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TICINOL'uomo che denunciò il Governo: "Abbiamo fatto una figuraccia"

09.05.12 - 16:06
Il banchiere Alberto Di Stefano commenta lo sblocco dei ristorni: "solo sabbia negli ingranaggi"
Foto archivio TI-Press
L'uomo che denunciò il Governo: "Abbiamo fatto una figuraccia"
Il banchiere Alberto Di Stefano commenta lo sblocco dei ristorni: "solo sabbia negli ingranaggi"

LUGANO - Colui che denunciò il Consiglio di Stato, per abuso di autorità, al momento del blocco dei ristorni esprime tutta la sua soddisfazione per lo sblocco. "Abbiamo fatto solo una figuraccia" afferma il banchiere Alberto Di Stefano.

Signor Di Stefano, lo sblocco dei ristorni, ora, sorprende. Ci sono state pressioni?
"Mario Monti ha detto molto chiaramente che finché non si tornava alla legalità non si poteva assolutamente discutere di accordi internazionali visto che la Svizzera, e il Ticino in particolare, aveva rotto l'accordo sui ristorni. Credo che sia una decisione sacrosanta, speriamo che non si rifacciano dei pasticci a giugno con i ristorni del 2011 e che l'accordo fiscale possa andare in porto."

Secondo lei con i ristorni bloccati la trattativa sarebbe stata impossibile?
"Eravamo nell'illegalità, per cui..."

Che bilancio si può fare del blocco dei ristorni? Il Ticino ci ha guadagnato o perso?
"Secondo me abbiamo fatto una brutta figura. Il blocco dei ristorni ha semplicemente messo un blocco - mi scusi per il giro di parole - a ripartire con le discussioni, ma non credo che di per sé il blocco abbia fatto cambiare alcunché. È stata solo un po' di sabbia negli ingranaggi."

C'è chi dice che senza il blocco Monti non si sarebbe neanche seduto al tavolo delle trattative.
"Lo dice chi era a favore del blocco dei ristorni, ma non è assolutamente vero. L'Italia ha talmente tanti problemi e i 28 milioni sono talmente una nocciolina... Era necessario ritornare nella legalità. Che poi il blocco dei ristorni abbia indotto Monti a riaprire le trattative mi sembra quantomeno ridicolo."

I motivi sono altri.
"I motivi sono ben altri. Con una tassazione al 30% in Italia arriverebbero 30 miliardi e quelli per loro sono importanti. Credo che abbiamo fatto soltanto una brutta figura, sia come Cantone che come Svizzera."

Secondo lei si troverà un accordo entro breve o le posizioni sono troppo distanti?
"Entro quanto non lo so. Io credo comunque che da qui a fine anno si troverà un accordo. Quello che bisognerà discutere è il quanto, se come con i tedeschi al 41% o con aliquote più basse. Credo che l'unica questione sia quella. L'unica cosa che aspettava Monti era che l'Europa desse il suo assenso agli accordi fatti con Germania e Inghilterra, mica lo sblocco dei ristorni. Adesso l'assenso c'è e non vedo nessun motivo per cui l'Italia debba ostacolare la cosa, anche se è chiaro che sarebbe più contenta di avere un completo scambio di informazioni. Ma visto che quello per il momento non è in discussione da parte svizzera, ci si limiterà all'accordo. Il peccato è che si perderanno le possibilità di avere qualche ricompensa dall'Italia."

Che tipo di ricompensa?
"Si parlava di poter anche a livello svizzero offrire dei servizi finanziari nei paesi europei, si parlava di passaporto per i fondi, si parlava di poter avere una Svizzera un po' più integrata nell'Europa della finanza. Con Germania e Inghilterra purtroppo non si è parlato di queste cose ed è stato un grande errore. Speriamo che con l'Italia sia il caso."

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