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CADENAZZOMaestra nella bufera, la lettera: «Ora dico la mia»

04.04.16 - 16:00
Accusata di "metodi maneschi", è stata prosciolta da ogni accusa. Ma il Municipio prospetta il licenziamento
Foto Ti-Press
Maestra nella bufera, la lettera: «Ora dico la mia»
Accusata di "metodi maneschi", è stata prosciolta da ogni accusa. Ma il Municipio prospetta il licenziamento

CADENAZZO - Accusata, assolta e (nonostante tutto) punita. Domani, molto probabilmente, licenziata. «Sono stata rivoltata come un calzino, ora la gente deve sapere». Si sfoga così, in una lettera inviata a tio.ch/20minuti (vedi allegato), la maestra di Cadenazzo sospesa un anno fa perché accusata utilizzare “metodi maneschi” con gli alunni della scuola d’infanzia. La denuncia, presentata da due mamme a febbraio 2015, si era poi rivelata infondata: come avevamo riferito, dopo mesi di indagini il caso si era chiuso con un decreto d’abbandono da parte della Procura.

Licenziamento in corso - Nessuna molestia, niente di niente. Eppure l’insegnante, sospesa a seguito di un’inchiesta amministrativa aperta dal Municipio di Cadenazzo, non è più tornata in cattedra da allora. Non solo. Circa un mese fa, è arrivata la lettera di avviso di licenziamento. Inutili le prove proposte dalla docente (ma respinte dal Municipio, che non ha voluto entrare nel merito) a dimostrazione dell’infondatezza delle accuse. Inutile anche l’appello che i genitori della scuola avevano firmato e inviato in blocco al Municipio, in difesa della docente «amata da tutti», come le testimonianze di una ventina di bambini che smentivano le sberle e i presunti metodi «violenti».

«Grazie a tutti» - La decisione sulle prove, ribadita a marzo dal Municipio, è ora oggetto di un ricorso al Consiglio di Stato presentato venerdì dalla maestra. La quale, in attesa del verdetto, ha deciso di uscire allo scoperto. «Nessuno ha pensato di entrare nella mia sezione prima della sospensione per vedere il clima al suo interno» scrive la donna. «È stata osservata e giudicata anche la mia vita privata è stato messo in dubbio anche il mio stato di salute» ma, sottolinea la donna, non è emerso alcunché «di rilevanza penale né disciplinare. Ora - conclude - non mi resta che attendere la conclusione del tutto per finalmente riprendere in mano la mia vita, ringraziare le molte persone e tutti i bimbi che hanno creduto in me non invano, che mi hanno sostenuto fin dall’inizio e che con me potranno girare in paese a testa alta».

«No comment» - Da noi contattato, il Municipio fa sapere che la procedura di licenziamento «sta seguendo i suoi passi formali e non è ancora conclusa» per cui non verrà rilasciato alcun commento. 

 

 

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