Il gruppo leghista è stato accusato di aver da prima sostenuto la nomina del direttore della Rsi per poi girargli le spalle dopo le polemiche relative agli ultimi licenziamenti
COMANO - Attraverso le pagine della rivista di partito Popolo e Libertà, il PPD va all’attacco della Lega. Oggetto delle accuse le discordanti attenzioni rivolte al «sedotto e abbandonato» Canetta. «Quei camaleonti di leghisti» sarebbero rei di aver sostenuto la nomina del direttore della Rsi, per poi invitarlo a dimettersi nell’ultimo numero del Mattino della Domenica, a seguito delle recenti polemiche relative ai licenziamenti. In particolare a Paolo Sanvido e Michele Foletti è stato chiesto se si siano dimenticati «come è andata la decisione sulla direzione della RSI prima di trasformarsi in prodi Schettino in salsa ticinese».
È stato messo in evidenza che, alla nomina, Sanvido e Foletti avevano colto l’occasione per sottolineare come la Lega si fosse staccata «dalle logiche di partito puntando sull’interesse complessivo dei tesori cantonali da difendere». Canetta era infatti stato giudicato «persona capace di grande attenzione ai bisogni delle persone, capacità di coinvolgere e motivare i collaboratori, rigore gestionale e forte senso dell’equità. Incarna tutti i valori del pionerismo con una visione del futuro chiara e pragmatica».
Toni ben diversi da quelli apparsi sull’ultimo numero del Mattino della Domenica. «I licenziamenti condotti “all’americana” dal direttore kompagno militante Maurizio Canetta - si può leggere - (quello che su Periscope fa le rassegne stampa in mutande) hanno giustamente scandalizzato il Ticino!». E dopo una serie di accuse di malagestione un invito: «Kompagno direttore, il prossimo a venire “accompagnato alla porta” dal servizio di sicurezza devi essere tu!!».