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LUGANO"Trasloco, l’affitto è insostenibile"

31.03.15 - 08:01
Chiude un altro esercizio pubblico del centro. Ora tocca a un parrucchiere
Fonte foto: Davide Rotondo
"Trasloco, l’affitto è insostenibile"
Chiude un altro esercizio pubblico del centro. Ora tocca a un parrucchiere

LUGANO - Un negozio da parrucchiere, un’attività che il signor Eugenio Capocasale porta avanti da decenni in via Ariosto 6 a Lugano. Ma ora le serrande, nella viuzza storica del centro cittadino, si sono chiuse definitivamente a causa dell’affitto diventato insostenibile. Un taglio netto con il passato dunque, che lascia con l’amaro in bocca sia il proprietario sia la clientela.

Io trasloco, altri hanno chiuso definitivamente - "Nelle prossime settimane sarò costretto a traslocare in Salita Chiattone. Oggi non è più sostenibile economicamente un’attività come la mia in centro città. I costi di locazione sono diventati insostenibili e il trasloco è d’obbligo. La lista di chiusure, riaperture e dislocazioni in periferia è lunghissima... noi ci spostiamo per fortuna".

Clienti, non tutti mi seguiranno - "Dove mi sposto si chiama Salita Chiattone giusto? Ci sarà un motivo per il quale l’hanno chiamata così, si intuisce. Ci sono dei gradini da fare per arrivare fino al mio salone. Una mia cliente in sedia a rotelle mi ha già chiesto come farà a raggiungermi. Penso che girerò la domanda al Municipio che, tre un Piano Viario e l’altro troverà certamente  il modo di occuparsi delle persone con handicap che non frequentano i grandi marchi nella lastricata e piatta Via Nassa.  Lì ormai tutto è in mano a gruppi internazionali disposti a pagare somme importanti per pochi metri quadrati di attività".

Una moria di negozi storici - "In molti hanno chiuso in zona (via Peri/via Ariosto, ndr.). Sono scomparsi in poco tempo negozi e ritrovi storici: Ricordate la panetteria Seitz con il caffè a 1 franco? E la macelleria sostituita da un’azienda di telefonini? Domandiamoci quale Lugano vogliamo".

Una città a portata di ricchi? - “Domandiamoci che Lugano vogliamo, ripeto. Vogliamo che la città si trasformi in uno shopping center per facoltosi russi e italiani? Oppure vogliamo una città viva, con i suoi negozietti, per il cittadino medio? Probabilmente si dovrà ripartire da questi quesiti, presto finirà la sbornia dei soldi facili della nostra piazza finanziaria".

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