Diverse le critiche nei confronti della volontà di Berna di bloccare l'accesso di notte a 6 valichi minori
LUGANO - "Ho chiesto che Regione Lombardia si attivi con Berna per richiedere chiarimenti istituzionali su tempi e modalità dell'ipotizzata chiusura notturna dei valichi minori". È quanto afferma il consigliere regionale e presidente di turno della Commissione Speciale per i Rapporti con la Confederazione Svizzera, Francesco Dotti.
"E' uno scatto in avanti, quello della Svizzera, che non trova giustificazioni. Una decisione assunta dal Consiglio federale senza consultare l'Italia. Chiedero' alla struttura della Commissione Speciale di calendarizzare, se possibile già settimana prossima, l'audizione dei sindaci dei Comuni comaschi e varesini interessati. Dobbiamo fare fronte comune davanti a questa decisione che va contro a ogni logica. Sin qui abbiamo cercato la via del dialogo. Ora pero' occorrono iniziative istituzionali contro questa ipotesi di chiusura di sei valichi di confine", dichiara Dotti.
Il consigliere regionale non è l'unico, oltre confine, ad essersi espresso contro la decisione di Berna che potrebbe portare alla chiusura di 6 valichi minori (Cassinone, Ponte Cremenaga, S.Pietro di Stabio, Arzo, Pedriante e Novazzano) . "Chiederò alla Commissione speciale 'Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome' di assumere tutte le iniziative necessarie per scongiurare la chiusura notturna dei valichi minori presenti in Ticino", ha dichiarato ieri l’assessore all’Attuazione del Programma e ai Rapporti istituzionali italiani Alessandro Fermi.
"Ammesso che siano aumentati il numero di furti oltre confine – ha aggiunto l'assessore – la soluzione non è di certo quella di chiudere le dogane, ma, semmai, serve potenziare i controlli e favorire la collaborazione tra le forze dell’ordine italiane e svizzere".
Lo stupore di Fermi è per quella che definisce una decisione "Unilaterale, che la Svizzera ha assunto senza il minimo confronto con la controparte italiana. Il metodo che dobbiamo seguire anche in questa circostanza è quello del dialogo e del confronto, non certo quello dello scontro".