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CANTONE / BERNARaddoppio del Gottardo, il Nazionale vota sì

24.09.14 - 18:27
PS, Verdi e ambientalisti confermano: "Sarà referendum"
Raddoppio del Gottardo, il Nazionale vota sì
PS, Verdi e ambientalisti confermano: "Sarà referendum"

BERNA - Sì al raddoppio della galleria stradale del San Gottardo. Con 109 voti contro 74 e 4 astensioni anche il Consiglio nazionale, dopo gli Stati, ha accolto oggi la revisione della Legge federale sul transito stradale nella regione alpina (LTS), che autorizza lo scavo di un secondo traforo, senza aumento della capacità di transito. L'oggetto è pronto per le votazioni finali. PS, Verdi e organizzazioni ambientaliste hanno già annunciato il lancio di un referendum.

Il dibattito si è subito acceso, poggiando su posizioni consolidate. I favorevoli hanno sottolineato l'importanza per il Ticino di un collegamento con il resto del paese durante i lavori di risanamento del vecchio tunnel, la maggiore sicurezza e la garanzia di non aumentare la capacità. I contrari hanno fatto leva sulle incertezze costituzionali del progetto, sulla sua supposta insostenibilità finanziaria e sui timori di un massiccio aumento del traffico nelle Alpi.

"Solo la costruzione di un secondo traforo permetterà al Ticino di restare collegato al resto del paese", ha affermato in entrata di dibattito Fabio Regazzi (PPD/TI), a nome della commissione. Una posizione ripetuta a più riprese nel corso del dibattito in particolare dai deputati del sud delle Alpi. Un isolamento lo abbiamo già provato nel 2001, dopo il terribile incidente e incendio nel traforo, ha ricordato Giovanni Merlini (PLR/TI). "La madre di tutte le votazioni", l'ha definita Pierre Rusconi (UDC/TI), mentre Marco Romano (PPD/TI) ha parlato di una questione di rispetto verso il sud delle Alpi.

Malgrado questi appelli, lo schieramento rosso-verde ha fatto di tutto per bloccare il progetto, chiedendo non solo di non entrare in materia sulla revisione della legge, ma presentando anche quattro proposte di rinvio dell'incarto al Consiglio federale.

Chi crede che due gallerie saranno usate per fare andare il traffico solo in due sensi di marcia è un illuso, ha ammonito Regula Rytz (Verdi/BE). Fra 20 anni, quando la galleria sarà una realtà, tutte e quattro le corsie saranno usate, ha aggiunto. "Con il raddoppio le code che abbiamo alle rampe del San Gottardo d'estate oggi si sposteranno nel Sottoceneri", ha rincarato Marina Carobbio Guscetti (PS/TI).

La consigliera federale Doris Leuthard ha replicato che per sfruttare le quattro corsie di marcia ci vorrà una votazione popolare e una modifica della Costituzione. Circa i costi dell'opera, secondo la ministra dei trasporti, "scavare un nuovo traforo è sicuramente più caro rispetto ad altre varianti, ma a lungo termine risulta vantaggioso", visto che sono da prevedere risanamenti ogni 30-40 anni.

Prima o poi la Svizzera dovrà cedere alla pressione dell'Ue e ciò non è costituzionale, ha fatto notare Edith Graf-Litscher (PS/TG), manifestando il timore che non venga rispettata la volontà del cittadini che hanno approvato l'Iniziativa delle Alpi. È lo stesso perito giuridico dell'Iniziativa delle Alpi ad aver confermato che non ci sono problemi di costituzionalità, ha replicato Regazzi.

Posizioni distanti anche in relazione alle previsioni sul traffico. "Il secondo traforo è un regalo avvelenato al Ticino, che finirà sommerso dalle automobili", ha ammonito Roger Nordmann (PS/VD), mentre per Quadri, il raddoppio non avrà conseguenze rilevanti sulla viabilità in Ticino.

I 2,8 miliardi di franchi previsti per il nuovo traforo sono una concorrenza diretta ad altri progetti stradali, ha ancora sostenuto Graf-Litscher, alla quale Leuthard ha ricordato che la manutenzione delle opere avrà sempre la precedenza rispetto ai nuovi progetti da costruire.

Alla fine l'hanno spuntata i favorevoli al raddoppio, in attesa che sul tema si esprima il popolo. Socialisti, Verdi e organizzazioni ecologiste si oppongono al progetto poiché lo ritengono contrario alla politica di trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.

Referendum - La decisione dei deputati comporta, come già annunciato da parte di PS, Verdi e associazioni ambientaliste, il lancio di un referendum. In sostanza sarà il popolo a decidere - sempre che i referendisti riescano a raccogliere le 50mila firme necessarie - se verrà creato un secondo tubo attraverso le Alpi.

 

La decisione del Nazionale, denuncia il Partito Socialista, è stata presa “in barba alla Costituzione, sulla base della promessa che saranno usate solo due delle quattro corsie a disposizione e che non ci sarà alcun aumento del traffico”. Questo raddoppio, oltre che nocivo, è pure superfluo, secondo il PS. “La prossima apertura di AlpTransit renderà il traffico su strada sempre meno utile grazie alla politica di trasferimento. Politica che però sarebbe messa a rischio proprio da questo nefasto raddoppio, che peraltro costerà 3 miliardi in più del solo risanamento: soldi che verranno a mancare per progetti più più urgenti, come l’ampliamento di AlpTransit verso sud. Questo per noi è inaccettabile” concludono i socialisti, che si dicono convinti di raccogliere molte migliaia di firme. 

 

Anche la Coalizione "Sud-Nord" considera "una presa in giro della volontà popolare di non incrementare il traffico sotto le Alpi" la decisione odierna. La Coalizione ribadisce la sua opposizione a questa soluzione "!estremamente costosa (costerebbe infatti 3 miliardi di franchi in più del risanamento senza raddoppio, soldi che mancherebbero per risolvere i problemi di traffico negli agglomerati urbani), contraria alla Costituzione elvetica e foriera di un utilizzo di tutte e quatto le corsie con un peggioramento significativo della qualità di vita di tutto il Canton Ticino e del Sottoceneri in particolare".

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