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TICINODove li facciamo i congressi, sul prato del Parco Ciani?

30.03.12 - 07:17
Suscita le reazioni più disparate, la mozione di Giordano Macchi per la demolizione del Palazzo dei Congressi
Foto TI-Press
Dove li facciamo i congressi, sul prato del Parco Ciani?
Suscita le reazioni più disparate, la mozione di Giordano Macchi per la demolizione del Palazzo dei Congressi

LUGANO – Il muro del silenzio l’hanno rotto alcuni consiglieri comunali liberali, capitanati da Giordano Macchi. Ma non vogliono fermarsi qui, perché l’obiettivo è far cadere anche fisicamente i muri, quelli del multicriticato Palazzo dei Congressi.

A nessuno sembra piacere quella costruzione di ormai 40 anni fa che però, malgrado la discutibile estetica e, soprattutto il più che discutibile accostamento a Villa Ciani, ha permesso alla Città di profilarsi nel mondo dei congressi. E, non di rado, anche in quello dei concerti, superando i limiti della non ottimale acustica.

Ma ora si parla di trasferire congressi e cultura da un’altra parte, in primo luogo al costruendo LAC, in secondo luogo all’ancora in stato embrionale Polo congressuale del Campo Marzio. Che senso ha, quindi, si chiedono gli 8 consiglieri comunali PLR, mantenere una struttura vetusta come il Palazzo dei Congressi, che necessiterebbe ad ogni modo di una costosa ristrutturazione?

Se lo si demolisse, sostengono i mozionanti, sarebbe possibile rivalutare la bellissima Villa Ciani, con un concorso di idee che riqualifichi l’intera piazza e l’area di Parco circostante.

“Che bella idea!” si dicono in tanti, come l’architetto Riccardo Bergossi, vicepresidente della STAN, secondo cui “il Palazzo dei Congressi, che sorge dove una volta c’erano le stalle, oscura completamente un lato della Villa con delle mura in beton.” Per Bergossi, “l’area va assolutamente rivalutata, se si vuole un centro per le fiere la zona ideale è quella del Campo Marzio.”

Campo Marzio dove è in previsione la costruzione di un Polo congressuale e alberghiero, che però dovrà superare ancora una lunghissima serie di ostacoli prima di vedere la luce. Non da ultimo, quello dei costi.

“Se si vuole fare un polo congressuale nuovo al Campo Marzio, come sembra essere l'indirizzo dei mozionanti, bisogna pensare che molto difficilmente si spenderà meno di 250 milioni di franchi” afferma il municipale responsabile, Lorenzo Quadri. “Se si vuole poi demolire o risistemare la struttura attuale vuol dire minimo un'altra decina di milioni. Vorrei sapere da dove li tiriamo fuori. Se questi consiglieri comunali sono pronti a votare crediti di questo genere prendendo i soldi non ho ben capito da dove, si può fare di tutto ma io ho qualche dubbio.”

“Occorre anche considerare i progetti per svariate decine di milioni che sono in ballo a livello cittadino” prosegue Quadri. “Nel prossimo Consiglio comunale si voterà sul credito da 47 milioni per la nuova casa anziani di Pregassona, c'è in ballo la nuova sede del DSU, c'è la questione stadio… Se ci attacchiamo là altri milioni per un nuovo palazzo dei congressi bisogna anche sapere dove andare a prenderli. I milioni non spuntano sugli alberi."

"È vero che adesso si parla di spendere 35 milioni per rimettere a posto il Palazzo dei Congressi. Per forza, in quarant'anni non si è fatto niente in quella struttura e ora il conto arriva tutto insieme. Ma tra spendere 35 milioni o spenderne 200 c'è una bella differenza” conclude Quadri.

C’è poi chi critica il doppio gioco dei liberali, che in Municipio vogliono rinnovare l’attuale palazzo dei congressi, ma in Consiglio comunale chiedono di demolirlo.  “C’è un pelino di confusione tra i liberali” afferma il consigliere comunale PPD, Lorenzo Jelmini. “I Municipali chiedono di rinnovare il Palazzo dei Congressi, i Consiglieri comunali di distruggerlo. Un minimo di progettualità concordata nel Partitone non guasterebbe.”

C’è anche chi rivendica la paternità dell’idea, come Martino Rossi, capogruppo del PS, che in effetti aveva già proposto di demolire il Palazzo dei Congressi l’anno scorso. “Un nuovo centro congressuale di dimensioni adeguate alle ambizioni di Lugano, con un  grande albergo a sviluppo verticale, eventualmente con uffici di prestigio. Il tutto, firmato da una “archistar”, così da farne un’attrazione in sé. Il centro congressuale realizzato dalla città, quello alberghiero dai privati. Giù il vecchio Palacongressi, per liberare Villa Ciani ed estendere il parco fino al Viale Cattaneo” scriveva Rossi nel novembre 2011.

E c’è infine chi risolverebbe la situazione, almeno esteticamente, con pochi spiccioli. “Per abbellire il Palazzo dei Congressi, io pianterei cinque piante di edera al costo totale di 300 franchi, incluso manodopera”  afferma la consigliera comunale dei Verdi, Melitta Jalkanen.
Le opinioni sono quindi svariate: ci sono tutte le premesse per un lungo e acceso dibattito, al termine del quale, ci si augura, Lugano sarà riuscita a conciliare gli interessi congressuali con quelli economici ed ecologici.

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