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CANTONELa patata dolce contro il caldo! “Ma poi chi la mangia?”

03.08.15 - 12:31
Un progetto pilota vuole acclimatare questo tubero tropicale in Svizzera. L’unico problema? Il gusto dei consumatori
La patata dolce contro il caldo! “Ma poi chi la mangia?”
Un progetto pilota vuole acclimatare questo tubero tropicale in Svizzera. L’unico problema? Il gusto dei consumatori
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BELLINZONA - La patata dolce è originaria dell’America centrale e resiste molto bene al gran caldo. Niente di meglio di fronte a un’estate come questa che ha fatto maturare e marcire sotto terra molte delle patate svizzere. Così a Changins (Vd), Agroscope ha lanciato un progetto pilota: il tentativo di acclimatare l’Ipomoea batatas nel nostro paese. Le piantine sono state interrate la notte tra il 21 e il 22 maggio. Il freddo delle prime notti (la temperatura è scesa a 3 gradi) le ha quasi sterminate, ma in pochi giorni il caldo prima, la canicola poi, hanno ridato vita ai tuberi che mostrano ora delle buone possibilità di arrivare nei piatti. Il bilancio, però, si farà a ottobre quando si farà la raccolta. Se sarà buona, il 2016 si ripeterà l’esperimento.

“Il problema è venderla” – In molti paesi del mondo la patata dolce è alla base della dieta, ma alle nostre latitudini se appare sui piatti è per la spregiudicatezza esotica di qualche gourmet. “Qualche anno fa abbiamo fatto un test con una patata maculata proveniente dal Perù”, ci racconta Luigi Andreoli della Malombra Sa di Vezia, uno dei maggiori produttori ticinesi di patate. “Il problema non è stato coltivarla, ma venderla”. Si tratta infatti di tuberi che si allontanano troppo dall’abitudine e dal gusto dei consumatori ticinesi. “È come la patata blu. È bella, ma dopo una volta che abbiamo mangiato il purè blu, siamo ben contenti di tornare a quello normale”. Inoltre, a Sud delle Alpi, le estati torride non sono certo una novità. “No, il problema del caldo in Ticino non è solo di quest’anno, infatti le patate tardive sono sempre difficili da produrre. Noi non abbiamo avuto problemi perché coltiviamo le precoci, a luglio avevamo già raccolto”. Difficile quindi immaginare che il nostro cantone possa cambiar patata. “Sono dei bei discorsi, ma potrebbero funzionare per delle produzioni di nicchia, per qualche piccola azienda. Per le grandi aziende non c’è la mentalità giusta dei consumatori”, conclude Andreoli.

Anche gli animali sono schizzinosi – La patata dolce, però, non è la prima coltivazione esotica che prova a mettere radici in Svizzera. Qualche anno fa si è fatto un esperimento analogo. “Dopo il secco del 2003 abbiamo provato a piantare il sorgo”, ci racconta Daniele Maffei, direttore dell’Azienda agraria cantonale di Mezzana. “È una coltura adatta ai climi semi-aridi e può essere usata come pianta da foraggio”. E, in quelle calde estati, quell’erba proveniente dall’Africa non ha avuto problemi ad adattarsi. “Non ha dato cattivi risultati, la resa è stata buona. Il problema è che gli animali non lo mangiavano così volentieri”, conclude Maffei. Insomma, il sorgo potrebbe servire da lezione, sul cibo di tutti giorni umani e animali sembrano poco disposti a cambiare. E col sorgo, chiamato anche saggina, almeno si possono fare le scope.

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