a Tenero. Prima di spiccare il volo verso Londra, dove ha la sua prima importante esperienza, all’Hilton. Seguiranno le stagioni al Castello del Sole di Ascona, condite da un quarto posto ai Mondiali per cuochi di Francoforte. E poi ancora le esperienze al Park Hotel di Vitznau e soprattutto in Danimarca. «Al Geranium ho lavorato a fianco di cuochi di fama internazionale. È stato un onore».

La scelta - Mentre Trevor esplode a livello professionale, in parallelo si rende conto che qualcosa sta cambiando dentro di lui. «Se avessi voluto proseguire lungo quella via, avrei privato della mia presenza Megan (5 anni) e Mia (4). A un certo punto ho voluto fare una scelta. E io le mie bambine non me le gioco per una stella in più».

Pendolarismo folle - Fino a quel punto Trevor aveva quasi sempre fatto il "pendolare". «Facevo la spola tra il Ticino e le località in cui mi trovavo a lavorare. Uno stress incredibile. E così mi sono detto che avrei dovuto tornarmene a casa. Ma non me la sentivo di aprire un ristorante normale. Ho scelto questo strano tipo di "street food", in questo modo avrei reso popolare un tipo di cucina che solitamente è destinato a pochi eletti».

Perenne creatività - Dalla tartare di manzo con burro alle cipolle e cetrioli, al pane di Vallemaggia con salmone al coltello e crema di avocado. Dal cofanetto con insalatina d’orzo e verdure cotte, alla coscia di pollo cotta a bassa temperatura con cenere di cipolle e olio di basilico. Senza parlare dei dessert, tra cui si notano la mousse di farina bona e la torta di mele con spuma alla vaniglia. «Ogni giorno cambio menù. Sono in perenne fase creativa. Eccezion fatta per il pane, preparo tutto io. Spesso lo faccio di notte, per non rubare tempo alle bimbe. Per fortuna che alla cassa, mentre cucino, c’è la mia compagna».

Sentimenti curiosi - È una situazione sentimentale curiosa, quella di Trevor. Il 32enne di Moghegno da qualche anno si è separato dalla mamma delle sue bimbe. «Eppure lei continua a essere la mia migliore amica e vive a cento metri da me. Anche per lei il bene delle nostre figlie è prioritario. Abbiamo un bel tipo di rapporto».

VIP a tavola - Ha cucinato per personaggi del calibro di Jean Todt e Lapo Elkann. E per un certo periodo è stato pure il cuoco privato del padrone della Haribo, l’azienda che produce le celebri caramelle gommose. «Di VIP ne ho incontrati parecchi. Ma sinceramente a me non interessa se devo cucinare per Obama o per il Papa. Io dò sempre il massimo in ogni caso, per qualsiasi cliente. Non mi va di tirarmela perché ho preparato piatti per gente famosa. Ho imparato a tenere un basso profilo. Magari so dare cento, però preferisco dire che so fare uno».

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