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LUGANO“Io, licenziato perchè sieropositivo"

01.12.15 - 07:00
La storia di Marco e della sua lotta quotidiana. Un lavoro perso perchè aveva deciso di avvertire i colleghi della sua malattia. E ora: "Ho deciso che in ufficio non ne parlerò con nessuno"
“Io, licenziato perchè sieropositivo"
La storia di Marco e della sua lotta quotidiana. Un lavoro perso perchè aveva deciso di avvertire i colleghi della sua malattia. E ora: "Ho deciso che in ufficio non ne parlerò con nessuno"
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LUGANO - Alla soglia dei 45 anni Marco B. è un broker affermato. Una bella casa, una vita agiata è una carriera che sta viaggiando sui binari del successo. Ma un pesante fardello pesa sulle spalle del protagonista di questa storia che tocca circa 35mila altre persone in Svizzera e circa 800 in Ticino. In occasione della giornata mondiale contro l’Aids ci racconta la sua delicatissima situazione. «Ho l’Hiv – ci dice -, ma i miei colleghi non lo sanno». Quella del nostro interlocutore non è codardia, ma agisce così in base alla sua passata esperienza lavorativa. Ma partiamo dall’inizio: «Dopo aver saputo di avere contratto il virus, il mondo mi è crollato addosso, non sapevo dove sbattere la testa e continuavo a domandarmi perché fosse successo proprio a me».

Nel suo passato sempre solo storie fisse, o meglio quasi sempre: «Ero in vacanza in Grecia e ho incontrato una ragazza. Una cosa tira l’altra e abbiamo passato una settimana di pura “attrazione fisica”. Mai mi sarei immaginato che quell’estate del 2009 si potesse trasformare in un incubo». I primi malori, le analisi e i risultati che non lasciano nessuno scampo. «Riorganizzate un po’ le cose, ho deciso per correttezza di dire quanto successo al mio direttore di allora e alla responsabile delle risorse umane dell’istituto di credito nel quale lavoravo da dieci anni. Speravo avessero compreso invece...».

Invece «dopo una settimana l’intero ufficio sapeva tutto delle mie condizioni di salute. In breve tempo sono stato ghettizzato, messo da parte e poi, ciliegina sulla torta (sorride amaramente, ndr) licenziato per “riorganizzazione”. Peccato che poco tempo prima ero stato promosso». Toccare il fondo a volte può però aiutare a riscoprire se stessi e la propria forza interiore: «Non mi sono pianto addosso, ho lottato e ho trovato un nuovo impiego dove sono apprezzato ma... non riesco a dire ai miei colleghi quello che sto passando, ho paura di rivivere quella brutta esperienza. Ho paura di essere discriminato e, purtroppo, so che se dovessi venire allo scoperto perderei tutti i legami che ho costruito negli ultimi anni». Unioni che nulla hanno a che vedere con l’affetto: «Non sono più riuscito ad avere una ragazza, mi sono chiuso a riccio nei confronti del sesso». Marco ora sta seguendo una terapia, ed è riuscito a riprendere in mano le redini della sua esistenza.

Un datore di lavoro deve essere informato se un dipendente è sieropositivo? Per saperne di più abbiamo contattato Marco Coppola di Zona protetta. “Caso come questo ce ne sono molti. Esiste ancora una forma di pregiudizio. Come se il solo fatto di lavorare fianco a fianco con un Hiv+ mette a rischio le altre persone dell’ufficio. È una sorta di paura irrazionale che a volte fa prendere delle scelte a mio modo di vedere assurde”. Comunicare il proprio stato non è obbligatorio – “Non esiste l’obbligo di dire al proprio datore di lavoro che si è sieropositivi. Una persona, anche nell’ambito delle relazioni famigliari, deve sentirsi libero di dirlo o meno. È anche vero che i datori tendono a volere sapere più del dovuto, anche oltre il segreto che intercorre tra medico e paziente”.

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COMMENTI
 

Lussy 8 anni fa su tio
Una persona ha diritto anche di non sapere che é siero positivo, l'importante é che si comporti in modo responsabile, ma questo vale anche per i sieronegativi.

