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CHIASSO“Scambiato per un ladro e umiliato davanti a tutti”

18.12.14 - 07:08
La disavventura capitata al 33enne Matteo Bruno a margine della rapina in una gioielleria di Corso San Gottardo
“Scambiato per un ladro e umiliato davanti a tutti”
La disavventura capitata al 33enne Matteo Bruno a margine della rapina in una gioielleria di Corso San Gottardo

CHIASSO - Gli agenti di polizia lo scambiano per uno dei rapinatori che pochi minuti prima hanno svaligiato una gioielleria di Corso San Gottardo, nel centro di Chiasso. Lo fanno scendere dall’auto, all’altezza della rotonda che porta all’autostrada, lo ammanettano e lo tengono immobilizzato per una trentina di minuti. Il tutto mentre i passanti fanno foto e video con i cellulari. Seguiranno due ore in centrale prima del rilascio. Il malcapitato è Matteo Bruno, classe 1981, agente di sicurezza residente a Cadegliano Viconago (Varese). A qualche giorno di distanza il 33enne annuncia: “Sporgerò denuncia, mi sto consultando con un avvocato”.

Manette - Questa è la storia di un errore grossolano. Di un malinteso dai contorni grotteschi. Matteo Bruno impugna le foto che mostrano i segni delle manette sui suoi polsi. “Me le hanno strette parecchio. Io mi ero recato a Maslianico per ritirare un’auto. Non ero nemmeno al corrente di quello che era capitato in quella gioielleria. Alla rotonda di Chiasso, verso le 11, mi sono visto raggiungere da una pattuglia e mi sono fermato. Di lì a pochi secondi mi avevano già immobilizzato, senza fornirmi alcuna spiegazione. Sul momento ho reagito con ironia, poi mi sono reso conto che facevano sul serio”.       

Umiliazione - È stizzito, Matteo. E non si dà pace. “Per me è stato umiliante stare lì davanti a tutti in manette. Solo nel tragitto verso la centrale mi hanno spiegato di cosa ero sospettato”. Il 33enne resterà rinchiuso per un paio d’ore in una stanza, sotto sorveglianza. “Fino a quando un agente non è venuto a dirmi che potevo andarmene. Mi ha detto che gli dispiaceva, certo. Ma mi chiedo come sia stato possibile questo sbaglio. Questa storia non finisce qui comunque”.

La voce dell’autorità - Sulla vicenda interviene Renato Pizolli, portavoce della Polizia cantonale. “Nell'ambito delle ricerche degli autori della rapina - fa notare - sono state fermate, secondo le facoltà date alla polizia, alcune persone che rientravano in considerazione quali possibili sospettate. Dopo i necessari accertamenti sono state rilasciate. Purtroppo in questi casi può accadere che, persone completamente estranee ai fatti, siano interpellate”.

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