Cerca e trova immobili

CANTONEEsperti del sonno a Lugano: chi non dorme rischia tumore e infarto

02.07.15 - 09:13
Un centinaio di specialisti sono a Lugano per puntare i riflettori sul sonno. Quali le conseguenze se dormiamo poco? E dagli esperti arriva un monito: "Attenzione a cellulari e tablet"
fotolia
Esperti del sonno a Lugano: chi non dorme rischia tumore e infarto
Un centinaio di specialisti sono a Lugano per puntare i riflettori sul sonno. Quali le conseguenze se dormiamo poco? E dagli esperti arriva un monito: "Attenzione a cellulari e tablet"
sondaggio chiuso

LUGANO - “Chi dorme non piglia pesci”, recita il detto. Ma chi non dorme, a quanto pare, rischia molto di più. Sul sonno, i suoi disturbi e l’intervento medico in questi casi, si sta chinando la terza edizione dell’Alpine Sleep Summer School (a Lugano da lunedì 29 giugno fino a venerdì 3 luglio). Oltre un centinaio di medici specialisti e ricercatori provenienti da numerosi paesi del mondo, come il Belgio, la Francia, la Germania, il Giappone, l’Italia, gli Stati Uniti seguiranno in questo periodo una formazione di alto livello scientifico nell’ambito della medicina del sonno. All’interno della “School”, il Neurocentro terrà un simposio, giovedì 2 luglio, nel pomeriggio, dalle 15.15 alle 18.30, all’USI. Sarà presentato l’ambulatorio dei disturbi del sonno in età pediatrica, aperto da gennaio 2015 all’ospedale di Lugano e, da questo mese di giugno, al “San Giovanni” di Bellinzona.

Ma chi riguarda il sonno e i suoi problemi? Lo abbiamo chiesto al Dott. Mauro Manconi, neurologo e caposervizio del Centro Sonno ed Epilessia presso l'EOC.
"Il sonno riguarda tutti noi, dal bambino, all’uomo in età adulta. Naturalmente alcuni disturbi del sonno sono più frequenti in certe fasce d’età o in certe categorie professionali. Ad esempio chi svolge un lavoro turnista notturno ha un maggior rischio di sonno disturbato”.

Cosa si intende con disturbo del sonno?
“Di disturbi del sonno ne esistono tanti e di diverso tipo, spesso si identifica un sonno disturbato con l’insonnia, in realtà l’insonnia è solo uno dei tanti disturbi del sonno. Per insonnia si intende una difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno che comporta delle conseguenze negative nella giornata. Oltre alla quantità di sonno è fondamentale una buona qualità del sonno”.

Eppure è vero che oggi si dorme di meno rispetto al passato
“Secondo uno studio recente sembra esserci una tendenza alla progressiva restrizione del tempo dedicato al sonno. Specialmente al sonno notturno. Parliamo di circa 40-60 minuti in media di sonno in meno al giorno rispetto a circa 30 anni fa. C’è sicuramente un problema di natura culturale, ma dipende anche dai ritmi lavorativi”.

Lavoriamo troppo, insomma?
“Diciamo che nella fascia della popolazione lavorativa, e soprattutto in certe fasce di elevato livello professionale, si tende a rinunciare al sonno per incrementare l'aspetto produttivo. Si pensa che il sonno sia poco importante. Questa rinuncia viene falsamente collegata a un aumento della produttività e all’immagine di uomo performante. È invece esattamente il contrario”.

Cosa comporta rinunciare a ore di sonno?
"Porta a difficoltà cognitive, un calo di performance nell'adulto e, dell’apprendimento nel bambino e nel giovane. Mutano persino gli aspetti caratteriali, con un aumento dell'irascibilità e le conseguenti difficoltà relazionali. Per non parlare della sonnolenza con tutti i pericoli e le conseguenze che questa può portare. La carenza cronica di sonno, a lungo termine, aumenta il rischio vero e proprio di sviluppare patologie. Andiamo dalle malattie disimmunitarie, alla facilità alle infezioni, alle malattie oncologiche (tumori) e soprattutto cardiovascolari (ictus, infarti)”.

Abbiamo parlato della popolazione lavorativa, ma nei giovani? Cosa li porta a rinunciare a ore di sonno?

“Nelle fasce un po' più giovanili la restrizione del tempo dedicato al dormire può dipendere da una cattiva igiene del sonno, per esempio un aumento dell’utilizzo improprio o eccessivo delle nuove tecnologie. Soprattutto l'utilizzo di elementi di comunicazione o di divertimento (lo smartphone, la Play Station, tv e tablet), che vengono utilizzati spesso in fasce orarie inadeguate. Sono strumenti che possono ostacolare il sonno”.

