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ZURIGO/TICINOA scuola per tenere un gatto? “Sensibilizzazione e microchip”

02.06.15 - 07:26
A Zurigo si chiede che, come per i cani, sia reso obbligatorio un corso per chi intende acquistare un gatto. In Ticino? Ecco cosa ne pensano gli amici dei gatti in Ticino
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A scuola per tenere un gatto? “Sensibilizzazione e microchip”
A Zurigo si chiede che, come per i cani, sia reso obbligatorio un corso per chi intende acquistare un gatto. In Ticino? Ecco cosa ne pensano gli amici dei gatti in Ticino

TICINO - Ci si dimentica che il gatto è un animale molto complesso, la politica dovrebbe affrontare la questione di una licenza per il possesso dei gatti», ha dichiarato ieri Holger Greis, presidente dell’associazione Katzenfreunde, alla Nzz. Corsi già obbligatori per i cani, ma che sempre più persone auspicano anche per i gatti, soprattutto per tenere sotto controllo la popolazione felina.

Sensibilizzare sulla sterilizzazione - «Un corso di una sera potrebbe essere utile», conferma Donatella Vicini dell’associazione Il paese dei gatti. «Soprattutto sarebbe importante fare un discorso sul controllo delle nascite e sulle malattie», spiega. Infatti, ci racconta, molti dei problemi che affliggono il mondo felino sarebbero facilmente risolvibili con la sterilizzazione. «La maggior parte dei gatti scomparsi non è castrato.

C’è chi crede di risparmiare - Il gatto esce, si ferisce, si accoppia e contrae malattie. Molte persone, però, credono che castrazione e sterilizzazione siano contro natura», continua Vicini. Ed è anche la continua corsa al risparmio a frenare i proprietari. «Castrare un maschio costa sui cento franchi, sterilizzare una femmina dai 150 ai 220. Purtroppo c’è chi non lo fa credendo di risparmiare». Salvo poi incorrere in spese ben maggiori quando l’istinto del felino lo caccia in guai peggiori.

Prima di tutto microchip - Sulla stessa linea Emanuele Besomi della  Spab: «L’obbligo lo vedo un po’ pesante, ma sarebbe interessante creare dei corsi facoltativi, nei quali spiegare le necessità dei gatti». L’obbligo su cui puntare, secondo Besomi, sarebbe un altro: «Il microchip. Imporre il riconoscimento del gatto sarebbe più utile. Da un lato, come per i cani, impedisce l’abbandono. Dall’altro permetterebbe di ritrovare gatti smarriti o feriti. E i gatti spariscono più spesso dei cani». 

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