CANTONEPagare per un posto di tirocinio: “Si sfrutta l’ansia delle famiglie”

Quattromila franchi per assicurarsi un posto d'apprendistato. È quanto chiede alle famiglie ticinesi la neonata succursale luganese di una fondazione attiva in Svizzera da 10 anni. Il caso è stato sollevato di recente da Ticinonline, soprattutto per la scarsa trasparenza della fondazione nel 'vendere' il proprio servizio di coaching. La Divisione della formazione professionale, nel frattempo, ha preso le distanze. "Lo Stato - sostiene il ministro dell'educazione ticinese Manuele Bertoli - non può però impedire che dei privati portino avanti simili iniziative. C'è il libero mercato".

E infatti la fondazione con sede (anche) a Lugano non è l'unica a lanciare una proposta del genere. Nel Locarnese, ad esempio, una società nata da poco si mette a disposizione dei giovani per seguirli nelle scelte legate al loro futuro. Il prezzo da pagare per seguire il programma in questo caso è di 1.300 franchi.   

Ma come si pone Bertoli di fronte al proliferare di queste iniziative? "Il servizio di orientamento statale è all'avanguardia - riprende il ministro -. Ma viviamo in un Paese che nel bene e nel male non mette i commerci sotto tutela. Significa che un privato ha la libertà di avanzare le proprie proposte. Il pubblico c'è e fa bene la sua parte”.

Dal privato può arrivare un'alternativa. Ma servirebbe la massima trasparenza. Chi sta dietro questi progetti segue l'onda di un bisogno. Ci sono famiglie in ansia perché non trovano un posto di tirocinio per il figlio. E allora ecco che si crea un mercato. Ovviamente poi c'è chi pensa che pagando si possano ottenere le cose più velocemente".