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PROCESSO DI DAROUn incredibile traffico di telefonate e sms tra madre e figlio

26.07.12 - 15:09
Processo Garatti, la donna dalla Serbia si è tenuta in costante contatto con il minorenne accusato di avere ucciso il patrigno
Ti-Press (archivio)
Un incredibile traffico di telefonate e sms tra madre e figlio
Processo Garatti, la donna dalla Serbia si è tenuta in costante contatto con il minorenne accusato di avere ucciso il patrigno

BELLINZONA - Un grosso traffico di telefonate e sms. Dall'analisi dei tabulati emerge che Mitra Djordjevic, dalla Serbia, avrebbe sentito più volte suo figlio D.D. tra il 2 e il 6 di luglio del 2011, vale a dire tra il giorno della morte di suo marito Arno Garatti e la data del ritrovamento del cadavere. Lo dice apertamente il giudice Claudio Zali aprendo il pomeriggio del terzo giorno del processo in corso a Bellinzona per il delitto di Daro. "Lei ha sempre minimizzato l'entità di questo traffico telefonico", fa notare il giudice alla donna.

Urgenza via sms - La fatidica domanda arriva qualche minuto più tardi. A pronunciarla è sempre Zali: "Il primo luglio era successo qualcosa di terribile. D.D. gliene aveva parlato al telefono?" "No. Io l'ho saputo il 7 luglio", replica la donna. Ma D.D. in un verbale sostiene di avere rivelato alla madre della morte del patrigno già in una delle prime telefonate. Spunta un altro particolare. Perché sul telefonino di Arno, trovato nelle mani di D.D. dalla polizia, erano rimasti degli sms salvati. Messaggi scritti dal ragazzo alla madre in Serbia. Uno, il primo, recitava: 'Urgente, chiamami'. Zali insiste: "Avete parlato complessivamente 80 minuti in quei giorni. E non vi siete detti niente di Arno? E di cosa avete parlato? Del tempo? Eppure suo marito, a cui lei voleva tanto bene, non si trovava in quei giorni". Tragicomica la risposta della donna: "Io pensavo che fosse un po' arrabbiato. Ne avremmo parlato al mio ritorno".

Un 'lavoro' sospetto - Zali riprende la questione degli sms. Quelli spediti da D.D. dal cellulare di Arno, quando lui era già morto, e ingenuamente non cancellati dal minorenne. Zali legge il testo di un sms datato domenica 3 luglio: 'Tu rimani ancora una settimana giù. I miei amici arrivano domani. Voglio che tutti lo sanno che tu eri giù e che ti senti meglio. Torna al 17. Spero che mi hai capito'. Qualche attimo più tardi un altro messaggio inviato da D.D. alla mamma: 'Io ti manderò franchi 1000 tra qualche giorno per avere soldi giù per spendere'. Mercoledì 6 luglio: 'Mi hanno fatto sapere che domani il lavoro è finito e che non dovevo preoccuparmi'. La donna si giustifica: "Non so di che lavoro parlasse". E il giudice: "Sì, però dopo qualche attimo vi siete sentiti per 11 minuti al telefono. Non ha chiesto di che lavoro si trattasse?" Mitra si difende ancora: "Ma non avevo visto l'sms. L'ho visto alla sera grazie al nipotino". Irritato Zali aggiunge: "E il giorno dopo? I tabulati dicono che il 7 luglio vi siete sentiti ancora al telefono due volte. A me dà fastidio chi si difende il maniera non intelligente, come sta facendo lei in questo momento. Il suo amico C.M. tra l'altro dice di averla avvertita in quelle ore della morte di suo marito".
 

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