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
Perfetto il tuo ragionamento. Oggi ne hanno messo uno in galera perché, sebbene sapesse di essere sieropositio, ne ha infettate diverse conosciute tramite i social network; tra le quali una che qualche anno fa aveva 15 anni. E per non farsi mancare nulla presentava pure un certificato falso ;-(( Da castrare ;D

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
Omissis : Tra l'altro si chiamava Valentino; un nome una garanzia !!!

Lussy 8 anni fa su tio
Risposta a Tato50
vedi? a cosa serve sapere se poi….. meglio non sapere ma comportarsi in modo responsabile.

nordico 8 anni fa su tio
Risposta a Tato50
Direi di più: Da processare e condannare per la messa in pericolo della vita altrui.

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a nordico
Infatti; lo hanno messo in galera ieri e spero che per un po' di tempo ci rimanga;D

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
esatto! penso sia esattamente il nocciolo questo...l'essere responsabili!

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
Certo. Il problema è che lui lo sapeva perfettamente e quello di trasmettere ad altre il virus lo ha fatto di proposito; la cosa è andata avanti per diversi anni fino a quando una si è sottoposta al test ed è risultata positiva. Da li hanno "scavato a fondo" e ne hanno rintracciate altre cinque che non sapevano di esserlo le quali, con molta probabilità, avranno avuto rapporti con altri e quindi la "catena" si allunga. Sappiamo benissimo che molti hanno rapporti "protetti" ma sono convinto che siano una minoranza altrimenti non avremmo certe cifre e qui non parlo di "terzo mondo" ma del nostro.

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Che non tutti lo siano, purtroppo è li da vedere ma io credo che sia "umano" se dopo mesi che frequenti una ragazza questa responsabilità va scemando. La dimostrazione è che certi contagi avvengono anche nell'ambito famigliare perché lui o lei, anche magari una sola volta, ha avuto "incontri ravvicinati" fuori da questo contesto portando poi in dote quello che sai.

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a Tato50
sicuro che va scemando....é "umano", ma intelligente sarebbe fare dei controlli prima di prendersi certe libertà all'interno della coppia....se poi uno/a ha rapporti fuori dal contesto....rientra in campo la responsabilià.....ora non stiamo a discutere se uno/a deve rivelare di essere stato infedele.....ma sicuramente può e "deve in caso di dubbio" rifare i test! sarebbe responsabile!

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Non so se esista un "test fai da te" che sia almeno indicativo come quelli che usavo io per vedere se una persona aveva fatto uso di sostanze strane. Perché altrimenti, in certi casi, nei laboratori degli studi medici ci sarebbe la fila ;-)

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a Tato50
lol

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Eheh, esperienza di vita ;-))

aquila bianca 8 anni fa su tio
Esistono molte persone che sono portatrici sane del virus ma purtroppo non ne sono a conoscenza ;-((

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
beh se non lo sanno.....ma se lo sai...credo che sia la cosa giusta dirlo a chi ti sta vicino. Comprendo pienamente la complessità della situazione....e leggendo l'articolo non dico di dare pienamente torto al protagonista anzi...

Don Quijote 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
Sarebbe più corretto dire persone infette e asintomatiche temporaneamente.

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Hai ragione.... Don;-) Non sono un medico e parlo in modo che tutti possano capire con la semplicità. I termini specialistici li lascio a chi ha una laurea in questo campo ;-) Buona serata;-)

Don Quijote 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
Non è una questione di laurea (ne ho tre o quattro ma non in medicina), ma come l'hai scritto qualcuno, può pensare di rimanere portatore sano finche non muore avvelenato dalla moglie o da qualche altra disgrazia. :-)

Voodoochile 8 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
tre o quattro? o hai perso il conto? :)

Don Quijote 8 anni fa su tio
Risposta a Voodoochile
Evidentemente era una battuta, anche se a dire il vero, la laurea nozionistica difficilmente supera quella ottenuta con la passione e l'amore per una qualunque cosa.

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Purtroppo, se non lo sanno, inconsapevolmente diffonderanno il virus;-( Il tuo post sotto, lo trovo intelligente.... il problema è che troppe persone non si informano a sufficienza e dilaga la paura. Giusto dirlo o non giusto dirlo...?? Dipende molto dalla cerchia di colleghi che ti circondano. Se lo si dice, non si può sperare nella comprensione di tutti.... Se non lo si dice, in certe situazioni (come quella menzionata da te), non sarebbe corretto. Diciamo che è una situazione molto delicata da affrontare. L'HIV non è l'unica malattia trasmissibile facilmente..... probabilmente è quella di cui si parla più. Certi tipi di epatiti, sono trasmissibili quanto l'HIV... per fare un esempio. Le persone che sono portatrici di certi virus, secondo me, dovrebbero essi stessi informare i propri colleghi su eventuali rischi, tranquillizzando e spiegando come stanno le cose. In questo modo, riuscirebbero a farsi rispettare e a sconfiggere le paure per la non conoscenza dell'argomento. Buona serata;-)

Lokal1 8 anni fa su tio
Personalmente gradirei sapere se un mio collega ha una malattia simile....non perché mi darebbe fastidio o altro, ma si tratta solo di correttezza. Come ho letto in alcuni commenti, la questione non riguarda il sesso, ma potrebbe essere che un giorno dovrei prestare dei primi soccorsi a questo mio collega...

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
se hai le competenze per prestare i primi soccorsi, e lo fai, dovresti anche sapere che cosa può veicolare il contagio, perché potresti anche soccorrere qualcuno per strada, magari svenuto e ferito e non sapere se è positivo o meno.... un po' tirata per i capelli quella del "se ti devo soccorrere devo sapere".. .no se hai il compito di soccorrere devi essere preparato a tutto indipendentemente che ti venga detto un fatto personale in un contesto lavorativo che NON presuppone di dover prendere delle precauzioni (come in questo caso visto che lavora in ufficio)

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Grazie aquila bianca per aver capito il mio pensiero. Milka_lostinmusic; moonie; Lussy; avete ragione voi senza ombra di dubbio! sicuramente le vostre motivazioni in merito sono più ragionevoli che la mia...come detto la mia era tirata se non tiratissima per i capelli, lo comprendo da solo questo, però....Se come dite non é determinante perche al 99% non reca "danno" a nessuno....ma mettiamo poi succeda un caso come ho descritto io... e per negligenza chiara del soccorritore (professionista o NON) capita quel 1%......beh come si può dopo convivere con questo peso....chiaro la colpa non é mia che non ho informato ma di chi mi ha prestato soccorso senza le dovute precauzioni....però.....

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
Ciao Lokal1;-) Ho capito che non hanno capito.... scusa il gioco di parole.... Non vedo cosa c'entra il sesso in questa discussione, visto che si parla di luogo di lavoro. Il tema ha preso una piega diversa dal concetto esposto. Io so come devo comportarmi perché ho seguito e impartito diversi corsi di primo soccorso. Se alla fine di questa discussione mi si viene a parlare di contagio attraverso atti sessuali, significa che il discorso viene portato su un altro argomento. Per me, quello che dovevo dire; l'ho detto. Troppe discussioni per ribadire un concetto alla fine mi annoiano e perdo l'interesse. Ognuno alle fine dice quello che crede. Ti ringrazio per aver discusso in modo intelligente su questo argomento. Ti saluto caramente e ti auguro una piacevole giornata ;-)

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
certo certo... e che mi capita avolte di dover soccorrere amici (pratichiamo diversi sport estremi e a volte succede di farsi male) non che sia un asso dei primi soccorsi ma qualcosa sò e all'occorrenza non mi tiro indietro amico o sconosciuto che sia.... di certo se si tratta di un'amico non mi soffermo molto....uno sconosciuto in strada già cercherei un paio di guanti in lattice (come si dovrebbe sempre fare..) Ammetto che la superficialità e tutta mia e che la questione, si....é tirata per i capelli, e che la ragione non é dalla mia...

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Mah...moonie..... Anche io sono soccorritrice, e ti posso dire che a volte possono capitarti delle situazioni dove devi agire con molta rapidità e sotto stress. La prima cosa che devi fare è concentrarti sulla persona che ha bisogno d'aiuto cercando di fare un quadro della situazione in fretta, i minuti sono preziosi.... Con un arresto cardiaco, devi pensare a salvare non solo la persona fisica, bensì il suo cervello. Se devi fare una respirazione bocca-naso senza mascherina, il rischio c'è.... Anche in un ufficio, nessuno è esente dal farsi male, ci si può tagliare o ci si può far male cadendo e sbattendo una parte del corpo. Le situazioni che si presentano sono repentine e mai una uguale all'altra. Per questo riesco a capire le ragioni esposte da Lokal1.... Buona serata cara ;-)

