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LUGANOLa piazza che cambia, "i fasti di un tempo non torneranno più"

18.12.14 - 19:35
Si avvicina Natale, periodo di promozioni e bonus in banca. Pierre Rusconi: "Oggi tanta eleganza, ma a Lugano sono rimasti soltanto i bancari, di banchieri non ce ne sono più”
La piazza che cambia, "i fasti di un tempo non torneranno più"
Si avvicina Natale, periodo di promozioni e bonus in banca. Pierre Rusconi: "Oggi tanta eleganza, ma a Lugano sono rimasti soltanto i bancari, di banchieri non ce ne sono più”

LUGANO - Il Natale è alle porte. Il settore bancario non se la sta passando malissimo, ma la tensione resta alta. Le crisi a livello internazionale e il prezzo del greggio hanno influito negativamente nelle ultime settimane sui mercati finanziari. Borse che hanno visto comunque un anno di attività intenso che si è ripercosso postivamente sulle attività bancarie per quanto riguarda le operazioni su interessi, sulle commissioni e nell'attività di negoziazione. Le prospettive, come si legge nel notiziario statistico pubblicato in novembre riguardante ottobre e terzo trimestre 2014, sono di pacato ottimismo. A prevalere è, tuttavia, l'attendismo. Gli oltre 6.000 bancari ticinesi (240mila in Svizzera) tengono duro, guardando al futuro con una certa apprensione viste le incertezze della zona euro e il crollo del rublo.

Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti ha dichiarato domenica scorsa che, nei prossimi anni, si assisterà a un calo del numero degli istituti bancari tra il 20 e il 30%, che corrispondono a 60/80 istituti. A soccombere saranno gli istituti piccoli e medi, che - riprendendo le parole di Ermotti, “non possono vantare una presenza globale simile a UBS”.

Nuove mode, nuovi affari - In un’intervista risalente a metà ottobre, Sergio Rossi, professore ordinario di macroeconomia e di economia monetaria presso l'Università di Friburgo, aveva dichiarato a Ticinonline che sono 1.500 gli esuberi attuali sulla piazza finanziaria ticinese. In un Ticino, sempre riprendendo Rossi, "senza una vera politica economica, ma che segue a traino le mode del momento", ecco che si coglie l’opportunità del trading delle commodity. Ci si è accorti che il private banking non basta più. E allora ecco la nuova "moda", appunto, gli affari con le materie prime: il carbone, l'acciao, il gas, il petrolio, ma anche gli alimentari. Lo scorso marzo, Marco Passalia, segretario della LCTA - Lugano Commodity Trading Association ci aveva detto che a Lugano sono un'ottantina le aziende del settore e 1.600 i posti di lavoro ad esse legate.

“La Lugano da bere è ormai un ricordo” - La piazza finanziaria sta conoscendo un profondo cambiamento e Lugano con essa. Chi ci lavora è certo: non sarà mai più come prima. "La Lugano da bere è ormai finita", ci dice Pierre Rusconi, uno che gli anni d'oro della piazza finanziaria li ha vissuti e se li è goduti in pieno. Lui di professione è fiduciario finanziario e gestore patrimoniale e opera nel cuore della city. In quella city che, per chi si ricorda degli anni d'oro, nei giorni che precedevano le feste di fine anno, si sentiva profumo di bonus, di aumenti, di promozioni. Dal consulente al semplice impiegato di back office "si guardava tutti al futuro con ottimismo" - ci racconta il consigliere nazionale dell’UDC. "Sì, perché la domanda di personale nel settore era più alta dell'offerta. Ed era come giocare in una squadra di calcio: laddove c'era più possibilità di guadagnare si andava". Infatti, fino ai primi anni Duemila, “il circuito” permetteva all'impiegato di banca di muoversi, ossia di cambiare posto di lavoro con una certa disinvoltura. Oggi, invece, “il circuito” è andato in tilt e l'euforia, quella sensazione di toccare il cielo con un dito, che hanno avuto la fortuna di vivere le generazioni degli over 35, sono ormai un lontano ricordo. "Una volta arrivavano le lettere in cui si comunicavano promozioni o aumenti. Oggi, quando ne arriva una, si teme che possa essere quella del licenziamento", ha aggiunto il deputato.

“I banchieri non ci sono più” - "Oggigiorno è cambiato anche lo stile nel modo di vestirsi" - osserva Rusconi riferendosi all'italian style che si è imposto definitivamente nel ceto impiegatizio e bancario - "vedo tanti pantaloni a tubo lunghi fino a sopra le caviglie, completi eleganti, lo stile è impeccabile. Peccato che oggi a Lugano, mentre una volta c'erano anche i banchieri veri e propri e il centro decisionale era qui, negli ultimi tempi è stato tutto spostato a Zurigo o altrove. Ora ci sono solo i bancari, eleganti, per carità, ma dei banchieri non vi è più nemmeno l'ombra".

Rusconi continua a descrivere il tramonto della Lugano da bere. Si ricorda dei punti di ritrovo del centro, dove per aperitivi e cene pantagrueliche non si badava a spese. Si faceva festa, e lo si faceva veramente. Anche perché non soltanto l'impiegato era predisposto a spendere maggiormente, ma anche il cliente residente in Italia che, quando arrivava a Lugano, "con i traffici della lira riusciva a guadagnare bene e si godeva i soldi in nero, pagandosi la bottiglietta di champagne".

La mentalità è cambiata - Ed oggi? Si tornerà mai ai fasti di un tempo? "No, è finita. E' cambiata anche la mentalità", afferma Rusconi. "Lo si nota anche guardando le auto in circolazione. Oggi ci sono molte più smart e molto meno Porsche. Era scoppiata la corsa al Suv, oggi, forse per non ostentare troppo e per discrezione, ce ne sono di meno in circolazione. Una volta si facevano i leasing in grande scioltezza e si riusciva a risparmiare. I soldi piovevano dal cielo, in tutti i casi. Oggi questo mondo è finito. Allora vi era una cultura medio-bassa. Oggi Lugano è diventata città universitaria e si punta su altri settori, tra cui la ricerca e la medicina. E con l'università sono arrivati i professori e con loro una mentalità differente rispetto a quella di una volta. I giovani oggi devono cercare alternative diverse dal passato. Non c'è altra scelta".

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