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CANTONE“Il nostro ‘strano’ lavoro da pochi franchi al mese”

29.12.14 - 07:24
Programmi occupazionali e lavori di pubblica utilità coinvolgono circa 3.000 ticinesi senza impiego. E c’è anche chi la prende male
“Il nostro ‘strano’ lavoro da pochi franchi al mese”
Programmi occupazionali e lavori di pubblica utilità coinvolgono circa 3.000 ticinesi senza impiego. E c’è anche chi la prende male

BELLINZONA - “Grazie Cantone Ticino per l’offerta di lavoro. Lavoro di pubblica utilità a 200 franchi al mese, che si aggiungono ai 134 franchi mensili dell’assistenza. Allora è vero che a Natale sono tutti più buoni”. È un messaggio sospeso tra l’ironia e l’amarezza quello lasciato su Facebook da un laureato del Bellinzonese in assistenza. Parole intrise di rancore che portano a galla un mondo sommerso, quello dei circa 3.000 ticinesi all’anno ‘costretti’ a svolgere un programma occupazionale o lavori di pubblica utilità.

Programma occupazionale - In Ticino, tra persone disoccupate e in assistenza, l’esercito dei senza lavoro sfiora quota 20.000 unità. Molte di queste persone sono indirizzate verso percorsi professionali provvisori. “Chi è in disoccupazione - spiega Felix Lutz, capo dell’Ufficio cantonale delle misure attive - solitamente svolge un programma occupazionale, presso amministrazioni o enti no profit. Nel 2013 sono state 2.307 persone ad avere una tale opportunità".

Enti no profit - Di regola simili esperienze durano circa 4 mesi. Ancora Lutz: "L’importante, per noi, è che il disoccupato non porti via il lavoro a un’altra persona. Stiamo molto attenti su questo dettaglio. La forma di programma preponderante è quella organizzata da enti senza scopo di lucro su nostro mandato. Si creano occupazioni temporanee apposite con sostegno nelle ricerche di lavoro ai partecipanti".

Lavori di pubblica utilità - L’attività di utilità pubblica è invece diffusa tra chi si trova in assistenza. E tocca circa il 20% delle nuove richieste. “Per ogni persona che arriva in assistenza - sottolinea Renato Scheurer, capo dell’Ufficio del sostegno - viene fatta una valutazione accurata. Si cerca di capire se la persona può partecipare a misure di inserimento".

Periodo di allenamento - Alcuni seguono comunque un programma occupazionale. "Ma a chi necessita magari di un periodo di allenamento in più viene proposto un lavoro di pubblica utilità, della durata di 6 mesi, rinnovabili. Ogni anno circa 400-450 persone svolgono uno di questi lavori presso Comuni, case per anziani, enti di carattere solidale o sociale”.

Esperienze importanti - “Simili esperienze hanno una grande importanza - fa notare Luca Camponovo, responsabile cantonale della cassa di disoccupazione OCST -. Permettono a chi è senza lavoro di mantenere comunque determinati ritmi. Di alzarsi alla mattina e di vivere una giornata simile a quella di un lavoratore a tutti gli effetti. Si lavora parecchio sul piano psicologico”. Scheurer aggiunge: “Vogliamo anche fare passare il messaggio che a una prestazione, di solito, è legata una controprestazione”.

Presa in giro - Intanto, però, non tutti la prendono allo stesso modo. C’è chi vive questa esperienza come una sconfitta, o addirittura una presa in giro. “Ma noi - precisa Scheurer - seguiamo costantemente le persone che svolgono il lavoro di pubblica utilità”.

Reinserimenti - Lutz si appella ai dati, alle cifre. “Il programma occupazionale permette a chi è senza lavoro di farsi notare, di mettere in campo la propria motivazione, di creare contatti e di migliorare il proprio modo di presentarsi. Il tasso di collocamento, entro due mesi da questa esperienza, varia tra il 35 e il 50%. È piuttosto alto dunque”.

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