Lussy 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
se lavoro nel campo del soccorso tratti TUTTI come se fossero positivi, anche qui non ci sono né se ne ma ^, non cambia avere o no l'informazione. Anche perché l'HIV non é l'unico virus che si può tramettere ce ne sono di più o altrettanto tosti.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
mah.. .aquila bianca... forse bisogna fare un ripasso di come ci si può contagiare magari evitando inutili allarmismi e tracciando la strada per la discriminazione. a me sto discorso "se devo soccorrerti" per sapere un fatto privato che può rovinarti la vita mi sa tanto di una scusa. se sai soccorrere e sei ABILITATO a farlo sai anche come evitare il contagio, sei attrezzato. se non lo sai è meglio che eviti e basta. Come si trasmette La modalità di trasmissione dell'infezione è il contatto diretto tra una persona infetta e una persona sana. Il virus HIV pertanto si trasmette: ## attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e oro-genitali non protetti da profilattico o con uso non adeguato dello stesso; in caso di rapporti oro-genitali, è a rischio la persona che mette la bocca a contatto con l'organo genitale del partner; nei rapporti sessuali non protetti le donne corrono un rischio di contagio più elevato rispetto agli uomini ##con il sangue e i suoi derivati, attraverso lo scambio di siringhe contaminate (per chi si inietta sostanze per via endovenosa), attraverso un contatto diretto tra ferite cutanee profonde, aperte e sanguinanti, attraverso un contatto diretto del sangue con mucose; attraverso le trasfusioni non controllate in laboratorio ##da madre sieropositiva a figlio durante la gravidanza, il parto, attraverso l'allattamento al seno materno ##in casi molto rari, con i trapianti di organi o tessuti o inseminazione artificiale con organi, tessuti o sperma donati da soggetti sieropositivi nel "periodo finestra". Il rischio di acquisire il virus attraverso un rapporto sessuale varia a seconda del tipo di rapporto e la contagiosità del paziente infettante. In linea molto generale, dopo un rapporto anale o genitale non protetto con una persona sieropositiva il rischio di infettarsi è mediamente di un caso su 300. Cioè si avvera un'infezione ogni 300 rapporti con una persona positiva. Una persona tuttavia può contrarre l'infezione anche per una singola esposizione. Il rischio per una donna di acquisire l'infezione da un partner maschio sieropositivo all'interno di una relazione che duri da anni può essere calcolato tra il 10 ed il 45%. Il rischio di acquisire l'HIV in seguito ad un rapporto orale è molto basso ma comunque esiste. L'HIV non si trasmette ## attraverso lacrime, sudore, saliva, urina, feci, secrezioni nasali, vomito purchè non contaminati da sangue ##la vita in famiglia o in comunità, le strette di mano, i baci "sociali" ##l'uso in comune di stoviglie e la preparazione di cibi ##l’uso di toilette, piscine, saune e luoghi pubblici ## il morso delle zanzare.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
ecco bravissima/o, proprio questo intendevo.

Milka_lostinmusic 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
ma gli amici sono una cosa... in teoria un amico lo conosci molto bene e dovresti poterti fidare a raccontagli che sei sieropositivo senza paura che lui ti abbandoni o ti "sputtani" i colleghi di ufficio sono già totalmente un'altra cosa.... per me è totalmente comprensibile non dire cose riguardati la propria salute ai colleghi (ovvio non cose che pregiudicano il lavoro)

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
mah non vedo la questione come avere ragione o torto, però bisogna essere onesti e anche pensare che con il pensiero che hai fatto tracci un solco dove può crescere l'intolleranza e la discriminazione. "devo sapere perché forse ti devo salvare" ma anche no... e poi qua si parla di sieropositivi nel mondo del lavoro, colleghi che non ti devono dire proprio niente anche perché poi se le risposte sono queste... vabbhè. pensaci su e magari prova a pensare a cosa faresti dove lavori se ad essere sieropositiva fossi tu. buona giornata

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Forse é anche qui il problema...ma ora usciamo dal tracciato.... i miei amici sono amici ok...ma non é che con i miei colleghi ho un rapporto di totale indifferenza...non ci frequentiamo al di fuori degli orari di lavoro, ma non ci vediamo come colleghi e basta, parliamo del e del-, di cose serie e di cose meno serie....forse é anche questo che fa la differenza!

