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TICINO/EUROPABarone-Adesi: "Hollande, una speranza per Italia e Spagna"

07.05.12 - 19:23
Quali saranno le conseguenze delle elezioni di ieri sulla politica europea? L’opinione del professore Barone-Adesi
Foto archivio TI-Press
Barone-Adesi: "Hollande, una speranza per Italia e Spagna"
Quali saranno le conseguenze delle elezioni di ieri sulla politica europea? L’opinione del professore Barone-Adesi

LUGANO – Un voto contro l’austerità. È quanto è emerso dalle urne in questo weekend, in Francia ma soprattutto in Grecia. La Merkel ha perso il fedele alleato Sarkozy e si ritrova sempre più sola nella sua politica monetaria. E i greci le hanno inviato un chiaro segnale di come non gradiscano gli enormi sacrifici che gli sono stati imposti.

Anche l’uomo della strada capisce che, con queste premesse, il futuro dell’euro è sempre più appeso a un filo. Per capire quanto questi timori possano essere fondati e in che modo ci si può aspettare evolva la situazione nei prossimi mesi, abbiamo sentito il parere di Giovanni Barone-Adesi, professore all’USI.

Cominciamo dalla Francia. Hollande riuscirà a convincere la Merkel ad attenuare le misure di austerità?
"Hollande l’ha detto già in campagna elettorale, lui non vuole un'austerità senza crescita. Però non ha mai spiegato in modo approfondito dove prenderà i soldi per fare quello che ha promesso. Certamente dovrebbe ridiscutere il patto di stabilità, ma la signora Merkel non ne vuole sentire parlare. Al momento è difficile prevedere chi farà marcia indietro.”

Se si mettessero a litigare, l’euro sarebbe a rischio?
“Conoscendo la personalità di Hollande, mi sorprenderebbe se la situazione dovesse evolvere in questo modo.”

Quindi un accordo ci sarà?
“Penso di sì. E se  Hollande riuscirà a ottenere una politica più conciliante da parte della Germania, si allenterà anche la tensione su Spagna e Italia, che infatti sono i paesi che sono andati meglio stamattina in borsa dopo un'apertura negativa.”

Anche la Grecia ne beneficerebbe.
“Sì. In Grecia c'è stata una forte vittoria degli oppositori all'austerità, anche perché, poveretti, hanno subito delle misure drammatiche senza averne nessun beneficio né attuale né in prospettiva. La difficoltà è che Samaras e i suoi alleati devono decidere entro tre giorni se tentare di fare un governo insieme o no. Altrimenti la responsabilità passa al secondo partito, una sinistra rivoluzionaria con cui persino il partito comunista non vuole avere a che fare. In terza battuta andrebbe ai socialisti, che però sono il terzo partito e riproporrebbero il governo tecnocratico esistente.”

Una situazione intricata. Intanto l’uscita dall’euro della Grecia sembra avvicinarsi ancor più.
“Secondo i mercati ci sono due probabilità su 3 che la Grecia esca dall'euro. Perché entro il 30 giugno o soddisfano le condizioni chieste per un’ austerità ulteriore oppure la BCE non dà più soldi e semplicemente tutto si prosciuga in Grecia.”

Esistono alternative alla politica di austerità?
“Non credo che sia possibile rilanciare l'economia europea nel contesto attuale. Il motivo per cui si è ricorso a questa austerità estrema è che alcuni governi nazionali non rispettano gli impegni che prendono. L'ultimo caso è stato con la Spagna che il venerdì mattina, circa un mese fa, ha firmato il patto di stabilità ma poi il pomeriggio dello stesso giorno il primo ministro ha detto che non lo avrebbe rispettato. In questi termini è inutile firmare contratti, perché sono carta straccia.”

Come superare l’impasse?
“Servirebbe una federazione politica, anche se mi sembra improbabile che venga fuori in pochi giorni in questo quadro. Oppure è importante che chi non riesce a stare nella zona euro ne esca. E possiamo anche discutere di aiuti economici alla Grecia e ad altri paesi che hanno bisogno di fare altre politiche, ma al di fuori dell'euro. Ci sono già ora moltissimi paesi europei fuori dall'euro.”

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