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CANTONEOCST e VPOD sui docenti: "Stracciare le misure di risparmio sul personale"

11.12.15 - 17:18
OCST e VPOD sui docenti: "Stracciare le misure di risparmio sul personale"

BELLINZONA - Il Movimento della Scuola e i sindacati OCST-Docenti e VPOD-Docenti invitano il Gran Consiglio a stralciare dal Preventivo 2016 le misure di risparmio sul personale.

Esse saranno applicate nel 2016 e nel 2017, "ma, come molte di quelle che le hanno precedute - scrivono i sindacati -, avranno effetti definitivi che continueranno nel tempo. In sostanza si tradurranno in una riduzione reale dei salari con una diminuzione della spesa per il personale prevista nel preventivo 2016 pari all’1,5% del totale".

Tali misure, per OCST e VPOD, "introducono inoltre elementi di disparità di trattamento: l’effetto della sospensione degli scatti annuali è infatti da tre a quattro volte superiore rispetto a quello causato dalla riduzione dello 0,5% dello stipendio massimo".

"Purtroppo - prosegue il comunicato - sono solo le ultime misure di una lunga serie che comprende: contributi di risanamento o di “solidarietà”, blocchi degli scatti, riduzione di due classi dello stipendio dei docenti, riduzione del 3% del salario ai neoassunti e del 20% ai supplenti, blocco degli avanzamenti in classe alternativa e tra parentesi, tagli al carovita, aumento di un’ora settimanale d’insegnamento ai docenti, riduzione degli sgravi orari per i docenti e dei monte ore di sede, fino alla recente soppressione dell’indennità di economia domestica. Per ciò che attiene alla scuola in particolare, sottolineiamo che già ora solo il 31% del corpo docente del Cantone riesce a insegnare a tempo pieno mentre ci si avvicina al pensionamento di più di 1/3 degli insegnanti, svilire ulteriormente la professionalità degli insegnanti appare una scelta controproducente e pericolosa".

"Pensare poi di compensare anche solo parzialmente l’ennesimo danno recato ai docenti con un giorno di congedo pagato, il prossimo 23 marzo, appare emblematico della crescente distanza e difficoltà di comprensione creatasi tra la politica ticinese e il mondo della scuola. Una categoria che chiede da anni solo il giusto riconoscimento (almeno quello pattuito) per lo svolgimento del proprio operato (sempre più articolato e complesso) ed eque condizioni di lavoro, già spesso superficialmente biasimata per presunti privilegi, ora si vede attribuire, suo malgrado, oltre alla solita, umiliante, riduzione salariale, anche un ulteriore argomento di discredito agli occhi dell’opinione pubblica, un’autentica mela avvelenata", si prosegue.

I sindacati invitano tutti i collegi docenti che ancora non l’avessero fatto a:

    • preparare nelle prossime settimane uno striscione a difesa della qualità della pubblica istruzione e del nostro lavoro, ad esporlo al più presto esternamente alla propria sede;
    • organizzare per il 23 di marzo iniziative grazie alle quali la scuola non si fermi, ma continui invece a proporre momenti formativi ed attività educative per ottenere una risposta politica che sia più consapevole e rispettosa del valore inestimabile della scuola ticinese;
    • informare le famiglie degli allievi che intendessero iscriversi ed andare a scuola nella giornata del 23 marzo che, analogamente a quanto avviene per le cene di classe, non si beneficerà dei servizi scolastici (trasporti, mense, biblioteche, sostegno pedagogico,…) 
    •  
    • ed eventuali sinistri o infortuni non saranno coperti dall’assicurazione scolastica ma da quella privata personale;
    • valutare la possibilità di inviare propri rappresentanti al presidio di protesta che unitariamente le associazioni sindacali e magistrali terranno in Piazza Governo a Bellinzona mercoledì 16 dicembre dalle ore 13.00 alle ore 14.30.
    • Nostri rappresentanti sono a disposizione dei Collegi per illustrare il lungo istoriato del deterioramento contrattuale e dei tagli alla formazione.
    • Ne approfitteremo anche per presentare l’importante iniziativa Rafforziamo le scuole medie – Per il futuro dei nostri giovani sulla quale saremo presto chiamati a votare.
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