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SVIZZERA / TICINOUBS corrompe la politica? La parola ai politici ticinesi

25.04.12 - 18:50
Sono divergenti le opinioni di Gendotti, Lurati, Romano, Quadri e Pinoja
Tipress
UBS corrompe la politica? La parola ai politici ticinesi
Sono divergenti le opinioni di Gendotti, Lurati, Romano, Quadri e Pinoja

BERNA – UBS verserà un milione di franchi ai partiti, ma solo a quelli “che si impegnano chiaramente a favore della concorrenza e dell’economia di mercato”. Il Credit Suisse, in marzo, aveva preso una decisione analoga, ma il suo finanziamento finirà a tutte le forze politiche, “indipendentemente dal programma politico”.

Ma UBS, già nell’occhio del ciclone a più riprese in questi ultimi anni, con questa decisione si è guadagnata un’ulteriore vagonata di critiche. “È un tentativo di corruzione” ha definito la scelta il presidente socialista Christian Levrat. E i politici ticinesi cosa ne pensano? Abbiamo raccolto alcuni pareri, equamente suddivisi tra i vari partiti.

Gabriele Gendotti, attualmente leader del PLR in Ticino, considera “la decisione del CS più ragionevole, più pulita e trasparente”. Secondo il Lele, “una banca è libera di finanziare chi vuole e un partito è altrettanto libero di accettare o meno dei contributi. Però se si vuole dare veramente un contributo alla democrazia e in un qualche modo mettere tutti sullo stesso piano, credo che sia molto più accettabile la proposta di finanziare tutti i partiti presenti sulla scena politica. Creare una disparità di trattamento o comunque favorire solo chi difende determinate posizioni, mi sembra alquanto pericoloso."

Definire il finanziamento di UBS un tentativo di corruzione “è forse un po’ esagerato, però questa decisione qualche sospetto lo crea”, secondo Gendotti, cui chiediamo se accetterebbe soldi da UBS. "Non so, penso che fino adesso i soldi sono sempre stati accettati perché i partiti sono sempre in una certa difficoltà. Naturalmente si parla di somme modestissime, a livello cantonale. Però credo che una riflessione sul principio debba essere fatta."

Marco Romano, segretario di partito e consigliere nazionale PPD, non considera il finanziamento di UBS una novità né un’eccessiva intromissione in politica. “L'UBS ha sempre finanziato i partiti. Purtroppo questi finanziamenti vanno solo ai partiti nazionali. A quelli cantonali non arriva neppure mezzo centesimo. Il partito è un'associazione come tante altri esistenti in Svizzera. L'associazione si finanzia tramite i contributi generali, dei propri membri e sostenitori.  Io ritengo che non sia un problema il fatto che UBS, così come altre banche o industrie o privati cittadini decidano di finanziare un partito.”
Gli facciamo notare, però, che un finanziamento del genere può essere letto in chiave anti-PS.  “Quando si dibatte il PS non si muove esclusivamente seguendo il programma di partito, per fortuna. Se operassero strettamente seguendo il programma di partito, resterebbero immobili. Ammetto però di trovare strano il fatto che un contribuente di un'associazione chieda come contropartita qualcosa”.

Romano dice di sentirsi libero nel suo operato, indipendentemente da chi finanzi il suo partito”Se vogliamo una politica di milizia come oggi, che io ritengo funzioni, dobbiamo riconoscere il fatto che i partiti debbano poter vivere. I soldi non arrivano dallo Stato. E se non c'è un sistema pubblico, dev'essere privato. È chiaro che bisogna sapere da chi arriva il finanziamento. Questo è il minimo. I versamenti sopra i 10mila franchi in un anno devono essere notificati. Anche se versamenti di questo importo non ne ho mai visti…”

Il giudizio di Saverio Lurati, presidente del PS ticinese, è più tranciante.  “E' il solito sistema che si usa dalle nostre parti” afferma. “Lo hanno sempre fatto in modo occulto e continueranno a farlo in modo occulto. Oggi lo vogliono ammantare di una certa legittimità. Forse riusciremo a capire quanto daranno a un partito o all'altro. Quello che non vedremo scorrerà per altri canali...”
Un finanziamento, quello di UBS, che influenzerà il lavoro del Parlamento, secondo Lurati. “E' ovvio. Le lobby stanno già lavorando a pieno regime da parecchi anni. E' un perpetuarsi di un sistema che di fatto favorisce coloro che hanno dei mezzi finanziari enormi. Un esempio sono le lobby delle casse malati, che hanno fatto di tutti i colori...”