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
tu se fossi sieropositiva ai tuoi colleghi lo diresti? e se glielo dicessi... fai una prova. diglielo e vedi le reazioni, del momento e sul lungo termine... perché mi fa tanta paura chi a parole farebbe, direbbe, pretende dagli altri quello che ritiene personalmente giusto, ma poi bisogna fare i conti con la realtà "degli altri"... sarebbe un bel test per capire che non è veramente così facile dire certe e cose e poi sopportarne pure il peso, oltre al tuo, anche quello degli altri. prova....

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Aspetta mai detto che tu non abbia ragione.... però a te fan paura quelli che direbbero farebbero ecc...a leggere il tuo post sembrerebbe che tu sei uno/a di quelli che fa ciò che ritiene più comodo per se senza preoccuparsi troppo degli altri..... torno a ribadire che la mia fievole motivazione era solo spinta da questa riflessione : "Se come dite non é determinante perche al 99% non reca "danno" a nessuno....ma mettiamo poi succeda un caso come ho descritto io... e per negligenza chiara del soccorritore (professionista o NON) capita quel 1%......beh come si può dopo convivere con questo peso....chiaro la colpa non é mia che non ho informato ma di chi mi ha prestato soccorso senza le dovute precauzioni....però....."

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
si ma anche se scendi da un marciapiede puoi cadere, battere la testa e morire! scendi 99 volte e ti va bene, e 1 no e proprio questo il discorso: un soccorritore se non è professionista se ne sta fuori dalle scatole per non fare danni. chi è professionista sa cosa deve fare per proteggersi. punto! in ogni caso io a te sul posto di lavoro non dico proprio niente che mi riguarda perché come successo al ragazzo dell'articolo poi finisci così. è questa la realtà. te lo ripeto e senza voler avere ragione, prova a dire ai tuoi colleghi che hai fatto un test e sei risultata positiva, aspetta un mese e vedi se cambia qualcosa, poi ne riparliamo.

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
chiarisco a "te" sul posto di lavoro non dico proprio niente perché SO che non vi faccio correre pericolo! se ovviamente chessò lavorassi in altri ambiti, tipo sanitario o .. soccorritore, in un cantiere dove magari è più facile cadere, ferirsi, tagliarsi se la mia attività mettesse in pericolo qualcuno lo direi e me ne andrei, prima che mi caccino loro. quindi non mi dire che faccio quello che mi è più comodo senza preoccuparsi degli altri, tu ti preoccupi degli altri ma dipende di cosa ti preoccupi perché con la tua preoccupazione potresti rovinare la vita a qualcuno

aquila bianca 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Io direi che è ora di darti una calmata cara moonie... Con la speranza di non aver mai e dico mai bisogno di un soccorritore anche se non professionista. Sia per te che per i tuoi cari. Stai esagerando e disprezzi il tempo di chi si mette a disposizione per aiutare il prossimo. Non stiamo parlando del tuo tema preferito che non ha voce per essere giustamente difeso. Stai denigrando l'operato di tantissime persone che potrebbero salvarti la vita. Se non sai niente di tutto questo.... è meglio tacere. Rilassati ogni tanto.... vedrai che starai meglio.... e farai stare meglio anche chi ti "legge". Buona serata ;-)

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a aquila bianca
una calmata? non capisco che problemi hai. io sto esponendo il mio pensiero in modo civile (per altro non parlavo nemmeno con te) e non mi sembra di aver disprezzato nessuno, anzi ho solo detto che chi è del mestiere sa come fare a proteggersi, chi non lo è forse è meglio che lascia perdere. la pensi diversamente? eh me ne farò una ragione o forse sei per il pensiero unico? non capisco perché mi tiri fuori gli animali, che c'entrano? se non ti fa star bene quel che scrivo puoi sempre saltarmi via, me ne farò una ragione, per contro mai stata meglio... buonissima giornata anche a te

