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CANTONE"Deboli e timidi penalizzati dal multicheck"

25.03.15 - 10:45
Polemiche sul test per la selezione degli apprendisti. Rita Beltrami, dell’Ufficio orientamento: "Lo pagano le famiglie, non è giusto".
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"Deboli e timidi penalizzati dal multicheck"
Polemiche sul test per la selezione degli apprendisti. Rita Beltrami, dell’Ufficio orientamento: "Lo pagano le famiglie, non è giusto".

BELLINZONA - “Quel test penalizza i ragazzi deboli e timidi, di fatto li taglia fuori”. Rita Beltrami, direttrice dell’Ufficio orientamento scolastico e professionale, definisce così il multicheck, l’esame online per la selezione degli apprendisti, diventato ‘di moda’ in Ticino. Un’opinione non da poco, se si considera che proprio sulla questione il presidente del Partito Socialista Saverio Lurati ha inoltrato un’interrogazione al Governo. “E poi il test se lo devono pagare le famiglie - riprende Beltrami -. Non è giusto”.  

Signora Beltrami, sul test multicheck c’è parecchia confusione. I responsabili sostengono che a pagarlo sono le aziende...

"Di fatto non è così. Solo alcune grandi ditte, come Coop, Manor, Migros e La Posta, si assumono i costi del test. E bisogna dargliene atto. Negli altri casi tocca ai genitori dei ragazzi pagare".

Perché questo test è diventato tanto importante?

"Sono le aziende a prenderlo in considerazione. Molte ditte hanno la direzione in Svizzera tedesca. E là è la prassi fare ricorso a simili esami di selezione. Le candidature sono tante. E si pensa che il multicheck sia già uno strumento interessante per fare una prima selezione".     

Non è discriminatorio?

"Sì. Il problema è che il Cantone non ha potere contrattuale in questo. Possiamo sensibilizzare le aziende. In passato abbiamo anche cercato di intavolare un discorso con chi organizza questi test. Oggi come oggi, se un ragazzo vuole un posto di tirocinio è quasi costretto a fare il multicheck".     

Domanda diretta: è un test credibile?

"Fornisce indicazioni che cercano di andare al di là degli aspetti scolastici, ma che si concentrano anche sul saper fare e sul saper essere. Ci sono stati studi che ne hanno messo in dubbio l’efficacia".  

Una provocazione: stiamo pur sempre parlando di apprendisti. E l’apprendistato ha anche un ruolo sociale. Insomma, questi ragazzini a 15 anni sono già bombardati da pressioni enormi. Non si sta esagerando?

"Ora faccio l’avvocato del diavolo. È normale che un’azienda voglia il meglio tra i suoi dipendenti, apprendisti compresi".  

Sì, però intanto chi ha difficoltà scolastiche viene ulteriormente escluso…

"Per questo noi organizziamo momenti in cui i ragazzi possono esercitarsi nel redigere una candidatura o un curriculum, oppure fare delle prove di test. In modo che possa emergere la loro persona, più che la loro pagella. Perché non dobbiamo dimenticare che ci sono giovani che vanno male a scuola, ma che poi diventano brillanti apprendisti". 

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