I risultati (preoccupanti) di una ricerca sul consumo di tabacco da parte degli adolescenti ticinesi
LUGANO - Quanto fumano i ragazzi tra gli 11 ed i 15 anni? Dove si procurano le sigarette? Come limitare i danni del fenomeno? L’Istituto di Communication and Health (ICH) dell’Università della Svizzera Italiana, in collaborazione con l’Associazione Svizzera Non-fumatori (ASN) e del DECS, ha condotto uno studio sul consumo di tabacco da parte degli studenti di tutte le scuole medie, pubbliche e private parificate, della Svizzera italiana.
Un campione di 5600 studenti (circa il 50% della popolazione totale), tra la prima e la quarta media, ha risposto a domande relative al proprio consumo di tabacco, a quello dei propri coetanei ed alla comunicazione genitori-figli in tema di tabagismo.
I risultati - Dallo studio emerge come il 24% del totale dei rispondenti abbia fumato almeno una sigaretta. La percentuale dei fumatori aumenta con l’età: se in prima media il 5% degli intervistati dice di aver già fumato, in quarta questa percentuale cresce fino al 45%.
Sul campione totale, il 9% degli intervistati dichiara di essere fumatore regolare. Anche questa percentuale varia a seconda dell’età: se in prima troviamo il 2% di fumatori regolari, in quarta media questa percentuale sale fino al 19%.
I maschi fumano di più - I ragazzi (26%) fumano più delle ragazze (21%). Fra i fumatori, il 73% fuma da 1 a 7 sigarette al giorno, il 15% ne fuma da 8 a 20, l’9% 20 o più.
La prima sigaretta a 11 anni - Il contatto con la prima sigaretta sembra avvenire più spesso nei primi anni dell’adolescenza. Il 34% dei rispondenti dice di aver fumato la prima sigaretta tra gli 11 e i 12 anni, il 43% fra i 13 e i 14 anni. Gli amici e i compagni rappresentano punti di riferimento importanti per i giovani. La prima sigaretta è per lo più offerta da un amico (66%), piuttosto che reperita autonomamente (17%). Il 30% dei ragazzi intervistati dichiara di reperire le sigarette da amici o conoscenti, il 19.1% le compra al distributore automatico, il 18% in un negozio o al chiosco.
L'intervento dei genitori - I genitori intervengono ad elaborare messaggi relativi al fumo solo se (o quando) il problema esiste già, quindi quando si ritrovano a fare i conti con un figlio fumatore: i dati relativi alla comunicazione genitori-figli in tema di tabagismo evidenziano infatti come esista più dialogo su questo tema nel gruppo dei fumatori, rispetto a quanto non accada tra coloro che non fumano.
Le implicazioni - Oltre ai risultati quantitativi, l’ampiezza del campione consente di definire con precisione alcune implicazioni importanti a livello di norme sociali e di contesto culturale rispetto al fenomeno del fumo tra i minori. Al fine di impostare delle strategie di prevenzione al tabagismo realmente efficaci, i dati dello studio mettono in luce come sia necessario:
1. Iniziare ad agire prima degli 11 anni, ovvero prima che i ragazzi abbiano la possibilità concreta di provare. I dati dello studio evidenziano infatti la dinamica per la quale, una volta provato, poi i ragazzi tendano ad continuare.
2. Agire sul contesto sociale ed i modelli di riferimento dei ragazzi: i genitori, gli amici e gli insegnati innanzitutto, in quanto un’attitudine indulgente nei confronti del fumo genera una predisposizione sensibile al rischio futuro di tabagismo.
3. Agire sulla comunicazione genitore-figlio poiché può essere considerata un fattore di prevenzione del tabagismo fra gli adolescenti se questa avviene prima del contatto con la prima sigaretta.