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LOSONEDumping salariale, lo sfogo di un piccolo imprenditore ticinese

31.12.14 - 06:47
Luca Donghi, serigrafo di Losone, ha licenziato metà dei suoi 13 dipendenti
Dumping salariale, lo sfogo di un piccolo imprenditore ticinese
Luca Donghi, serigrafo di Losone, ha licenziato metà dei suoi 13 dipendenti

LOSONE - Si parla di Ticino e più precisamente di dumping salariale nell’edizione odierna del Blick. Protagonista del servizio pubblicato è Luca Donghi, imprenditore 59enne che denuncia la difficoltà di fare impresa nel Ticino del lavoro a prezzi scontati. La sua ditta, una serigrafia con sede a Losone, si occupa della produzione di manifesti, depliant, la stampa di magliette, eccetera. Ebbene, dei 13 dipendenti che contava fino a poco tempo fa, oggi ne sono rimasti la metà. Sette di essi sono stati licenziati. Motivo della crisi è la diminuzione degli ordini del suo cliente principale, una ditta di Locarno, che da solo rappresentava il 75% degli introiti per l’azienda di Losone.

Il volume degli ordini è diminuito del 550 per cento, passando da un milione a 160mila franchi. Il motivo di questo drastico calo non è soltanto da addebitare alla forza del franco svizzero, ma “soprattutto alla manodopera a buon mercato dall’Italia”. “Non sono i frontalieri i colpevoli - ha precisato l’imprenditore, ma quelle aziende che danno loro il lavoro”. Secondo Donghi queste aziende assumerebbero frontalieri a prezzo inferiore rispetto alle paghe che permettono di vivere in Svizzera, potendo così poi offrire i loro prodotti a prezzi stracciati. “In questo modo non possiamo tenere il passo. Molti dei miei colleghi hanno dovuto già chiudere. Il dumping salariale mi sta portando alla rovina”.

Inoltre molti clienti si rivolgono oramai a ditte che operano in Italia, che riescono ad offrire prezzi molto concorrenziali rispetto a quelli svizzeri. E Donghi mette in guardia: “Se noi ticinesi non abbiamo lavoro, non consumiamo. E se non consumiamo è l’economia a pagarne le conseguenze. E non ci sono più ordini per nessuno”.

Donghi teme lo svilupparsi ulteriore della spirale del prezzo a buon mercato: “è la nostra rovina”.  Donghi dice, infine di volere continuare ad assumere apprendisti, di essere l’unica serigrafia in Ticino a farlo e di voler continuare a pagare salari dignitosi, che permettono di vivere in Svizzera. Ma sta diventando sempre più difficile. E a Donghi non resta che sperare in un 2015 migliore.

 

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