A Balerna nasce la prima start-up ticinese che fa della tecnologia tridimensionale un business. “Artigiani Digitali” produrrà oggettistica su commissione.
BALERNA - La prima auto realizzata con stampa 3D è stata presentata poco più di un mese fa all’International Manufactoring Technology Show di Chicago: un prototipo stampato in sole 44 ore e assemblato in fretta da un team della Local Motors, per essere messo in strada il 13 settembre. “Strati” il suo nome, motore elettrico Renault Twizy e design italiano. Un anno fa era una fantasticheria: un’ipotesi senza fondamento di come si sarebbe evoluta una tecnologia carica di aspettative e punti di domanda. Impossibile prevedere che si sarebbe sviluppata così velocemente; improbabile indovinare quando avrebbe potuto cominciare a trasformarsi in business.
Un rischio da correre - Dodici mesi sono bastati, a quanto pare. E oggi l’idea della stampa tridimensionale non è più solo uno sfizio da togliersi in casa propria: ma un’attività possibile di cui sondare potenzialità e prospettive. A Balerna è nata nelle scorse settimane una delle prime «start-up di stampa 3D»: consultare per credere, e per capire meglio, www.artigianidigitali.ch, sito che pretende di presentare al pubblico un’idea innovativa o comunque finora poco praticata. «In Ticino credo siamo i primi. Ci sono rivenditori di stampanti 3D, ma non conosco ancora esperienze analoghe alle nostre», osserva Alessandro Bianchi, designer in comunicazione visiva. Con il collega Antonio Dotti, specializzato in Industrial design, ha voluto tentare: «Non è attualmente il nostro core business. Continuiamo come indipendenti a offrire i nostri servizi di grafica, siti web e 3D: per questo lo definiamo un nostro servizio extra. In Ticino la tecnologia è di nicchia: pochi la conoscono, anche se è adatta a tutti. Investire tutto su di essa sarebbe stato un rischio troppo grande. Continueremo a occuparci di web e grafica, ma abbiamo deciso di provare a offrire un servizio di stampa 3D conto terzi. Invece di acquistare una stampante che poi dovrebbe imparare a utilizzare, chi vuole realizzare un oggetto può commissionarlo a noi».
Investimento piccolo, potenzialità grandi - Modesto l’investimento che potrebbe essere il principio di un buon profitto, se il 3D dovesse conquistare gli scettici o semplicemente gli indifferenti: un migliaio di franchi per una stampante 3D sono sufficienti a aprirsi un mercato teoricamente abbondante. “Il piatto di stampa consente la realizzazione di oggetti 20x20x25: ma se si stampa in modo modulare è ovvio che si può fare molto di più». Plastici per gli architetti, ad esempio, fra le prime categorie professionale cui Artigiani Digitali aspira a rivolgersi; ma anche oggetti di design o ninnoli da regalare, creati a partire da due sostanze termoplastiche. «Usiamo Pla o acido polilattico, derivato da piante come il mais, la canna da zucchero o la barbabietola, ricco di zuccheri naturali, oppure Abs, materiale derivato dal petrolio, più resistente ma anche più difficile da stampare. Abbiamo già realizzato un piedistallo per l’opera di un artista, ad esempio; un prototipo per un designer, ricambi di mobili e accessori; o cose semplici, come può essere un portachiavi».
La rivoluzione è adesso - Giocattoli, modellini d’auto, il pezzo di ricambio ormai introvabile: «Le possibilità sono numerose. Stiamo a vedere come risponderà il pubblico. In Italia esistono già start-up di questo genere e fanno fatica. Fino a che non attecchirà, continueremo a offrirlo come servizio extra. La Svizzera interna? Potrebbe essere un’idea». Scriveva l’Economist nel 2011, in tempi recenti e ancora non sospetti: «La stampa tridimensionale rende economico creare singoli oggetti e quindi mina le economie di scala. Essa potrebbe avere sul mondo un impatto così profondo come lo ebbe l'avvento della fabbrica. La tecnologia sta arrivando, ed è probabile che sovverta ogni campo che tocchi». Tra stampante 3D che ricicla le bottigliette di plastica, da commerciare in America entro la fine del 2015, app per scaricare disegni di oggetti da riprodurre in 3D, di cui già si chiacchiera, e costi che si contraggono via via che il tempo scorre, pare proprio che il futuro sia già adesso.