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LUGANOL’aggiramento dell’embargo russo passa per Lugano

17.12.14 - 12:54
Le telecamere di Ballarò in un ufficio di intermediazione luganese: “Ecco come si fa”
L’aggiramento dell’embargo russo passa per Lugano
Le telecamere di Ballarò in un ufficio di intermediazione luganese: “Ecco come si fa”

LUGANO - Decine di cassoni di mele Granny Smith, centinaia di forme di formaggio parmigiano-reggiano che valgono 300 euro l'una, tir carichi di susine. Tutto destinato ad essere invenduto o, peggio ancora, al macero. Tonnellate di merce per la Russia ferme nei magazzini del nord Italia. L'Unione europea si è schierata dalla parte dell’Ucraina e ha deciso l'embargo contro la Russia. A soffrire della decisione dell’Occidente sono moltissime aziende agricole italiane. "Qui le aziende chiudono. Se fanno degli embarghi devono introdurre contromisure per non far morire le aziende… ma non lo stanno facendo", ha esclamato un produttore agricolo veronese a Ballarò, che martedì sera ha mandato in onda un servizio che ha dato voce ad alcuni produttori agricoli del Nord Italia, penalizzati dall’embargo economico nei confronti della Russia di Putin.

L'esportazione dei prodotti agricoli in Russia dall'Italia sono calate dell'80%. E allora che si fa? Si aggira l'embargo. Anche perché se l’Europa non vende, ci sono Cina e altri paesi che prendono il suo posto. E come si aggira l’embargo? I camion pieni di merce arrivano in Lituania e lì si cambiano le carte, "si rietichetta", ossia si indica un'origine del prodotto diversa da quella europea. Le telecamere di Ballarò sono andate al confine tra Lituania a Bielorussia. Lunghissime le code di tir alla dogana. I camionisti intervistati raccontano che la merce che arriva dall'Europa "non è etichettata, ha bolle separate e falsificate". "I prodotti possono andare verso la Bielorussia, tutti sanno, ma a nessuno fa niente", ha commentato un camionista dal suo abitacolo, in attesa di poter ripartire.

Ballarò si è recata a Lugano. Nella città sul Ceresio c'è una società di intermediazione russa, con sede a San Pietroburgo, che si occupa di attirare investimenti in Russia. Come racconta Ballarò, sarebbe stata spedita a diverse aziende italiane un’email in cui si invita gli imprenditori italiani a rivolgersi a questa agenzia, "per non lasciare indietro nulla alle imprese concorrenti di India, Brasile e Svizzera". Un giornalista della trasmissione di Rai3, insieme a un produttore, si è finto un produttore agricolo e, telecamere nascoste, si è recato a Lugano, chiedendo informazioni sulla possibilità di poter aggirare l'embargo, attraverso le triangolazioni descritte dall’agenzia. "Noi siamo un po' banditi in questo senso. Abbiamo un trasportatore che usa strade un po' particolari", ha detto senza peli sulla lingua una impiegata dell'ufficio al telefono del cronista di Ballarò. La signora è esplicita e spiega come funziona il trucchetto, ossia attraverso la produzione di due bolle di spedizione separate che "portano due codici diversi. Uno dei due è quello giusto e permette di arrivare alla dogana russa".

In sostanza l’agenzia si occupa di tutte le procedure di sdoganamento della merce che permetterebbero di aggirare l'embargo. Il cliente, ossia il produttore italiano, non deve fare null’altro che pagare.
"Noi diciamo tutte le indicazioni a voi, tutte le indicazioni al vostro cliente e andiamo a gestire tutta quanta l'operazione", ha continuato la signora, ignara di essere ripresa. "L'agenzia di servizi doganali faciliterà il passaggio con i doganieri locali”.

L’impiegata dichiara che “tutte le dogane russe sono corrotte nello stesso modo” e che sono in molti a utilizzare questo sistema per aggirare l’embargo. “Lo stanno facendo in tanti qui. I norvegesi stanno tagliando il salmone in Kazakistan e a Cuba e lo esportano... c'è il salmone made in Kazakistan e made in Cuba". "C'è un'ottima agenzia di sdoganamento russa che riesce a far passare il vostro prodotto. E' un problema? Voglio dire, vi aiuto."

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