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LOCARNOIn coda per il cibo "dei poveri", poi lo buttano nella spazzatura

03.03.15 - 08:17
Fra’ Martino: "Sanzioni per chi abusa della solidarietà"
In coda per il cibo "dei poveri", poi lo buttano nella spazzatura
Fra’ Martino: "Sanzioni per chi abusa della solidarietà"

LOCARNO - Buttano nella spazzatura il cibo ricevuto in beneficenza, dopo aver fatto la coda per ritirarlo al banco alimentare. La scena, a cui hanno assistito «attoniti» diversi utenti e passanti giovedì pomeriggio fuori dalla sede del Tavolino Magico di Locarno, ha per protagonisti alcuni frequentatori abituali dello spaccio. «È stato scioccante, veder sprecare così una parte dei prodotti assegnati, quando ci sono persone davvero bisognose che non ne ricevono abbastanza» commenta un’utente del centro. Al di là della schifiltosità poco opportuna, il problema è che «non ci sono controlli sulle necessità reali degli utenti, così alcune persone ricevono più di quanto hanno bisogno» continua la donna, secondo cui episodi come quello descritto capiterebbero «di frequente».

Confezioni inutilizzate - Fra’ Martino Dotta, portavoce dell’associazione che gestisce 10 punti di distribuzione tra Ticino e Grigioni italiani, conferma che «capita di trovare nei cassettoni fuori dai nostri centri delle confezioni di cibo inutilizzate» ma si tratta «di una problematica generalizzata, che non riguarda un centro in particolare».

"Ritiriamo le tessere" - Quanto ai criteri di assegnazione dei quantitativi alimentari, «il sistema si basa sulle tessere rilasciate dagli enti locali ai singoli utenti» spiega Fra’ Martino: «Se riscontriamo degli abusi come nel caso descritto procediamo a sanzionarli con il ritiro della tessera, ma non è facile cogliere le persone sul fatto. In generale – continua Dotta – sollecitiamo i volontari affinché ripartiscano i quantitativi in base al numero dei membri delle famiglie, in modo che comportamenti come questi si riducano al minimo».

Prodotti "troppo esotici" - Far capire il meccanismo agli utenti, però, non sempre è facile. «Di frequente si creano attriti e invidie» spiega Fra' Martino. «Purtroppo non è possibile per noi offrire una spesa "personalizzata" né in quantità tale da soddisfare interamente i bisogni delle famiglie. Offriamo un aiuto, riciclando quello che di volta in volta ci viene consegnato dai fornitori: sia la qualità che la quantità varia di settimana in settimana e non dipende da noi». A volte, alla base dello spreco c'è anche un problema culinario. «Spesso dai fornitori ci arrivano prodotti particolari, esotici, e gli utenti se ne disfano quando si rendono conto di non conoscerli, o di non gradirli. I volontari fanno un grande lavoro di informazione sui singoli alimenti, ma non sempre è possibile evitare lo spreco» conclude Dotta.

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