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Ma per l'amor del cielo, pensala pure come credi...assolutamente non pretendo minimamente che tu cambi idea! Ma preciso solo una cosa....non sono soccorritore professionista ma come dici te mai e poi mai mi tirerei indietro con qualcuno in difficoltà... e ringrazio il cielo che c'é giente che la pensa come me...altrimenti mio zio non sarebbe più fra noi! poi per il resto che abbiamo solo discusso sono solo chiacchiere..e mi spiace che tu lavori in un posto dove non ti puoi fidare dei colleghi.....viviamo in raltà differeni...con questo chiudo il discorso, in quanto non credo ci sia altro da dire

moonie 8 anni fa su tio
Risposta a Lokal1
ma certo! nemmeno io mi tirerei indietro se so quello che faccio lo faccio, altrimenti chiamo i soccorsi no? vabbhè... peccato, mi sembrava si stesse discutendo bene, confrontando visioni diverse... forse se si pensa solo di fare chiacchiere non può che essere questo il finale. ciauuu

Lokal1 8 anni fa su tio
Risposta a moonie
Chiaro ma nel fare quel che sai...magari nel'agitazione del momento dimentichi i guanti...vabbé.... Certo che si discuteva bene, ma non credo ci sia altro da aggiungere su questo argomento... o meglio io non saprei più che aggiungere......tu hai la tua giusta opinione, io il mio giusto dubbio morale....se hai altro tu d'aggiungere ti ascolto....se no passiamo al prossimo argomento.....:-)

Milka_lostinmusic 8 anni fa su tio
Oggi non dovrebbe piu essere un tabù "confessare" di essere sieropositivi, dato che è ormai, purtroppo, una malattia che colpisce tutte le fasce della popolazione e non piu solo certe cerchie specifiche come omosessuali o tossicodipendenti. è una malattia con cui si può convivere e grazie a preservativi e medicamenti che abbassano la carica virale, i contagi si possono abbassare drasticamente.... purtroppo invece tantissima gente è ancora estremamente ignorante sul tema... e vede il sieropositivo come un appestato.... Bisogna continuare con la prevenzione ma anche con la sensibilizzazione dell'opinione delle persone "sane"... perchè storie come quella di Marco non devono succedere.... il datore di lavoro e il responsabile del personale sono.... no... non si può dire o mi caccerebbero dal blog.....

miba 8 anni fa su tio
Scusate ma il blog tratta l'argomento sieropositivi e lavoro e non tutte le tematiche annesse e/o connesse al rapporto sessuale, all'istinto sessuale e/o sulla consapevolezza di trasmettere o non trasmettere: sono tutte questioni interessanti ma esulano dal contesto che l'articolo tratta e cioè il fatto di essere sieropositivi in relazione al posto di lavoro. Premesso ciò mi associo con chi afferma che nel nostro cantone prevale purtroppo ancora il senso dell'ottusità e di una mentalità poco lontana dal medioevo (basta guardare i risultati del sondaggio). Per quale motivo (o motivi?) una persona dovrebbe informare i colleghi di lavoro? Per poi trovarsi confrontato con tutti i pregiudizi che questo nel nostro cantone comporterebbe? Tant'è che il legislatore non prevede un obbligo di annunciare questo al proprio datore di lavoro. Marco per una questione di onestà e lealtà nei confronti del proprio datore di lavoro ha ritenuto di farlo ma purtroppo non ha tenuto in considerazione che i tempi sono cambiati e cioè che questi valori (ed altri...) in un contesto di lavoro oggi sono praticamente spariti. Un complimento sia al direttore ed alla responsabile delle risorse umane della ditta dove lavorava Marco: questo comportamento rasenta il limite della denuncia penale per la divulgazione di informazioni private! Questo non fa però che confermare quanto ho appena affermato prima e cioè attenzione perché oggi i rapporti con i datori di lavoro sono purtroppo cambiati molto rispetto a qualche anno fa e l'onestà e la fiducia vengono ripagati come nella storia che Marco ha voluto portare qui. Concludendo non vorrei lanciare un sasso nello stagno ma questo cambiamento di mentalità nei posti di lavoro è stato portato proprio dai nuovi quadri della vicina penisola

Milka_lostinmusic 8 anni fa su tio
Risposta a miba
rasenta il limite della denuncia? no no qua lo abbiamo sorpassato ampiamente il limite! è una cosa gravissima da parte del responsabile HR.... per il resto concordo pienamente con te... a parte forse sul fatto della mentalità della penisola.... penso fosse già ben radicata nel ticinese medio

