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CHIASSOQuattromila persone a Chiasso Letteraria

06.05.12 - 18:22
Foto Simone Cavadini
Quattromila persone a Chiasso Letteraria

CHIASSO - Chiude con un bilancio positivo l'edizione 2012 di Chiasso Letteraria, la settima, che ha attirato più di quattromila persone.

Tanti i momenti forti: Giuseppe Scaraffia e le sue signore della notte; Marcello Fois e  Dominique Manotti con i loro romanzi e racconti noir che usano sapientemente i fasci di luci dell’investigazione per stanare le ombre di una società, la nostra, piena di conflitti e contraddizioni; Anne Cuneo, e la sua grande capacità di scrittura; Antonia Arslan, il buio del genocidio armeno e la luce della memoria collettiva; il celebre antropologo francese di fama internazionale Marc Augé, le sue notti, i sogni che illuminano le coscienze e l’alba della conoscenza, così necessaria per riprendereci il nostro futuro. Lo scrittore cinese Qiu Xiaolong attraverso i suoi romanzi ci ha parlato con brio e lucidità dei meccanismi della società contemporanea cinese. E Elisabeth Bronfen, con i suoi incontri letterari, ci ha fatto scoprire Nyx, dea della notte, piena di contrasti, che comprende calma e spavento, fertilità e morte, felicità e malinconia, purezza e degrado, libertà e perdita di libertà.

Intenso ed emozionante lo spettacolo al Cinema Teatro di Licia Maglietta, commossa e colpita dal silenzio e dall’attenzione del pubblico. Una commozione che ha espresso con autentiche lacrime. Graditissimo anche il concerto di Claudio Taddei durante la cena noire abitata e animata da un sacco di persone, scrittori e scrittrici compresi.

Ma ancora: l’istrionico e inimitabile Maurizio Maggiani, viaggiatore sulle ali della fantasia, l’uomo del fare, del fare i racconti, come il fornaio fa il pane. L’autore per cui la bellezza è più necessaria del pane, l’uomo della vertigine, della canzone della vertigine, che lui canta quando si sente spaesato da emozioni e sentimenti che non riesce a governare. Lo scrittore ligure ha pure reso omaggio alla terra del Mendrisiotto e alla sua industria del tabacco che ha fatto lavorare molti esuli italiani.

E poi come non menzionare  un altro caro e  grande fabbro della parola, il poeta ticinese Fabio Pusterla che anche quest’anno ha offerto al pubblico la sua Carta Bianca di poete e poeti. Un evento, quello dedicato alla poesia, apprezzato e seguitissimo nella cornice del Magazzino 6 delle FFS.  Pusterla, introducendo il  tema della notte, ha ricordato che essa è necessaria al giorno, quanto il giorno alla notte.

E infine il celeberrimo scrittore marocchino di caratura internazionale Tahar Ben Jelloun, intervistato da Luisa Orelli, a cui è spettato   –  come direbbero i francesi  –  le mot de la fin, l’ ultima parola. Molto preso dalle presidenziali francesi a una manciata di ore prima del verdetto finale, Ben Jelloun – i cui scritti hanno spesso una valenza politica – ha parlato in anteprima del suo ultimo libro Fuoco (editore Bompiani) dedicato alla Primavera araba. Protagonista è Mohamed Bouazizi, eroe – come ha spiegato Ben Jelloun – suo malgrado. Stremato e disperato, senza più fiducia nel futuro, decide di darsi fuoco per attirare l'attenzione del mondo e far sì che la sua disperazione venga presa sul serio. Quel gesto è poi diventato un simbolo. E il libro di Ben Jelloun vuole essere un omaggio ai milioni di uomini e donne senza nome scesi in piazza rivendicando libertà e dignità nei loro Paesi. Ben Jelloun, parlando dell’importanza del valore della dignità, ha denunciato più volte il cinismo del capitalismo selvaggio.

Marco Galli, coordinatore del Comitato: “Per tre giorni e due notti Chiasso Letteraria ha fatto parlare libri, racconti, scrittori e scrittrici. Ha fatto parlare la storia e le storie pirivilegiando la dimensione del contatto tra gli autori/le autrici. La formula dell’intervista e degli incontri letterari è molto apprezzata non solo dal pubblico, ma anche dagli autori e dalle autrici.  Sentirsi dire dai nostri e dalle nostre ospiti ‘qui a Chiasso ci sentiamo davvero bene’, è per noi un segno di riconoscimento e di apprezzamento che ci ha pienamente soddisfatti”. Buono anche il riscontro sugli organi di informazione della Svizzera italiana e dell’Italia.

Organizzare un festival internazionale di letteratura rappresenta sicuramente un grande impegno. “E’ vero, terminata un’edizione – fa notare Marco Galli -  occorre subito pensare alla prossima, ripartendo dall’esperienza appena conclusa, cercando di mantenere il medesimo livello qualitatitvo. Non sarà facile, ma ci proveremo”. E poi c’è l’entusiasmo che mitiga la stanchezza. “Entrambe non mancano mai alla fine di un festival. Quello che conta e rafforzare anno dopo anno la manifestazione. Le premesse ci sono tutte. E ci fa piacere. Perché in questa nostra società è importante la cultura. Di cui, come la bellezza, ne abbiamo bisogno come il pane”.

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