CANTONEIl Partito Comunista propone la nazionalizzazione delle banche

LUGANO - "Una holding bancaria di proprietà nazionale detentrice di almeno il 41% delle azioni delle altre banche distribuite sul territorio". La proposta arriva dal Partito Comunista che oggi ha tenuto la presentazione della campagna politica sulla crisi della piazza finanziaria luganese. Con una brochure preparata dai vertici del partito per affrontare il problema della crisi della piazza finanziaria, si elencano le criticità del Ticino sul piano finanziario e alcune soluzioni possibili. Tra esse appunto la nazionalizzazione delle banche. La holding pubblica, secondo il partito, coordinerebbe in modo razionale le concessioni di credito e gli investimenti delle sue affiliate secondo il principio di sviluppo sostenibile dell'economia produttiva, in base ai bisogni della popolazione.

"Il controllo pubblico sulle operazioni bancarie permetterebbe inoltre di creare un sistema efficace di vigilanza sulle transizioni finanziarie. Questo consente una maggiore controllabilità del settore evitando attività come il riciclaggio di denaro e il trasferimento di capitali verso i paradisi fiscali".

Proprio su questi temi, il Partito Comunista evidenzia come il segreto bancario sarà sempre meno segreto in quanto gli stessi operatori bancari, in base alla riduzione degli stipendi o addirittura al sempre più frequente licenziamento degli stessi, potrebbero facilmente vendere i dati sui clienti "segreti".

L'uscita della crisi che sta colpendo la piazza finanziaria luganese, secondo i comunisti, è possibile soltanto attraverso riforme strutturali ed i lavoratori devono essere al centro di queste riforme. Ma la pulizia della corruzione nel mondo bancario sarà possibile solo con le denunce contro il sistema stesso. A tale scopo, il partito ha costruito una piattaforma digitale dal titolo "denunciali" che permette di muovere denunce anonime, grazie al quale non è nemmeno possibile risalire all'IP del denunciante.