Lussy 8 anni fa su tio
La prevenzione va fatta per le avventure sessuali. Non é necessario che uno dica se é sieropositivo o meno, anche se fosse negativo potrebbe aver contratto altre malattie trasmissibili altrettanto, se non più dannose come l'epatite B o C, o altre sessualmente trasmissibili e sono tante. Non occorre pertanto che uno presenti la sua storia clinica per fare sesso "occasionale", ma lo faccia con la testa dove non lo fa con il "cuore" con il cuore. Un sieropositivo non é una persona che necessita di pietà, semplicemente delle stesse opportunità di altre.

ladycore 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
Esatto

nordico 8 anni fa su tio
Risposta a Lussy
Sono d'accordo che nel caso di sesso occasionale entrambi i/le partner hanno interesse a proteggersi. Quando però la persona che non usa protezioni è quella affetta da una malattia sessualmente trasmissibile, allora qui entra in gioco la necessità della responsabilità personale. In effetti se tutti fossero responsabili non ci sarebbe un aumento degli infettati. Ma si sa che l'istinto sessuale a volte è più forte (e questo spiega anche se non scusa certi comportamenti).

Lussy 8 anni fa su tio
Risposta a nordico
già ma per contagiarsi bisogna essere in due. Senza protezione? siamo tutt e due responsabili!!! non ci sono né ma ne se! Quando una relazione si stabilizza poi le cose vanno chiarite parlandosi ovviamente.

nordico 8 anni fa su tio
Secondo le statistiche ufficiali i sieropositivi in Svizzera sono circa 25'000 e ogni anno circa 600 persone contraggono l'HIV (sono probabilmente di più). Ciò significa che molta gente, pur cosciente del suo stato, non mette al corrente il proprio partner, magari occasionale, e quindi gli / le fa un regalo poco gradito. Che io sappia nessuno è mai stato condannato per questa negligenza che ha già mandato all'altro mondo molte persone che va stigmatizzata quale "omicidio preterintenzionale o colposo". Fino a quando dovremo assistere passivamente a questo degrado? La solidarietà con un sieropositivo va bene, ma deve arrestarsi davanti a chi commette un reato.

ladycore 8 anni fa su tio
Risposta a nordico
Puoi denunciare qualcuno se hai le prove di una consapevole volontà a ledere terzi trasmettendo il virus (HIV o epatite). Basterebbe il buon senso ossia l'uso del preservativo durante un rapporto sessuale. Si parte dal principio che siamo tutti potenzialmente infetti e quindi ci si premunisce di protezioni così il rischio di contrarre malattie è bassissimo. Però ci saranno sempre persone che lo ignorano. Cmq con le nuove terapia resti sieropositivo per decenni senza sviluppare la malattia, saranno i costi sanitari ad aumentare non le morti da SIDA.

lucafdl 8 anni fa su tio
Resto davvero perplesso a leggere certi articoli ed è incredibile l'ignoranza a riguardo. Un collega sieropositivo in ufficio non cambia la vita a nessuno e tra l'altro ormai non si muore più di HIV!! E'incredibile la mancanza di sensibilità nei confronti di queste persone che avrebbero bisogno semplicemente di più solidarietà

Vicious 8 anni fa su tio
Risposta a lucafdl
Concordo in pieno,anche se tecnicamente nessuno muore di HIV, ma si muore sempre di qualcosa d'altro HIV colpisce il sistemma immunitario e apre le porte a qualsiasi altra malattia,si parte con il raffreddore e poi....

navy 8 anni fa su tio
....anche a me piace la trifola, si chiaro! Tutt'altro che puritano, sia altrettanto chiaro. Detto ciò, le trombate per "pura attrazione fisica" a modi "lo fatto solo una volta pertanto non conta" mi fanno ridere e piangere nello stesso tempo. Mi viene in mente una mia conoscenza che, in ambito decisamente più leggero, si lamenta di non perdere peso. "Eh sì che sono a dieta.....tra un'abbuffata e l'altra....." Coerenza, coerenza e coerenza. Soprattutto in questi ambiti! Avessi preso l'HIV da una trasfusione si potrebbe commentare e dannare la sfortuna. In questo caso il detto "chi va al mulino si infarina" ci sta tutto. Se ti venisse un'altra attrazione fatale (di cui posso senza dubbio capire la dinamica) salti sulla preda e la impesti? Mi viene il dubbio di......SÌ! Auguroni.

