Cerca e trova immobili

TICINO / SVIZZERASgravi addio, in diversi cantoni lo spettro dell'aumento delle tasse

17.09.12 - 19:30
Dopo anni di rincorsa allo sgravio fiscale, i contribuenti di diversi cantoni saranno chiamati alla cassa. E anche in Ticino i margini per abbassare le tasse sono ridottissimi... Vitta: "Sgravi generalizzati improponibili"
Foto d'archivio (Keystone)
Sgravi addio, in diversi cantoni lo spettro dell'aumento delle tasse
Dopo anni di rincorsa allo sgravio fiscale, i contribuenti di diversi cantoni saranno chiamati alla cassa. E anche in Ticino i margini per abbassare le tasse sono ridottissimi... Vitta: "Sgravi generalizzati improponibili"

LUGANO - L'era degli sgravi fiscali sembra ormai volgere al termine. Dopo anni di rincorsa al ribasso, in nome della concorrenza fiscale, alcuni cantoni stanno cominciando a ripensare la loro politica fiscale. Il problema di fondo è da ricercare nei conti pubblici di diversi cantoni. Dal Canton San Gallo, Basilea Campagna e dalla città di Lucerna arrivano brutte notizie. I disavanzi registrati da questi tre cantoni stanno costringendo i direttori dei dipartimenti dell'economia e delle finanze a rivedere la loro politica fiscale e hanno annunciato un aumento delle imposte. Già in primavera a San Gallo si era parlato di un aumento del 7-8% delle aliquote, mentre a Lucerna città si paventa un aumento del 10 %.

Ed ora non resta che tirare la cinghia per rimettere i conti a posto. Basilea Campagna, Lucerna e San Gallo stanno elaborando misure di risparmio che vanno dai 210 milioni di franchi a San Gallo ai 180 milioni di Basilea Campagna. A inizio estate il governo di Liestal ha perso in votazione la sua proposta dell'introduzione di un pacchetto di sgravi fiscali. A Lucerna, invece, si pensa a un taglio di spesa di 15 milioni di franchi.

E pensare che San Gallo, come ricorda il Tages-Anzeiger, negli anni addietro aveva proceduto a un abbassamento delle imposte a due riprese con l'intenzione di scalare la classifica dei cantoni più attrattivi della Svizzera, ma ora deve correre ai ripari.
Anche a Lucerna le casse piangono. Dopo anni di modifiche legislative a livello cantonale, che hanno abbassato di fatto l'imposizione fiscale, a soffrire è il capoluogo cantonale. "A causa di modifiche alla legge sulle imposte, abbiamo un gettito diminuito di oltre 40 milioni rispetto a otto anni fa" ha detto il direttore delle finanze Stefan Roth in una conferenza stampa.

Uno spunto interessante per comprendere il fenomeno della concorrenza fiscale arriva da Markus Ritter, consigliere nazionale sangallese del PPD. "I cantoni grandi, rispetto a quelli piccoli, hanno uno svantaggio: essi hanno chiaramente maggiori costi infrastrutturali e con quei pochi grandi contribuenti che sono arrivati, non si è potuto procedere ad abbassamenti delle aliquote per risultare ancora più attrattivi". E' questa la ragione per cui Zugo e Svitto sono riuscite a conquistare le vette della classifica dei cantoni più attrattivi, mentre grandi cantoni come Berna o Vaud sono rimasti nei bassifondi.

In Svizzera, quindi, torna il dibattito sulla concorrenza fiscale. La consigliera nazionale socialista di Basilea Campagna, Susanne Leutenegger-Oberholzer: "Questa politica provoca il dissanguamento dei cantoni e a perderci è la classe media, che viene sì sgravata a livello fiscale di qualcosina, ma in cambio si ritrova molti meno servizi erogati dallo Stato".

Anche dall'UDC sangallese vi è la preoccupazione per il destino del cosiddetto "ceto medio". Lukas Reimann, consigliere nazionale sangallese nelle file dell'UDC sostiene che a questo punto è "molto problematico procedere ad un nuovo aumento delle tasse. Con l'abbassamento delle imposte abbiamo sgravato soprattutto le aziende e coloro che guadagnano tanto. Se il Canton San Gallo procederà ad un nuovo aumento delle imposte ad essere particolarmente colpite saranno le aziende e gli alti redditi".
Sul dibattito riguardante la concorrenza fiscale, Christian Vitta, capogruppo in parlamento del PLRT, ritiene di principio giusto il sistema, ma mette in guardia su derive al ribasso, che potrebbero mettere in pericolo tutta l’economia svizzera.

