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MORBIO INFERIORE“In fuga dal Ticino per dare un futuro ai nostri figli”

30.01.15 - 09:52
La storia di Carmelo e Dadda, giovane coppia costretta a emigrare per trovare un lavoro: “E oggi, vista la situazione dell’euro, tiriamo un sospiro di sollievo”
“In fuga dal Ticino per dare un futuro ai nostri figli”
La storia di Carmelo e Dadda, giovane coppia costretta a emigrare per trovare un lavoro: “E oggi, vista la situazione dell’euro, tiriamo un sospiro di sollievo”

MORBIO INFERIORE - Costretti a emigrare oltre San Gottardo per dare un futuro ai propri figli. Storia di Carmelo e Dadda, rispettivamente di 33 e di 24 anni. Lui impiegato di logistica, lei parrucchiera e massaggiatrice. A luglio hanno abbandonato la loro casa di Morbio Inferiore e si sono trasferiti sulle colline di Lucerna. Scelta inusuale, ma praticamente forzata. “Nessuno in Ticino ci voleva dare un lavoro con un salario dignitoso”, spiegano all’unisono. E vista la situazione attuale dell’euro la coppia tira un sospiro di sollievo: “Abbiamo fatto la scelta giusta”.     

Offerte allucinanti - Sono felici, oggi, Carmelo e Dadda. Già genitori di un bimbo di due anni, sono in attesa del secondo figlio. Dalle finestre della loro casa, a Eigenthal, a 1200 metri d’altitudine, vedono tanto verde. “Siamo sereni - dice lei -. Però non possiamo dimenticare quello che abbiamo dovuto passare in Ticino, la terra in cui sono cresciuta. Da anni cercavo lavoro. Decine e decine di colloqui per sentire domande e offerte allucinanti. Precedenza a chi abitava in Italia o era disposto a percepire salari da fame, dai 1200 ai 1500 franchi mensili per un posto a tempo pieno”.

Vane ricerche - Per nove anni Carmelo aveva lavorato in una ditta di trasporti del Mendrisiotto. Un impiego soddisfacente, ma scandito da turni e ritmi molto pesanti. La prima gravidanza della moglie fa maturare in lui il desiderio di cambiare mestiere. “E quindi da due anni cercavo qualcosa di nuovo, che potesse fare al caso mio - ammette -. Invano. E pensare che ho un buon curriculum. Ma si preferiva dare la preferenza a chi era disposto a guadagnare meno. A un certo punto, vista la mia padronanza del tedesco, essendo nato nel canton Zurigo, è nata l’idea di venire a Lucerna”.

Padronato colpevole - E l’aspetto più sorprendente è che Carmelo e Dadda oltre San Gottardo non hanno fatto fatica a trovare un impiego. “Perché qui non è come in Ticino - sostiene Dadda -. Qui valutano quello che sai fare, non quanto sei disposto a non guadagnare. Ora che sto aspettando il secondo figlio ho smesso temporaneamente di lavorare. Ma so che a Lucerna non farei fatica a reinserirmi di nuovo”. Poi Dadda aggiunge: “Io non ho nulla contro i frontalieri, ho tanti amici italiani. Ma è questo modo di fare dei datori di lavoro ticinesi che crea tensioni. La colpa non è dei frontalieri, bensì del padronato”.          

Famiglia felice - La giovane coppia ticinese non sembra avere alcuna intenzione di tornare indietro. “Il futuro della nostra famiglia lo vediamo a Lucerna, qui sappiamo che anche i nostri figli potranno avere degli sbocchi”, ammette Dadda. E Carmelo conclude: “Proprio di fronte alla nostra casa c’è il monte Pilatus, viviamo in mezzo alla natura ed è bellissimo. E poi il modo di intendere il lavoro è meno stressante, ci sono grandi qualità umane, anche da parte dei superiori”.

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