Milka_lostinmusic 8 anni fa su tio
Risposta a navy
...... e tutto questo cosa ha a che fare con il licenziamento abusivo? è "colpa sua" anche quello? oltretutto trovo un po' fuori luogo accusarlo di "appestare" altra gente...

navy 8 anni fa su tio
Risposta a Milka_lostinmusic
Centra perché lo ha fatto centrare lui come risulta dal testo. Perché mi dovrei focalizzare "solo" sul titolo e trascurare il resto? Io, i problemi, cerco di considerarli nello loro insieme ed a 360°. Pertanto, aldilà della questione lavoro sì o lavoro no, mi pare corretto evidenziare che, alla base della sua attuale situazione (subita e/o voluta - vedi tu) ci sia un mancato autocontrollo. Ti vengono i raptus e ti trovi in vacanza (per di più) in località note per le trombate facili e non riesci a gestirti? 1. Non ci vai. 2. Ci vai e ti metti il tuo bel cappuccio 3. Ti masturbi allegramente

Milka_lostinmusic 8 anni fa su tio
Risposta a navy
si ok alla base c'è una bravata fatta seguendo il cervello in mezzo alle gambe... ma quindi? il tema principale dell'articolo non è tanto il come ci si contagia (magari Marco ha voluto specificare in modo che nessuno insinuasse che avesse fatto uso di droghe in siringa) ma la ancora troppo comune paura e discriminazione verso gli HIV positivi.... ti ripeto la domanda.... vuoi forse dire che è colpa sua se ha perso il lavoro? o dei responsabili del personale a cui dovrebbe essere proibito di avere di nuovo a che fare con dati sensibili?

navy 8 anni fa su tio
Risposta a Milka_lostinmusic
La sua colpa è quella su cui mi sono già espresso. La colpa del settore HR è l'avere agito come hanno agito. Detto questo non mi risulta che (ne sono certo), in Svizzera, vi sia l'obbligo da parte del dipendente, di segnalare il perché di una sua eventuale assenza per motivi di salute e/o se ha questa o quella patologia. Sempre che, nell'ambito delle sue competenze, il segreto non possa potenzialmente nuocere alle sue attività in seno all'azienda o essere pericoloso per terze persone. Non è questo caso. Detto ciò, Marco si è fidato ed ha sbagliato. Ha sbagliato due volte. 1. trombare 2. parlare Il licenziamento, con questa dinamica, è ABUSIVO. Provare tuttavia che, il suo allontanamento, non sia legato ad effettive ragioni puramente aziendali è MISSION IMPOSSIBLE. Questo a modi il film PHILADELPHIA. Un terzo errore però avrebbe potuto avere conseguenze, forse, peggiori del "solo" licenziamento. Creare una pseudo psicosi aziendale...........Ci sarebbero, forse, andate di mezzo altre persone e, allora, il buon Marco sarebbe stato ancor più stigmatizzato di quanto, oggi, già non sia. Saluti.

Hirpus 8 anni fa su tio
@route six-six , concordo. @streciadalbuter, quindi tu con colleghi non "ammalati" generalmente fai sesso non protetto e hai contatti tramite sangue... perché prevenzione è evitare questo! O non lo sai... e quindi non andare a bere nemmeno un caffè perché se la tazzina non viene lavata bene rischi!!! Ridicolo, patetico...

route six-six 8 anni fa su tio
Marco mi dispiace molto. Ma hai "commesso un ingenuita'"..., dovresti saperlo che qui siamo in ticino e c'e una mentalita' da infami!

streciadalbuter 8 anni fa su tio
Risposta a route six-six
I ticinesi saranno anche infami ma é meglio prevenire che guarire.

anx 8 anni fa su tio
Risposta a streciadalbuter
prevenire cosa? se non te lo ciuli non lo prendi l'HIV? Ti timbri tutti i colleghi dell'ufficio?

Hirpus 8 anni fa su tio
Risposta a streciadalbuter
@streciadalbuter, quindi tu con colleghi non "ammalati" generalmente fai sesso non protetto e hai contatti tramite sangue... perché prevenzione è evitare questo! O non lo sai... e quindi non andare a bere nemmeno un caffè perché se la tazzina non viene lavata bene rischi!!! Ridicolo, patetico...
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