Anche il finanziamento del CS, a prima vista più equo, può essere discutibile. Infatti il comitato cantonale l’ha messo all’ordine del giorno proprio stasera. “Io ritengo che questi soldi debbano essere versati alla Confederazione in una sorta di tassazione supplementare. Sarà poi la Confederazione a ridistribuire i fondi alle parti.”

Lurati è critico verso i finanziamenti in generale. “Penso che non sia una cosa sana per la democrazia. E sono contrario anche ai finanziamenti privati alla formazione e agli istituti universitari. Perché? Perché sarai sempre debitore di chi ti ha finanziato e l'indirizzo della ricerca sarà dettato da chi ti ha finanziato. Se hanno dei milioni da spendere che li diano attraverso i canali del contributo fiscale. Sarà poi lo Stato a fare la ripartizione in modo equo”.

Anche il consigliere nazionale della Lega Lorenzo Quadri non vede di buon occhio la decisione di UBS.  "Da parte di UBS, che è già nel mirino per pratiche passate non molto edificanti che poi hanno portato a vari problemi a livello di segreto bancario, uscirsene con una proposta del genere mi sembra quantomeno improvvido” sostiene Quadri. “Come azienda privata possono decidere come vogliono investire i loro soldi, ma bisogna vedere se non può essere configurato come un tentativo di tangente, sia per chi la dà che per chi la riceve. Si comprano il programma elettorale dei partiti? Mi sembra un po' discutibile."

Quadri non accetterebbe mai soldi dalle banche né da nessuno, ci dice. "Io non sono il presidente del partito quindi non decido io, ma se lo fossi non accetterei soldi, punto e basta. Perché voglio essere libero di portare avanti le mie convinzioni politiche senza avere dietro l'acquirente. È proprio per questo motivo che non siedo in nessun CdA, ad esempio... Chiaro che i soldi fanno comodo a tutti, perché anche le iniziative politiche hanno un costo, ma a me sembrerebbe di vendermi."

L’ex alleato della Lega, l’UDC, per voce del suo presidente cantonale Gabriele Pinoja mostra comprensione per la strategia di UBS. "Io non lo vedo come un tentativo di corruzione” spiega Pinoja. “Noi, anche senza finanziamenti, sosteniamo comunque il sistema bancario svizzero. Se io penso che il 9% del PIL è procurato dagli istituti finanziari, la motivazione per sostenerli c'è.”

Secondo il losonese, “se non abbiamo le entrate delle banche non so come faremo a garantire la socialità nel prossimo futuro. Quindi le banche da parte loro fanno già una grossa parte per sostenere la socialità. È inutile chiedere di sostenere l'assistenza, l'AVS... Se i soldi non ci sono si può fare ben poco. Da questo profilo le trovo già molto democratiche, le banche."

Obiettiamo che però UBS è stata salvata dallo Stato nel suo insieme, non solo dai partiti "simpatici". Ma Pinoja controbatte:"Deve aiutare qualcuno che continua ad accusarla? Deve sostenere la sinistra che vuole distruggere la piazza finanziaria? Dalla visione di un uomo di sinistra sarebbe giusto, ma secondo me no. Forse il Credit Suisse ha ancora fiducia che comunque i partiti vogliono bene alla Svizzera e cercano di sostenerla. Poi vorrei vedere veramente quanto sostengono un partito e quanto l'altro. In altre parole quanto sostengono l'UDC e quanto il PLR. Perché ho l'impressione che le lobby partitiche di centro-destra ne beneficino più degli altri. Da noi se Blocher dichiara di aver versato al partito 300'000 franchi diventa uno scandalo... Senza offesa per nessuno, ma se una banca sostiene la sinistra butta via i soldi."

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