Come fa un telefonino a ostacolare il sonno?
“Ad esempio con la luce, che riduce la melatonina e rende difficoltoso l'addormentamento e il sonno notturno. Ma anche aumentando l'attività di pensiero ed eventualmente emotiva. L'utilizzo di questi nuovi device può portare a una dipendenza vera e propria e uscirne poi diventa difficile”.

Quindi il problema sono i telefonini?
“Non solo. Vi sono anche degli utilizzi impropri di elementi eccitanti, quali il fumo, o le bevande energetiche. Quest'ultime spesso più potenti di banali caffé. Il sonno non viene rispettato, ma la carenza di sonno è un fattore di rischio per numerose patologie”.

Il problema principale quindi è la quantità di sonno? Bisogna dormire di più?
“Non solo quantità e qualità. È anche la regolarità e il periodo in cui si dorme ad essere importante. Io posso fare 8 ore di sonno, di qualità buona, ma sparse nell’intera giornata. Diciamo che è corretto dormire un tot di ore variabili da soggetto a soggetto, ma che siano di notte. Dormire di giorno, o variare molto gli orari è un elemento alterante”.

La pennichella? Ha senso?
“Non è sbagliato dormire dopo pranzo, ma la pannichella, o la si fa o non la si fa. Una volta ogni tanto può essere lesiva del ciclo sonno veglia. In secondo luogo deve essere di una durata di 30/45 minuti massimo. Questo evita che il paziente vada in sonno REM dal quale poi risvegliarsi diventa più difficoltoso. E, ovviamente, deve essere sempre più  o meno allo stesso orario”.

Si può recuperare il sonno perso o è un'utopia?
"Il sonno perso non si recupera mai totalmente. Si recupera parzialmente, sia in termini di qualità che di quantità. Il rischio, nel tempo, è di accumulare un debito di sonno che poi viene pagato”.

C'è un minimo e un massimo di sonno?
“Il bisogno di sonno varia con l'età, e da soggetto a soggetto, su basi genetiche. Ci sono i “long sleepers” che devono dormire 9/10 ore per giorno. E se queste persone dormono meno ne risentono. Ci sono poi gli “short sleepers”, brevi dormitori, che si accontentano di 6/7 ore. E non riescono a dormire di più”.

Come ci accorgiamo se abbiamo dormito a sufficienza?
“Dalle conseguenze diurne. Se Si dorme bene, e di giorno non si hanno problemi, non è necessario il nostro intervento. Se il paziente ha delle conseguenze diurne allora il discorso è diverso. L'insonne non è solo una persona che dorme poco, ma una persona che ne risente durante il giorno”.

Abbiamo parlato per ora solo di quantità, ma è anche una qualità del sonno?
“Io posso dormire le ore sufficienti, negli orari giusti, ma non dormire bene. In questi casi potrebbero esserci dei disturbi del sonno che vanno identificati”.

Quindi parlare di insonnia non è più sufficiente. Quali sono i disturbi del sonno più frequenti?
“Il disturbo respiratorio in sonno come la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è frequente, oppure la sindrome della gambe senza riposo. Ma anche la possibilità che vi siano insonnie secondarie dovute all'utilizzo di farmaci, che durante la notte si abbiano dei comportamenti anomali come le parasonnie, o disturbi motori che vanno ad alterare il proprio sonno”.

Per un sonno ideale, ci sono delle posizioni particolari, consigliabili o meno?
"Non abbiamo delle posizioni da consigliare. Diciamo che sicuramente la posizione supina è quella che espone di più a problemi di natura respiratoria e al russamento. Chi non ha disturbi può dormire come vuole".

Altre regole, riguardo l'ambiente?
“Deve essere fresco, silenzioso e buio. Dentro l'ambiente del sonno non bisogna portare device elettronici. È l'unico modo per evitare di farne uso prima di dormire e quindi di rischiare di danneggiare la qualità del sonno”.

La sensazione di “abbiocco” dopo pranzo è cosa comune. Molti ricorrono al caffé. Abitudine sbagliata?
"Tutti noi forziamo i nostri ritmi. Non dormire dopo pranzo è in effetti una piccola forzatura, molti di noi conoscono la sonnolenza dopo pranzo. La vigilanza si riduce e sono più frequenti gli errori. Se non si riesce a fare una pennichella si può ricorrere all'eccitante, ma la cosa migliore è predisporre gli appuntamenti importanti o le attività che richiedono maggior attenzione al mattino ed evitare un pasto troppo pesante”.

In sostanza, chi pensa di avere disturbi del sonno cosa deve fare?
“Non deve nasconderli o trascurarli e chiedere al proprio medico curante. Sarà quest'ultimo che in base al problema invierà o meno il paziente ad un centro di medicina del sonno. Spesso si ricorre a un sintomatico, un ipnotico, il classico sonnifero per capirci. Ma la cosa più corretta sarebbe una diagnosi prima di ricorrere alla farmacologia”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE