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CANTONERistorni, "Fonio e Agustoni, chiedete a Beltraminelli"

08.10.15 - 17:03
Il gruppo parlamentare della Lega dei Ticinesi ricorda ai due deputati PPD che i due consiglieri di Stato leghisti si battono da anni per risolvere l'annoso problema dei ristorni
Ristorni, "Fonio e Agustoni, chiedete a Beltraminelli"
Il gruppo parlamentare della Lega dei Ticinesi ricorda ai due deputati PPD che i due consiglieri di Stato leghisti si battono da anni per risolvere l'annoso problema dei ristorni

BELLINZONA - "Sui ristorni dei frontalieri rivolgetevi a Beltraminelli!". E' questo l'invito della Lega dei Ticinesi ai due deputati PPD, Giorgio Fonio e Maurizio Agustoni, che hanno recentemente presentato una mozione in cui si chiede "che il Consiglio di Stato avvii delle trattative con le autorità italiane affinché i ristorni vengano utilizzati anche per il finanziamento di servizi e infrastrutture in favore della mobilità transfrontaliera.

Il Gruppo in parlamento della Lega dei Ticinesi, attraverso un comunicato, "ricorda che è da ben due anni che i Consiglieri di Stato leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali stanno chiedendo espressamente al Governo di andare in questa direzione".

Daniele Caverzasio, in nome dell'intero gruppo parlamentare leghista, ricorda come le richieste di Gobbi e Zali siano state inascoltate dai loro colleghi in Consiglio di Stato e che la contrarietà al pagamento incondizionato della quota parte spettante all'Italia sul provento dell'imposta alla fonte sul reddito dei lavoratori frontalieri per il 2013.

"Il dossier, aggiornato lo scorso mese di giugno dal Consigliere di Stato Claudio Zali, dimostra l'attualità delle problematiche rilevate un anno fa e la totale assenza di concreti progressi su temi molto sensibili per il nostro Cantone, e si propone essenzialmente di utilizzare i ristorni per le opere incompiute. Ciò malgrado, il 24 giugno scorso, il Consiglio di Stato, contrari i due ministri leghisti, ha scelleratamente deciso di rinunciare al blocco dei ristorni relativi all’imposta alla fonte sul reddito del 2014 dei lavoratori frontalieri, versando nelle casse dell’Italia la bellezza di oltre 62 milioni di franchi!"

Caverzasio ricorda le principali questioni ancora irrisolte:

Traffico e ambiente: collegamento ferroviario Mendrisio – Chiasso – Como/Albate, attivo dallo scorso mese di dicembre, il ministro Zali evidenzia che “la nostra richiesta alla Regione Lombardia di una partecipazione ai costi di esercizio su suolo italiano (400'000 Euro) a partire dal 2016, è rimasta lettera morta, a riprova del sostanziale
disinteresse delle autorità italiane ai problemi generati dal traffico transfrontaliero.”

Politica del traffico: parcheggi per car pooling nei comuni italiani della fascia di frontiera. Eccezion fatta per qualche comune della zona di confine che su base spontanea ha promosso
iniziative con la creazione di posteggi per il car pooling o il park & ride, manca anche in questo caso una reale presa di coscienza del problema da parte delle autorità superiori, a livello regionale, dalle quali non è giunta collaborazione di sorta.

Inquinamento del lago a Porto Ceresio: L’Azienda sanitaria (ASL) di Varese ha recentemente pubblicato i risultati delle analisi effettuate nell’aprile scorso nelle acque del Lago Ceresio. Le acque antistanti il Comune di Porto Ceresio restano tassativamente “non balneabili”. Lo scorso autunno, in occasione di un sopralluogo alla presenza delle
autorità cantonali, le autorità locali avevano assicurato l’imminente avvio dei lavori di risanamento necessari per far fronte ai continui scarichi a lago (fuori norma) e la regolarizzazione della situazione al più tardi entro l’inizio dell’estate 2015. Nulla è accaduto. Anche in questo caso siamo di fronte alla ripetuta inadempienza della parte italiana rispetto a precisi impegni assunti con il nostro Cantone.”

Chiuse a Sesto Calende: A sei mesi di distanza dal ripristino del livello minimo del lago a 1 metro che aveva permesso finalmente di limitare il rischio di esondazione sulla riva
svizzera, il ministro dell’Ambiente italiano ha recentemente deciso di alzare il livello minimo del lago a 1.25 metri. La decisione è frutto delle pressioni esercitate da 47
sindaci lombardi delle province di Varese, Milano e Pavia, aderenti al Parco del Ticino, che chiedevano il ripristino del livello di 1.5 metri sopra lo zero idrometrico, giustificato
– a loro dire – dall’esigenza di evitare periodi di secca durante l’estate, considerato che le acque del Lago Maggiore riforniscono Expo 2015. La decisione ministeriale ha una
durata di 2 anni e in prospettiva futura prevede di riportare la soglia a 1.5 metri. Da stigmatizzare” – sottolinea il Consigliere di Stato Zali - “l’atteggiamento unilaterale in
violazione dell’attuale convenzione italo-elvetica che prevede, quanto meno, un coinvolgimento della controparte svizzera a tutela dei legittimi interessi del nostro
Cantone e dei rivieraschi.”

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