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NANTE"Ho abbandonato giacca e cravatta, ora faccio il formaggio"

03.08.15 - 08:00
Eugenio Micheli è fuggito dal mondo bancario, dove ha lavorato per 30 anni. Oggi racconta la sua nuova vita: "Ho il borsellino meno gonfio, ma sono felice"
"Ho abbandonato giacca e cravatta, ora faccio il formaggio"
Eugenio Micheli è fuggito dal mondo bancario, dove ha lavorato per 30 anni. Oggi racconta la sua nuova vita: "Ho il borsellino meno gonfio, ma sono felice"

NANTE - Dallo stress degli uffici finanziari alla pace dell'alta montagna. Eugenio Micheli, classe 1958, di Mendrisio, il destino se l'è deciso da sé. A un certo punto della sua vita, ha avuto il coraggio di lasciare la sua attività di consulente bancario per lanciarsi in una sfida inedita: fare il casaro. Oggi lavora in un caseificio di Nante, in Leventina, ed è un uomo felice. "Ho abbandonato giacca e cravatta, ora faccio il formaggio".

Cambio di mentalità - Oltre 30 anni di carriera in ambito economico. Un'esistenza frenetica, contraddistinta da numeri, calcoli, proiezioni. Il tempo che corre, che sfugge. Poi Michele dice basta. Una parentesi nel mercato immobiliare gli consente di conoscere un gruppo di alpigiani "Era gente che andava sull'Alpe Piora. Mi chiesero di provare. Così. Quasi per scherzo. Io non mi tirai indietro. La natura l'avevo sempre amata fino a quel momento e mi piaceva anche la gastronomia e la buona cucina. E allora mi sono guardato dentro. A 50 anni suonati ho capito che dovevo davvero voltare pagina".

La nuova avventura - E cosi Michele si lancia nella sua nuova avventura. Frequenta la formazione di casaro alla scuola agraria di Mezzana. trova un impiego a Nante. E per due estati consecutive se ne starà sull'Alpe Piora. "Sull'alpe mi occupavo della mungitura. Tra i miei compiti c'era quello di tenere l'impianto in perfette condizioni. Avevamo 260 mucche da mungere tutti i giorni. La vita sull'alpe non è evidente. Anche perché devi imparare a convivere con gli altri alpigiani. Eravamo in 9. Se non vai d'accordo con qualcuno, il rischio è grosso. Perché si sta assieme per tre mesi 24 ore su 24, anche a dormire. Per fortuna io mi sono sempre trovato bene".

Qualità di vita - Quest'estate Michele resterà però a Nante. Dove insisterà sulla produzione del formaggio. "Ne facciamo di vari tipi. Dalle formagelle al semi duro, passando per i büscionn. Sempre formaggio di mucca però". L'ex bancario, sposato e senza figli, ha mantenuto il suo domicilio a Mendrisio. "Però il mio futuro è segnato. Non potrei più tornare indietro. La mia qualità di vita ne ha beneficiato tantissimo. Certo, ho il borsellino meno gonfio rispetto al passato, però adesso sono una persona davvero contenta. Ho imparato ad accontentarmi, ad ascoltare i ritmi della natura, a godermi i piccoli momenti".

Coraggio - È dura la giornata del casaro. Si fa fatica. Ma è una fatica diversa rispetto a quella che Michele ha vissuto nel corso della prima fase della sua vita. "Ora io arrivo a casa stanchissimo fisicamente, ma senza nervosismo addosso. Sono sereno. Credo che i giovani dovrebbero considerare maggiormente questo settore professionale. Anche perché sugli alpeggi al momento il personale è per oltre il 90% straniero. È un ramo che potrebbe offrire belle possibilità ai ragazzi ticinesi. Ma serve coraggio. Io l'ho avuto. All'inizio di questa mia follia c'era chi scommetteva che avrei presto mollato. Invece sono ancora qui".

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