LUGANO - Il Comitato direttivo dell'ACSI ha preso posizione contro l'iniziativa "Imposta sull’energia invece che sull’IVA" in votazione l'8 marzo prossimo. Pur condividendo l'obiettivo centrale dell'iniziativa di arrivare a una svolta energetica, secondo l'ACSI la via scelta rischia di non più garantire il livello delle attuali entrate fiscali della Confederazione e di avere conseguenze negative per le consumatrici e i consumatori.
La via scelta dall'iniziativa presenta tuttavia numerosi punti critici secondo l'associazione:
- se, grazie all'iniziativa, si arriverà effettivamente a ridurre il consumo di energie non rinnovabili, per mantenere stabili le entrate fiscali della Confederazione l'imposizione su queste energie dovrà continuare a crescere. Ci sarà quindi un aumento importante del loro prezzo.
- questi aumenti di prezzo colpiranno maggiormente le economie domestiche a basso e medio reddito rispetto agli alti redditi. In effetti le spese per l'energia (benzina e riscaldamento in primo luogo) pesano percentualmente di più sulle uscite di chi guadagna poco che non su quelle di chi guadagna molto.
- gli inquilini, non potendo abitualmente scegliere con quale tipo di energia riscaldare il loro appartamento, saranno pesantemente colpiti dalla nuova tassa senza poter far nulla per evitarlo.
- l'iniziativa mette in pericolo il finanziamento a lungo termine dei compiti federali e i bassi redditi rischiano di essere i più colpiti da eventuali piani di risparmio. Oggi l'IVA frutta oltre 22 miliardi di entrate per la Confederazione, difficile sostituire questa imposta in tempi brevi.
- l'iniziativa introduce una contraddizione di fondo: gran parte delle entrate fiscali della Confederazione sarebbero garantite dal consumo di energia inquinante, proprio quel tipo di energia che lo Stato vorrebbe ridurre.