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CANTONEMedicina, riuscirà il Ticino ad affrontare la grande sfida?

24.11.14 - 20:38
L'Usi saluta con soddisfazione il voto favorevole del Gran Consiglio per l'istituzione di una nuova facoltà di biomedicina e di una specialistica in medicina umana. Ma non mancano le incognite.
Foto Tipress / Carlo Reguzzi
Medicina, riuscirà il Ticino ad affrontare la grande sfida?
L'Usi saluta con soddisfazione il voto favorevole del Gran Consiglio per l'istituzione di una nuova facoltà di biomedicina e di una specialistica in medicina umana. Ma non mancano le incognite.

BELLINZONA - Il Gran Consiglio ha votato oggi la modifica legislativa che consente all'Università della Svizzera Italiana (USI) di avere una nuova facoltà di scienze biomediche e una nuova scuola di Master in medicina umana.

In aula c'è chi ha definito la giornata di oggi storica per il Ticino. Il piccolo cantone, dopo diciotto anni dall'ambito traguardo tanto voluto da Giuseppe Buffi, raggiunto con l'apertura della propria università, (in un periodo storico in cui, alle grandi realtà universitarie di antica tradizione si sono aggiunti diversi nuovi atenei nei centri periferici), estende così la sua offerta accademica.  La stessa USI parla di "passo decisivo per tutta la Svizzera italiana".

In un comunicato stampa diramato nella serata di lunedì dal servizio "comunicazione e media" dell'Usi, il presidente Piero Martinoli, ha espresso il suo ringraziamento "nei confronti dei numerosi partner coinvolti nell'operazione, iniziata formalmente ormai quasi 5 anni fa, nel maggio del 2009". Il Ticino, alla ricerca della sua nuova vocazione, esauritosi il periodo del Dopoguerra, caratterizzato da un'economia basata sulla finanza e sulla industria prevalentemente di importazione, si sta avventurando in una nuova forma di "mercato", quella riguardante la formazione in ambito medico e medico-scientifico. In Svizzera sono troppo pochi i 700 laureati in medicina ogni anno. Il numerus clausus, adottato principalmente per ragioni di risparmio (il Governo federale, proprio nel 2009, in risposta ad un interrogazione del consigliere degli Stati PLR Felix Gutzwiller, riguardante il numero di medici stranieri negli ospedali svizzeri, rispose che se tutti i medici dovessero essere formati in Svizzera, la Confederazione dovrebbe sopportare un costo di 1 miliardo di franchi, che diventerebbero 1,9 se si considerassero anche i costi riguardanti i periodi di tirocinio e quelli della ricerca), ha contribuito ad aprire un ampio dibattito in Svizzera, paese che importa così tanti medici dall'estero (3.300 dalla sola Germania in cinque anni, per una spesa sostenuta dallo Stato tedesco di quasi un miliardo di un miliardo di euro in formazione di medici poi partiti per la Svizzera) che negli ospedali svizzeri si conta ormai un camice bianco straniero su tre. (nel 2003 la cifra si fermava a 1/6).

Ed è in questo contesto che in Ticino, in collaborazione con le università d'oltralpe per la formazione triennale a livello "Bachelor" e con l'Università di Basilea come università di riferimento, che si è deciso di puntare nella formazione medica. Nella facoltà - come viene precisato nel comunicato stampa - "troverà collocazione anche l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB, già affiliato all’USI dal 2010) con le relative attività formative a livello dottorale e sarà creato un Center of Advanced Studies in Biomedical Entrepreneurship (CASEbiomed). In futuro saranno approfondite altre attività di formazione e di ricerca in sinergia con le Facoltà di scienze della comunicazione, scienze economiche e scienze informatiche, oltre che con altri importanti centri di ricerca già presenti nella regione".

Sulla base di questo traguardo raggiunto in giornata odierna, il presidente dell'Usi Piero Martinoli ha dichiarato che "quello fatto oggi dal Gran Consiglio è un passo decisivo per tutta la Svizzera italiana oltre che per la sua Università. Sono convinto infatti che l’istituzione di questa nuova Facoltà possa sortire effetti virtuosi non solo a livello medico e scientifico, ma anche a livello economico e sociale. Da un lato contribuirà in modo sostanziale ai processi di innovazione di questa parte di Svizzera a sud del Gottardo, dall’altro consentirà al Ticino di fare la propria parte nella risoluzione di un rilevante problema di portata nazionale, quello della penuria di medici formati in Svizzera. Sono quindi grato all’ottima squadra che ha saputo portare avanti con determinazione questo complicato progetto, al Consiglio di Stato, al Gran Consiglio così come alle università partner dell’iniziativa”.

In occasione del prossimo Consiglio dell’Università, previsto per il 5 dicembre, si apprende infine che "l’USI istituirà infine il Consiglio costituente della nuova Facoltà, che avrà il compito di stabilire l’agenda e i regolamenti per la selezione dei professori".

L'aspetto riguardante il reclutamento dei professori è delicato. In aula di Gran Consiglio si è detto che il compito di trovare docenti non sarà facile, così come non sarà scontato reclutare matricole, che dovrebbero essere almeno 30 per iniziare. Nel 2018 inizieranno i corsi. La sfida è difficile, ma il voto di oggi a Bellinzona, soltanto due i voti contrari e due gli astenuti su 68 votanti, fa ben sperare.

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