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MONDO WEBBlogger e blog: come sceglierli e perché

26.03.14 - 11:11
La comunicazione via web viene sempre più spesso affidata a blogger "di mestiere", e i blog tematici proliferano. Conosciamo meglio questo mondo dei racconti personalizzati.
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Blogger e blog: come sceglierli e perché
La comunicazione via web viene sempre più spesso affidata a blogger "di mestiere", e i blog tematici proliferano. Conosciamo meglio questo mondo dei racconti personalizzati.

LUGANO - Solo qualche anno fa i blogger venivano considerati i fratelli minori dell’informazione, mentre oggi non è più così. Ma come capire il peso di un blogger o l’affidabilità di un blog? L’abbiamo chiesto a Giovy Malfiori, esperta di marketing territoriale e comunicazione online, che da qualche tempo aiuta aziende, uffici stampa ed enti a capire la potenzialità del racconto ma soprattutto come individuare il blogger migliore a cui affidare questo compito.

Come si può riconoscere un buon blog?
“È come cercare un ago in un pagliaio.Similitudini estreme a parte, una delle prime cose da guardare è la qualità della scrittura. Si passa poi alla qualità del sito e a ciò che il sito tratta a livello di argomenti e tematiche. E' importante non fermarsi alla facciata, ovvero alla parte visibile dell'attività di un blogger ed è necessario scavare a fondo nei dati di traffico. Non bastano migliaia di pageviews per essere "bravi". Ci vuole molto“.

E un buon blogger?
“Un buon blogger a mio avviso deve essere coerente con la sua attività e dimostrare di scrivere secondo un dato piano editoriale. La differenza tra un blog e un diario online è proprio questa: ci vuole un piano sotto l'attività di blogging, sia essa professionale o amatoriale“.

Pageviews, utenti unici, punteggio klout, returning visitori, tempo medio di lettura, eccetera sono dati spesso pubblicati sul sito: ma quanto valgono veramente?
“Per determinare lo stato di salute di un blog e ciò che può dare ad un'attività di promozione o ad un evento è necessario avere la visione di molti dati. Ovvio che il numero di pageviews sia fondamentale, ma non basta. Occorre che un blogger capisca realmente il carattere delle visite al proprio sito. Ci possono essere siti molto in vista che macinano pageviews come se non ci fosse un domani ma con un tempo medio di visita di pochi minuti. Siamo sicuri che quei migliaia di utenti si fermino a leggere ciò che scrivo? La difficoltà è saper interpretare i numeri che stanno dietro a un blog. Bisogna essere un po' come di fronte ad un oracolo e porre la domanda giusta ai numeri che stiamo osservando“.

È più importante il contenuto o lo stile di scrittura?
Il contenuto è fondamentale. Re e Regina del web sono, per me, contenuto e reputazione. Ciò che un blogger scrive determina ciò che un blogger è. Occorre avere un proprio stile, corretto ma naturale. Serve prendere per mano la grammatica e la lingua nella quale scriviamo e volere loro tanto bene“.

Secondo lei un blogger dovrebbe farsi pagare?
“Se il blogger dà spazio sul proprio sito a iniziative pubblicitarie come dei banner oppure articoli promozionali, occorre pensare ad un budget da utilizzare per questo tipo di iniziative. Del resto, se si fanno dei volantini... li si paga, no? Se si compra lo spazio su un giornale, si paga anche quello oppure no?“

Un blogger, per un’azienda o un ente, come può fare la differenza?
“Può essere davvero molto utile se scelto con criterio e inserito in un piano di marketing e promozione ragionato. Interventi "spot" (ovvero un articolo ogni tanto) non sono di certo una buona cosa. Il blog e il blogger lavorano molto su quello che è identificato come "traffico da coda lunga": occorre pianificare una serie di post e uscite che abbiano senso e che supportino altri mezzi di promozione come eventi, campagne pubblicitarie o altre cose previste dalle aziende. Il blogger non è una macchina da scrittura e basta. E' una persona che ragiona e che sa parlare al proprio pubblico e proprio per questo può infilarsi in ambiti di promozione che i mezzi standard non raggiungono“.

Il “mercato” dei blogger a che punto è? C’è ancora spazio per nuovi emergenti?
C'è spazio perché il web è infinito... ma occorre avere carattere, trovare la propria nicchia di pubblico e saper differenziarsi dal "marasma"“.

Cosa consiglierebbe a chi vuole iniziare a intraprendere questa via?
“Il primo consiglio che mi viene in mente è quello di essere se stessi e chiedersi "voglio davvero un blog o lo apro perché ce l'hanno tutti". E' la personalità che fa la differenza“.

Siti come TripAdvisor in cui chiunque può postare recensioni, quanto sono affidabili?
“Io personalmente posto recensioni su Tripadvisor e lo faccio in piena sincerità. Sull'affidabilità non mi pronuncio ma credo che, oggi come oggi, ci sia davvero molta attenzione a siti come quelli e quindi molta sincerità e verità in più rispetto ad un tempo“.

Lei gestisce anche un blog di viaggi molto frequentato, ma come sceglie Giovy Malfiori le sue destinazioni?
“Le sceglie con il cuore. Una volta scrissi un post in cui dicevo che un viaggio "è qualcosa che si gesta". Per me è così... lo sento dentro e lo lascio crescere. Fino al momento di partire“.

E per finire: meglio scrivere di getto o attendere che le emozioni si siano sedimentate?
“Il titolo del mio blog è Emotion Recollected in Tranquillity (emotionrit.blogspot.ch) e si rifà alla modalità di scrittura di un grande poeta inglese: William Wordsworth. Lui diceva che la poesia è raccontare un'emozione richiamata in un momento di tranquillità. Io vivo il mondo, al massimo twitto qualcosa. Ma la vera scrittura nasce dopo, quando l'emozione sedimenta“. 

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