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CHIASSO"Io, nato uomo, sto per diventare donna"

20.05.15 - 10:50
La commovente storia di Stefano, 27enne ticinese, che presto sarà Stefania a tutti gli effetti: "Cambiare sesso non è un capriccio"
Archivio Photolia
"Io, nato uomo, sto per diventare donna"
La commovente storia di Stefano, 27enne ticinese, che presto sarà Stefania a tutti gli effetti: "Cambiare sesso non è un capriccio"

CHIASSO - Una lunga lotta per la libertà. Per l'identità. Perché Stefano (il vero nome è noto alla redazione), 27enne di Chiasso, in quel corpo proprio non ci riusciva a stare. Ora manca l'ultimo passo, il più importante: l'operazione all'organo sessuale. Poi Stefano diventerà Stefania a tutti gli effetti. La sua è una storia commovente, ma anche piena di determinazione e di speranza. Che racconta la rabbia di chi non ci sta a sentirsi dire che cambiare sesso è poco più di un capriccio. "Entro la fine del 2015 dovrei essere donna a tutti gli effetti - sussurra -. Per me partirà una nuova vita".

Il nome sui documenti - Incontriamo Stefano in un bar del Mendrisiotto. Ha un bell'aspetto, femminile. Nulla farebbe pensare alla metamorfosi in corso. "Potete chiamarmi Stefania", dice. E sia. "Il mio nome sui documenti è ancora al maschile - riprende -. Potrò cambiarlo solo una volta fatta l'operazione decisiva. Lo sostiene la legge. Questo ovviamente si rivela un problema per trovare lavoro. In molti sono diffidenti, non capiscono". Eppure Stefania è molto brava nella sua professione di impiegata di commercio. In tutte le esperienze professionali avute finora si è sempre distinta egregiamente. "I pregiudizi, però, sono spesso più forti. E da qualche anno mi ritrovo in disoccupazione".

Il momento chiave - Il pensiero di Stefania, però, adesso è rivolto soprattutto a Losanna. Proprio l'ospedale universitario vodese potrebbe rappresentare lo spartiacque per la 27enne di Chiasso. "Il Chuv è l'unica struttura in Svizzera a occuparsi di casi come il mio. L'operazione sarà parecchio costosa, diverse decine di migliaia di franchi. E dovrebbe essere coperta dalla cassa malati. Sì, perché sottoporsi a questo intervento non è come farsi la plastica per questioni estetiche. Chi è nella mia condizione sta male. Ed è una sofferenza forte, radicata nell'intimo. Il cambiamento è l'unica soluzione per avere una vita dignitosa. Altrimenti ti senti come in una prigione".

Disagio - Stefania racconta il suo percorso. Fino a cinque anni fa tutti la conoscevano come Stefano e basta. "Ma già da bambina mi sentivo una persona diversa. Giocavo con le bambole e avevo tante amicizie femminili. Crescendo, il disagio è aumentato. Ero attratta dagli uomini, ma mi sentivo comunque diversa da loro. Non riuscivo a collocarmi. Il fatto di essere una persona timida e riservata rendeva tutto ancora più complicato. Temevo il giudizio della mia famiglia".

Pioggia di ormoni - Attorno ai 20 anni, la prima, grande, svolta. "Pur non essendo convinta, ho iniziato un cammino psicologico, facendomi seguire da specialisti. Mi è stato d'aiuto, soprattutto per sentirmi meno rigida e più naturale. E poi doveva subentrare un certo clic mentale, non è evidente accettare il fatto di dovere cambiare. Serve tempo". In parallelo, arrivano anche le terapie ormonali. "Diversi medici inizialmente mi dicevano di aspettare. Qualcuno dubitava che io potessi raggiungere il livello di femminilità che mi ero prefissata. Io ho continuato per la mia strada, fino a quando ho trovato qualcuno disposto a investire su di me. Gli ormoni mi hanno fatto sparire i peli, hanno reso la mia pelle più morbida. Poi ho fatto l'operazione e mi sono fatta crescere il seno. Una tappa fondamentale, che mi ha resa ancora più forte".

Pregiudizio - Si guarda indietro, Stefania. E pensa a quello Stefano che per anni è rimasto ingabbiato in un corpo che non riusciva ad accettare. "Spesso si tende a sottovalutare il nostro problema. Ma chi non lo vive in prima persona, non può capire. Meglio che taccia. Nella Svizzera italiana sono circa una decina le persone che sono confrontate con un disagio simile al mio. Spesso ci si trova confrontati con i pregiudizi. Alcune persone mi hanno voltato le spalle, dopo che io ho intrapreso il mio percorso. Persone che credevo amiche. Fa molto male ammetterlo".

Un grande peso - Un sospiro. Un sorso d'acqua. E Stefania riprende. "Come fai a vivere una vita in cui sai che non ti trovi bene con il tuo corpo e nelle relazioni con gli altri? Per me è un grande peso. te lo porti sempre dietro, in ogni momento della giornata. Così proprio non riesco a essere me stessa. E sono bloccata anche dal profilo sessuale. Non riesco a provare e a dare piacere basandomi sull'organo sessuale che ho adesso. Anche per questo è praticamente impossibile per me avere una relazione stabile allo stato attuale delle cose. Molti spesso mi rifiutano. Ci sono anche le persone aperte, ma rappresentano una minoranza. Tutto è maledettamente complicato".

Conto alla rovescia - Per Stefania è partito il conto alla rovescia verso l'intervento che potrebbe cambiare la sua esistenza. La 27enne di Chiasso si sente appoggiata da sua madre. Non da suo padre. "Lui non capirà mai. Ha le sue idee. Continua a rivolgersi a me usando il maschile. E spesso si finisce per litigare". Sogna, Stefania. Con i suoi occhi dolci e con quello sguardo carico di emozione. "Vorrei avere una vita serena, una storia d'amore vera, un lavoro. Ho tanto da dare. Mi sento penalizzata, come se mi avessero rubato una fetta della mia vita. Ma io di tempo non ne voglio più perdere. Ora voglio semplicemente vivere".






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