Vitta, a livello svizzero si legge oggi delle difficoltà di alcuni cantoni a far quadrare i conti. Si può dire che i nodi stanno venendo al pettine?
“Attribuire tutte le colpe di questi problemi agli sgravi lo ritengo eccessivo. Dobbiamo affrontare la tematica nel suo insieme, tenendo conto di molti  aspetti, tra cui, per esempio, quei casi in cui un centro urbano, come per esempio lo è Zurigo, che offre dei servizi che i comuni subito a ridosso del centro urbano, come per esempio Zugo, non finanziano, ma di i cui cittadini ne beneficiano.  E poi c’è un altro aspetto da non sottovalutare…”

Quale?
“La ripartizione degli oneri con la Confederazione. Un paradosso. Negli ultimi anni si presenta la situazione per cui ci sono cantoni che si trovano in difficoltà finanziarie, mentre la Confederazione chiude i conti con utili sostanziosi”.

La  Confederazione ha assegnato troppi oneri ai Cantoni?
“Sì, e gli effetti si sentono anche in Ticino. Ci sono cantoni che, già confrontati con problemi di natura finanziaria, con queste ulteriori spese, si vedono aggravare la loro situazione. Se poi aggiungiamo che ora, tra i Cantoni che finanziano il fondo di perequazione  come Zugo, vi sono quelli che cominciano a mettere le mani avanti, sostenendo che non possono pagare la loro parte, ecco che assistiamo all’instaurarsi di un conflitto tra cantoni, che non fa altro che creare incertezze tra i cantoni beneficiari”.

Markus Ritter, consigliere nazionale sangallese del PPD ha detto che i cantoni territorialmente più estesi, tra cui il Ticino, farebbero più fatica ad attuare sgravi fiscali, proprio perché hanno costi infrastrutturali più alti…
“Quello che deve essere chiaro è che la politica fiscale deve essere fatta tenendo conto della situazione strutturale e finanziaria del Cantone, anche perché prima o poi i problemi vengono al pettine. Per alcune categorie delle fasce del ceto medio, il fisco ticinese è abbastanza leggero, mentre risulta meno concorrenziale nella fascia dei redditi alti. Con la situazione economica odierna, difficilmente in votazione popolare si riuscirebbe a far passare degli sgravi per la sola fascia dei redditi alti, senza inserirli in un pacchetto più allargato che permetta di estenderli. La politica fiscale non si limita soltanto a una questione di mera estensione territoriale. I Grigioni non sono un cantone piccolino. Però è riuscito a risanare le finanze cantonali grazie a una politica degli sgravi mirata”.

In Ticino secondo lei sono proponibili degli sgravi fiscali oggi?
“In Ticino ci pronunceremo sull'iniziativa popolare della Lega. Le firme sono state raccolte e il popolo è chiamato al voto. Per andare in votazione popolare, se si vuole portare avanti un controprogetto, esso deve essere compatibile con le capacità finanziarie cantonali. Bisognerà attendere  il 2013 e vedere se ci sono risorse a disposizione da destinare agli sgravi. Sgravi che dovranno essere concessi in maniera molto mirata”.

Nel concreto?
“Se prendiamo in considerazione le persone fisiche, tutti gli studi ci dicono che il Cantone è poco concorrenziale per quanto riguarda i redditi alti. Tecnicamente la logica conseguenza sarebbe quella di andare a ritoccare le aliquote in quella fascia, ma non è politicamente certo che questa proposta passerebbe”. 

E per quanto riguarda le persone giuridiche?
“Ci potrebbero essere dei margini di manovra sull'imposta sul capitale. Sgravi a pioggia o comunque ad ampio raggio, non ce li possiamo permettere”.

Per concludere, questo sistema di concorrenza fiscale intercomunale ed intercantonale va bene così com'è?
“Sicuramente è positivo che ci sia un po' di concorrenza. E’ anche vero che, per quanto riguarda le persone giuridiche, bisogna fissare dei paletti all'interno dei quali muoversi. Una rincorsa al ribasso dell'aliquota sarebbe pericolosa, perché più ci si avvicina allo zero, più si rischia che l'azienda attirata da fuori arrivi, si installi, ma non lasci niente sotto forma di indotto all’economia. In un sistema federalista bisogna capire che ci sono dei limiti, al di sotto dei quali una corsa al ribasso dell'imposizione fiscale può avere delle conseguenze negative per tutti”.

Lo Stato sarebbe costretto a scegliere sui servizi da tagliare…
“Per essere attrattivi, al di là dell'aspetto fiscale, bisogna pensare a dei servizi di qualità, che attirino imprese. Servizi che vanno finanziati. Ed è per questo motivo che una corsa al ribasso potrebbe penalizzare i servizi. Gli imprenditori in Ticino provenienti dall'estero, al di là dell'aspetto fiscale, spesso e volentieri apprezzano il sistema istituzionale svizzero, che elargisce servizi di qualità e riesce a rispondere in tempi rapidi a richieste di permessi di lavoro, permessi di edilizi, eccetera… Se abbiamo uno stato fiscale leggero e poi uno stato che non funziona, l’effetto leva fiscale verrebbe vanificato”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE