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PROCESSO DI DARO"Ergastolo per 'la mantide' e il venditore"

27.07.12 - 16:41
Delitto Garatti, ecco la richiesta di pena avanzata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier per Mitra Djordjevic e Mario Paiva. Per Fila 16 mesi sospesi per 5 anni
Ti-Press (archivio)
"Ergastolo per 'la mantide' e il venditore"
Delitto Garatti, ecco la richiesta di pena avanzata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier per Mitra Djordjevic e Mario Paiva. Per Fila 16 mesi sospesi per 5 anni

BELLINZONA - Ergastolo per Mitra Djordjevic, moglie di Arno Garatti e madre di D.D., l'adolescente che ha fatto a pezzi il patrigno nell'atroce delitto di Daro. È la pena richiesta al termine di una lunga requisitoria dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier. Confermate le accuse di istigazione in assassinio ripetuta.

Stessa pena richiesta anche per Mario Paiva, il venditore che ha procurato l'ascia a D.D. e che era probabilmente presente nell'appartamento di Garatti all'ora del delitto. Per Ferdonije Fila, accusato di favoreggiamento, infine, Alfier chiede una pena di 16 mesi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di 5 anni.

Secondo la pubblica accusa Mitra Djordjevic, ribattezzata la 'mantide', sarebbe dunque la mente del folle gesto compiuto da D.D.. Il movente sarebbe soprattutto economico. La donna avrebbe ricevuto una vedovanza (anche nel caso fosse stata costretta a tornare in Serbia) e l'assicurazione sulla vita fatta da Arno Garatti, che stando agli atti avrebbe voluto riscattare prima della sua tremenda morte.

Di Paiva ha invece colpito la grande indifferenza nei confronti del povero Garatti. "Ha agito per dolo diretto - sostiene Alfier -. Sapeva quali fossero le intenzioni del minore. E lui non lo ha fermato".  

Si chiude così il quarto giorno di processo. Il dibattimento riprenderà lunedì e la sentenza potrebbe essere pronunciata dal giudice Claudio Zali nel corso della giornata di martedì. Significativa una frase pronunciata da Marisa Alfier nel corso della requisitoria: "Tutti gli attori che hanno giostrato attorno a questa terribile vicenda hanno considerato il poverno Arno non come una persona, ma come una cosa, da fare a pezzi, da eliminare".

Ed è davvero così. I protagonisti del giallo di Daro sono tutti personaggi con pochi scrupoli. Gente che parla tranquillamente di cadaveri davanti a un hamburger o a una pizza. Persone per cui la vita umana vale poco più di un pugno di denari. Il povero Arno Garatti, quella sera del maggio 2010, mentre per la prima volta incrociava i suoi occhi con quelli di Mitra Djordjevic, seduta a un tavolo del bar Amadeus di Bellinzona, non poteva certo sapere quale inferno si nascondesse dietro quel volto. E quale terribile corollario di aguzzini si sarebbe tirato attorno andando con quella donna.  

 

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