Lo studio dell’Osservatorio della vita politica regionale di Losanna mostra una RSI che riceve la fiducia di molti utenti, ma con alcune criticità di rilievo
COMANO - È stato presentato martedì pomeriggio lo studio dell’Osservatorio della vita politica regionale (OVPR) dell’Università di Losanna che ha analizzato il voto della Svizzera italiana in merito alla modifica della legge sulla radiotelevisione.
CORSI e RSI hanno voluto capire le ragioni del voto popolare del 14 giugno 2015, tramite l'inchiesta di opinione realizzata presso 1790 cittadini di Ticino e Grigioni italiano. Le tendenze emerse si distaccano solo in parte da quelle osservate a livello nazionale: tra gli oppositori alla riforma, nella Svizzera italiana è prevalso l’orientamento secondo cui “non tutti utilizzano la radio e televisione (RTV), quindi non tutti devono pagare”.
Chi vota a destra ha detto No - La modifica di legge è stata rifiutata principalmente dagli elettori di Lega e UDC, mentre il sostegno è stato moderato tra i votanti vicini a PLR e PPD e netto da chi vota PS e Verdi. «Chi ha meno fiducia nel Consiglio federale e si ritiene meno soddisfatto dall’offerta radio-televisiva della RSI tende a collocarsi fra i contrari della riforma». È emerso inoltre che chi non segue mai né i canali televisivi né i canali radio della RSI ha respinto a larga maggioranza la modifica legislativa (rispettivamente con il 71,7% e il 62,2% di No).
Fiducia nella RSI, ma... - Chi ha risposto all'inchiesta ha espresso fiducia nella RSI, in grado maggiore rispetto al resto della stampa e delle tv e radio private. La percentuale di chi ritiene che i canali tv debbano restare due e quelli radio tre è piuttosto elevata, ma «non mancano elementi di criticità»: due terzi degli intervistati sono del parere che la politica sia spesso presentata in maniera tendenziosa, e che si dia troppo spazio alle notizie internazionali a scapito della realtà locale e che manchi il contatto con la quotidianità ticinese. Quasi un intervistato su due ritiene inoltre che «la RSI dispone di troppe risorse economiche che non sa gestire e sfruttare», mentre il 52,3% degli intervistati si dice abbastanza o molto d’accordo con l’opinione per cui «i giornalisti e in generale i dipendenti della RSI godono di troppi privilegi».