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CANTONETicinesi sempre più sovra-indebitati: ecco come uscire dal tunnel

30.10.14 - 08:39
Il Cantone corre ai ripari: Caritas Ticino curerà la formazione di "tutor di persone sovra-indebitate"
Ti-Press/Carlo Reguzzi
Ticinesi sempre più sovra-indebitati: ecco come uscire dal tunnel
Il Cantone corre ai ripari: Caritas Ticino curerà la formazione di "tutor di persone sovra-indebitate"

BELLINZONA - I numeri di chi è in difficoltà sono in aumento e il Cantone corre ai ripari con un piano pilota d’intervento. Caritas Ticino curerà la formazione di “tutor di persone sovra-indebitate”. Spesso è il desiderio di un’auto; a volte sono i mobili per la casa; oppure, più di rado, incide l’avvio di un’attività commerciale per cui i propri risparmi non bastano. Il circolo vizioso che porta all’indebitamento, e di lì a poco al sovra-indebitamento, miete sempre più vittime in Ticino. Al punto che anche il Consiglio di Stato ha approvato un piano cantonale pilota, che verrà  presentato fra due settimane a Bellinzona, per arginare un fenomeno in costante incremento. Parola di Caritas Ticino, che già da qualche anno si occupa dei casi più problematici e ora lo farà in collaborazione con le istituzioni, decise ad adoperarsi su prevenzione, con misure rivolte a scuole e famiglie, formazione, attraverso un corso specifico di operatore sociale alla Supsi, e intervento, quando la situazione di indebitamento è ormai presente.

L'identikit - Già sei i volontari che si sono iscritti al corso, 7 moduli di due ore ciascuno da qui a dicembre, per diventare tutor di persone sovra indebitate. Profilo ideale: pensionato, con tempo libero da investire ed esperienza amministrativa da mettere a disposizione, nel tentativo di riorganizzare la gestione del denaro di chi, senza realmente accorgersene, finisce per diventare vittima dei suoi debiti. «Difficile tracciare un identikit – ragiona Dani Noris, operatrice sociale di Caritas Ticino e responsabile del progetto - Si tratta in prevalenza di uomini, fra i 35 e i 50 anni; molto spesso sono persone con buona disponibilità economica, ma che acquistano con crediti eccessivi rispetto alla possibilità reale. Cadono nella trappola di pagamenti non prioritari, come leasing dell’auto e spese a credito; quando si rendono conto di non essere più in grado di fare i conti con il proprio debito, domandano un prestito a una banca, così da avere un unico creditore e maggiori facilità di rientro. Ma è una grande illusione. Gli interessi sono alti, non si riesce più a restituire il denaro. Il passo successivo è il pignoramento di una parte del salario. È a questo punto che si rivolgono a noi».

Non date la colpa alla povertà - A prestar fede a chi con il problema lavora da anni, la sorpresa è quasi paradossale. Chi vive in condizioni di povertà relativa, e fatica ad arrivare a fine mese, non si indebita: accade, piuttosto, a chi ha uno stipendio buono. «La ragione dell’incremento di individui sovra-indebitati va cercata nella sempre maggiore disponibilità di carte di credito. Chi le possiede le usa e per qualche mese ce la fa, o almeno ha quest’impressione: ma poi si finisce nel vortice. In assoluta buona fede: a volte la colpa è di una pubblicità agguerrita, che sprona ad avere tutto subito».

Piuttosto, prendetevela con l'ex - Altre volte, invece, incide la fine del matrimonio: dopo la separazione, il coniuge che non si è mai occupato dell’amministrazione domestica reagisce sprovveduto, non ha idea dei criteri con cui spendere il proprio denaro e dei doveri fiscali verso lo Stato. «Capita anche ai ragazzi: dopo l’apprendistato, appena trovano lavoro, si comprano una bella macchina. Ma poi qualcosa va storto. Solitamente li incontriamo in una fase successiva, dopo che si sono trascinati a lungo gli errori di gioventù, quando magari vogliono mettere su famiglia e sono ostacolati dai debiti».

L'idea: fare rete - «Esistono dei passaggi di vita più critici che espongono al rischio di sovra-indebitamento: il primo stipendio, la disoccupazione, il divorzio, il pensionamento - spiega Sara Grignola, responsabile operativa della Divisione azione sociale e famiglie – Il fenomeno è trasversale e non è legato a situazioni di povertà. Attualmente non ha dimensioni allarmanti: il Cantone ha deciso di intervenire a livello preventivo proprio perché non diventi una problematica sociale. Ventisei le misure che saranno proposte. In Ticino esistono già diversi enti che se ne occupano: quello che mancava era una sinergia. L’idea non è di sostituirsi a chi già lavora su questo, ma di metterli in rete e fare più formazione. C’è in progetto, in collaborazione con la Supsi, anche la creazione di un manuale per la gestione di queste situazioni».

Un errore da non ripetere - Il momento in cui si prende finalmente atto della propria condizione anomala spesso coincide con quello dei precetti esecutivi: «Quando il salario viene pignorato, crollano – continua Dani Noris - Da noi arriva gente che non apre più da tempo la posta, che ha già vissuto il proprio percorso oscuro, carico di angoscia. La Caritas è l’ultima spiaggia». Ecco dunque che è il momento di pianificare il rientro: prima con un’analisi dei documenti disponibili e una quantificazione esatta del debito, poi con un tutor che, mediante incontri a cadenza settimanale all’inizio, mensile in seguito, aiuta a non ricadere più nell’errore. «Si tratta di un accompagnamento burocratico con lo scopo di aiutare le persone a diventare indipendenti. Si stima che un anno di tempo sia sufficiente a risolvere una situazione critica».

In Ticino il 7,5% è già nei guai - Fra dodici e quindici al massimo i volontari che saranno formati da Caritas Ticino, ma non sono esclusi nuovi programmi educativi. Il Ticino, del resto, vive in un conteso più delicato rispetto al resto del Paese. Il 7,5% della popolazione si trova in un’economia domestica con uno scoperto di pagamento superiore ai due terzi del reddito, il 26,4% ha un debito con un istituto bancario, il 18,4 è costretto ad appoggiarsi a familiari e amici e una percentuale analoga, invece, non ha accesso al credito perché non dispone di garanzie sufficienti. In Svizzera, invece, oltre il 70% dichiara di non far ricorso a debiti commerciali.

Per iscrizioni al corso: 091 936 30 20

 

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