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CANTONECrisi, a rischio anche gli stipendi dei preti

27.01.14 - 08:42
L’allarme dell’arciprete Regazzi: «Da febbraio niente soldi per i salari dei sacerdoti: i fedeli non fanno più offerte». A Bellinzona deficit parrocchiale raddoppiato nel 2013. E si pensa a un’imposta per i cattolici
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Crisi, a rischio anche gli stipendi dei preti
L’allarme dell’arciprete Regazzi: «Da febbraio niente soldi per i salari dei sacerdoti: i fedeli non fanno più offerte». A Bellinzona deficit parrocchiale raddoppiato nel 2013. E si pensa a un’imposta per i cattolici

BELLINZONA - Un’altra maledetta domenica,  come in un vecchio film... e il cestello delle offerte piange miseria. «Se abbiamo raccolto due o tre banconote è tanto» lamenta don Pierangelo Regazzi. «Colpa della crisi, la gente è generosa, ma ha tante spese a cui pensare...».
E anche la parrocchia di Bellinzona ha spese a cui pensare: gli stipendi dei sacerdoti, ad esempio. Una decina in tutto: ma i soldi raccolti nel 2013 bastano appena fino a febbraio. «Siamo preoccupati: l’anno scorso il nostro budget è bastato fino a giugno,    poi abbiamo dovuto indire una raccolta fondi. Quest’anno il deficit è raddoppiato, il 2014 è appena iniziato e già dal mese prossimo non abbiamo di che pagare gli stipendi» spiega don Pierangelo.

Le buste paga si aggirano sui tremila franchi al mese: «Tremila e duecento al massimo, è la congrua stabilita dalla Curia: qualche sacerdote si è già reso disponibile a rinunciare a qualcosa». Ma non basta. All’appello mancano 40mila franchi, e il problema non riguarda solo Bellinzona: «Quasi tutte le parrocchie che non ricevono finanziamenti dai Comuni sono nella nostra stessa situazione» spiega don Pierangelo. A essere in crisi (economia a parte) è il sistema delle donazioni volontarie, come quello del cestello domenicale: la soluzione? Un’imposta “sui cattolici”. «Chiederemo a tutti i residenti che si dichiarano cattolici di accettare a partire dall’anno prossimo di devolvere un 4% fisso dell’imposta cantonale alla parrocchia» spiega don Regazzi. «Per chi accetta, il contributo sarà obbligatorio, secondo la legge civile ecclesiastica».

 

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